2nd: me?

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Era lui. Harry Styles.

Il suo nome aveva fatto agitare l'intero edificio per una giornata intera, scapolo più ambito al mondo, con milioni di ragazzine in preda agli ormoni che gli avrebbero potuto addirittura leccare le scarpe, membro della boy band più discussa del pianeta. Anche la sua fama da donnaiolo era ben nota, ogni dannato giorno sulla copertina del The Sun, ma la notizia che faceva più scalpore non era tanto lui ma la ragazza ogni giorno diversa che lo affiancava.

"Sono amiche" si giustificava ogni volta.

Tutto questo non sarebbe mai potuto scappare ad una patita di gossip come me, ma la vita di Harry Styles era patetica come quella della maggior parte dei ragazzini famosi che da un giorno all'altro si trovavano a nuotare tra le banconote. Insomma, quel tipo di persona era frequente tra gli uomini dello spettacolo.

«Lei è Annabeth, la mia segretaria.» Mi precedette Mr Walden e io non feci altro che annuire.

«Bel bocconcino Adrian.» Rise Styles stravaccato su una poltroncina.

Rimasi allibita non tanto per la frase quasi umiliante e carica di malizia, ma per il fatto che lo chiamò Adrian.

In un anno che lavoravo qui avevo visto entrare e uscire da quella porta uomini e ragazzi con soldi infiniti e anche più potenti di Harry Styles e mai li avevo sentiti rivolgersi Mr Walden chiamandolo per nome. Irrispettoso.

Lanciai uno sguardo di fuoco a quello pseudo ragazzo che si trovava a qualche metro da me e poi guardai supplichevole il mio superiore, che con un cenno del capo mi fece capire che potevo lasciare la stanza.

Mi avvicinai alla mia scrivania vicino alla porta dell'ufficio di Mr Walden, potevo ancora sentire qualche frammento dei loro discorsi.

«Adrian, non mi piacciono. Buttale fuori da qui. Ti avevo chiesto ragazze alla mia portata, e l'unica che ho visto per ora è stata la tua segretaria sexy. Ma credo che lei sia già prenotata per le porcate che fate in questo ufficio.» Il lamento nella voce di Harry era evidente. Il mio cuore fece un balzo. Stavano parlando di me.

«Non essere insolente, Harry.» La voce che tuonò minacciosa doveva essere quella del presunto manager accanto a Mr Walden.

«Sono sposato e con figli, Harry. Non ho bisogno anche dell'amante da mantenere.» rise.

Il brusio di seguito mi fece intendere che non avrei potuto più sentire il loro discorso.

"Si chiama privacy" mi ricordò il mio subconscio.

Cercai di concentrarmi sul lavoro che avevo da sbrigare, accesi il computer e aprii la casella delle e-mail.
Richieste di appuntamenti, pubblicità, fax, pubblicità e ancora appuntamenti.

Dannazione, anche quello schifo di email erano monotone come la mia vita.

Mi vergognavo soltanto a premere le dita sulla tastiera, rispondendo a clienti per conto di Mr Walden, perfettamente consapevole di creare solo ancora merda.
Tutto ciò che aveva a che fare con la Modest era merda. Corruzione, falsità, bugie e distruzione: ecco cos'era capace di fare quella società, e io nel mio piccolo, stavo contribuendo a tutto quello.
Ci sarebbero stati altri incontri, altri Harry Styles, altre modelle pronte per essere cedute a persone che non conoscevano, talvolta anche felici di essere state scelte a differenza delle altre.

Era solo questione di sentirsi superiori. La vita delle aziende londinesi si basava su quello.

Il rumore di una porta aperta fece evaporare i miei pensieri sull'orribile posto in cui lavoravo, ne uscì Mr Walden teso come una corda di violino. Raramente lo avevo visto in quello stato.

«Annabeth potresti venire nel mio ufficio?».

Io?

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Author's Note: andando avanti i capitoli diventeranno più lunghi, non preoccupatevi. Lasciate un commento se vi va:)

./Sof

month » h.sDove le storie prendono vita. Scoprilo ora