Quattro

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𝐒𝐀𝐔𝐃𝐀𝐃𝐄:
𝐷𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑙𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎 𝑜 𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑜𝑡𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒.

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«Vuoi dirmi cos'è successo?» La voce di Arianna risuonò sopra ogni pensiero

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«Vuoi dirmi cos'è successo?» La voce di Arianna risuonò sopra ogni pensiero. «O aspetti che lo scopra da sola?»

Diana si prese qualche secondo per osservarla: i lunghi capelli castani le ricadevano ribelli sulle spalle. Gli occhi attenti sembravano leggerla più di quanto volesse.

«Non è proprio il compleanno che avevo immaginato» si limitò a dire.
«Sì, tuo padre ha detto che hai avuto un virus intestinale.» Arianna schioccò un segno di disapprovazione.
Diana si morse l'interno della guancia, pronta a negare, ma non ci riuscì. Le tempie cominciarono a pizzicarle le orecchie.

«Non sentite anche voi questo fracasso?» chiese, guardandosi attorno. Le sembrò di essere entrata in un mercato della domenica.

Erano seduti su una panchina nel parco al centro della città con i coni di gelato che si scioglievano più veloce delle parole.

Arianna la guardò stranita: «Fracasso? Non più del solito.» Disse, ma poi il volto le si rabbuiò. «Anche se... la gente sembra agitata.»
«In che senso?»
«Nel senso: oh cazzo, i Paladini hanno colpito ancora

I Paladini. Il gruppo criminale di cui tutti parlavano in città. Ma definirli "criminali" era riduttivo.

«Di nuovo?» chiese Diana.
«DI. NUOVO,» scandì Arianna. «Questa volta hanno portato via i leoni e le tigri dello zoo. Ti rendi conto? Lo zoo sarà costretto a chiudere.»
«La polizia non ha nulla su di loro» intervenne Tommy, che finora era rimasto in silenzio. «Pensano siano passati per Anglana. Hanno trovato allevamenti di bovini completamente dilaniati.» Si fermò un attimo, battendo i denti per il freddo dal gelato. «Però, se ci pensi... io li appoggio.»

«Ma nonostante il coprifuoco del sindaco, non hanno annullato l'inaugurazione del nuovo palazzo in centro. Ci verrai, vero?» Chiese Arianna.
Diana sentì il loro sguardo addosso. «Non me la sento.» Mormorò, tendendosi rigida.
«Ti pregooo,» insistette Arianna. «Ti verserò da bere ogni volta che vorrai. E poi non posso lavorare solo con lui se non ci sei tu a sostenermi.» aggiunse, indicando Tommy.
«Vaffanculo.» Ribatté lui con un'occhiataccia.
«Per i crediti extra sono pronta a tutto.»

Un sorriso si affacciò per la prima volta sul volto di Diana.
Erano sempre stati così, i tre. Diversi, ma legati da un filo che il tempo non aveva mai spezzato. Ricordò il giorno in cui si erano conosciuti.
Durante la prima settimana di scuola elementare, Diana aveva portato un progetto di scienze costruito con grande sforzo ma con troppa colla vinilica che non si era asciugata bene. Un gruppo di ragazzi più grandi le avevano distrutto tutto e nessuno era intervenuto. Neanche le maestre.
Fu allora che un bambino dagli occhiali tondi e una ragazzina dai lunghi capelli ondulati si avvicinarono per aiutarla. Avevano raccolto ogni pezzo del progetto e glielo avevano rimontato, anche meglio di prima.

Una Realtà a ColoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora