Era la prima volta che Harry Styles mi rivolgeva parola e non ero affatto contenta del risultato e della situazione in cui mi trovavo.
Il suo sorriso raccapricciante mi fece venire i brividi. Per quanto fosse un bel ragazzo davanti ai miei occhi era solo un pezzo di merda.
Pretenzioso, ignorante, insensibile... Avrei potuto scrivere un articolo di giornale solo con gli insulti che il mio cervello gli stava affibbiando in quel momento.
Rimisi apposto i pezzi del puzzle e feci due più due.
Mi mancò l'aria per un istante. Prima ero presa dalla situazione e dal posto in cui mi trovavo, non avevo dato la giusta importanza alla richiesta di Mr Walden e di... Harry. Solo il suo nome mi provocava la pelle d'oca, e io odio le oche.
Fissavo forse da troppo tempo un punto indefinito oltre la testa del mio capo. Gli occhi spalancati e la bocca semi-aperta incapace di produrre suoni. Ogni volta che ci provavo finivo per zittirmi, non avevo ancora realizzato in che giro di corrotti sarei finita.
«Ma è muta per caso?» esordì soffocando una risata la persona squallida seduta poco distante da me.
Mi voltai infuriata verso Styles che mi guardava compiaciuto. Mi alzai facendo stridere le gambe della poltrona contro il pavimento di marmo. Lo guardai in cagnesco, ribollivo di rabbia.
Lui non poteva. Non aveva il permesso di mancarmi di rispetto. Gli avrei tenuto testa.
Stavo per avanzare verso di lui quando mi precedette e si avviò verso l'uscita posando il suo amato IPhone nella tasca dei jeans.
Si era appena risparmiato uno sputo nell'occhio che stava già fermentando nella mia bocca ma che mi obbligai a ricacciare giù.
Sbatté la porta con fare maleducato.
Mia madre lo avrebbe definito un manfano, risi al pensiero.
Aspettai qualche secondo e poi mi azzardai a parlare.
«Signor Walden, lei saprà sicuramente che non accetterò mai questa proposta, che sicuramente non si può definire lavoro.» Sbottai.
La sua espressione mostrava confusione. Sospirò afflitto.
«Annabeth vatti a prendere un caffè, ne riparleremo dopo. La situazione è più complicata di quanto tu immagini.»
Prima di uscire dall'ufficio lo intravidi appoggiare i gomiti sulla scrivania e prendersi la testa fra le mani. Era frustrato a causa di Harry Styles e... forse anche a causa mia?
Mi avvicinai alla macchinetta del caffè, misi dentro la piastrina dell'espresso e aspettai appoggiandomi al muro. Cercai di rilassarmi chiudendo gli occhi e respirando profondamente.
Un 'bip' mi costrinse ad aprire gli occhi.
Appena lo feci mi trovai una figura ad un solo palmo di distanza. Il cuore mi saltò in gola per lo spavento. Misi a fuoco l'immagine e constatai che chi mi era apparso così all'improvviso non era altro che lo sfacciato Harry Styles.
Mi portai una mano al petto per calmarmi.
«Gesù Cristo.» Imprecai sottovoce ancora in preda all'affanno.
«Ti ho spaventata?» mi mostrò il suo solito sorriso beffardo.
Lo ignorai; era ancora troppo vicino.
Mi allontanai e ritirai il mio caffè, afferrai un cucchiaino di plastica e girai nervosamente lo zucchero dentro il bicchierino.
«Allora è vero che sei muta.» Rise di nuovo. Odiavo la sua risata, odiavo il suo comportamento, odiavo lui.
Finii di bere il mio caffè, buttai velocemente il bicchiere nel cestino dell'immondizia e mi decisi a parlare con quell'essere ripugnante.
«Non sono muta, semplicemente non parlo con le persone che non lo meritano.» Non vidi la sua espressione perché gli davo le spalle. Mi girai verso di lui a braccia conserte.
«Cosa pensi di me?» chiese. Quella domanda mi lasciò spiazzata.
Coraggio, è la tua occasione per dirgliene quattro.
«Penso ch-
«Frena frena - mi interruppe - descrivimi con un solo aggettivo»
«Visto che pezzo di merda non è un aggettivo, credo che dirò sgradevole. Sì, sei una persona sgradevole.»
«Woah che bambina tosta. Così sono sgradevole?» Chiese con una smorfia.
«Esatto. Non credevo che un cervello come il tuo ci arrivasse così velocemente. Grandi progressi.» Ribattei.
Decisi di dare un taglio a quella conversazione, che di senso aveva poco e nulla e avanzai verso l'ufficio del mio capo.
Una mano mi afferrò il fianco destro e sentii il suo petto contro la mia schiena. La sua bocca si avvicinò al mio orecchio.
«Ascoltami bene stellina - trattenni il fiato, il suo tono mi spaventava - sappi che sono uno che non si accontenta di poco. Io ottengo tutto quello che voglio. Io vinco sempre.» Sussurrò deciso.
Prima che me ne rendessi conto mi lasciò lì, rigida come un palo e scomparve dalla mia vista.
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month » h.s
Fanfiction❝E forse mi accorsi troppo tardi che le bastò solo un mese per farmi cadere nella sua ragnatela d'amore.❞ lostsof © all right reserved cover by @woahmarvel highest rank in fanfiction #1