A quelle parole, Diana si sentì smarrita. Quel tentativo di consolazione – o incoraggiamento – l'aveva resa solo più confusa riguardo al suo vero destino e a cosa sarebbe potuto andare incontro, seppur avesse considerato ogni variabile. Smise di pensarci quando Inay si avvicinò zoppicando. La fasciatura alla sua zampa era umida per l'unguento che era stato applicato.
Diana gli corse incontro, felice di poterlo abbracciare in un momento di tregua. Nonostante il suo manto fosse sporco di terra e sangue, lei lo strinse di più. Aveva bisogno di un suo contatto.
Un calore alle loro spalle si percepì sempre più gradualmente: «Tranquilla.» Sussurrò Diana, rivolgendosi appena alla discendente delle ceneri. «Non mi farebbe mai del male.»
Poi si rivolse di nuovo ad Inay, gli sfiorò la fronte pelosa con il naso, bisbigliandogli: «Sono felice che sei vivo.»
«Anche io.»
«Mi dispiace che Gabriel pensa che tu sia un traditore... è tutta colpa mia.» Una lacrima rigò il viso di Diana.
Inay si discostò, le leccò la faccia facendole uscire un timido sorriso: «Non preoccuparti, abbiamo parlato e ha deciso di liberarmi da ogni colpa.»
Diana si raddrizzò, una nota di scetticismo le spuntò tra le sopracciglia aggrottate quando il lupo iniziò ad avvicinarsi alla discendente delle ceneri. Quando esso provò ad odorarle l'aurea fiammeggiante, la creatura saettò contro di lui. Diana e Maris si lasciarono ad una risata per i continui tentativi successivi.
«Mi sa che ha scelto la sua compagna.» Sussurrò la ragazza.
«Allora non se la caverà molto facilmente.» Aggiunse Maris, indicando con sventatezza quanto i due fossero diversi a partire dalla loro stazza.
Diana si lasciò andare a dei lunghi respiri, era stanca. I muscoli la tiravano in una marea dolorosa. Poggiò la mano sulla maniglia della porta che portava alla sua vecchia stanza. Quando la fece scorrere, con stupore si sentì trascinare all'interno prima che potesse farlo lei. Maris la strinse tra le sue braccia, le spalle insisterono sulla porta per richiuderla subito dopo e la baciò. Diana arretrò con il volto, le lacrime calde le dilaniarono l'anima. Lui la scrutava, i lineamenti scolpiti dall'apprensione la fecero singhiozzare.
«Penso che neanche io me la caverò.»
«No!» Sbottò lui, le prese le mani e se le portò sul cuore, in corrispondenza della cicatrice. «Ci riusciremo, insieme!»
«Lo sai che non è vero. Non ci sarà un lieto fine per me.» Il suo volto affondò nella spalla di Maris, non voleva piangere, non voleva crollare davanti ai suoi occhi. Ma il suo vaso era traboccato, era caduto, ora era in frantumi. Ma quando lui l'abbraccio, accarezzandole i capelli in silenzio, percepì i suoi battiti accelerati. Le afferrò di nuovo il volto, le sue dita le fecero scivolare via le lacrime. Le labbra di Maris sulle sue, in quel momento, furono della colatura dorata tra le crepe della sua anima.
Diana si alzò in punta di piedi, premendo i fianchi levigati di Maris contro i suoi. Quel bacio delicato si variegò nella brama di aversi. E a lui erano mancate terribilmente le forme del suo seno, il sapore del suo respiro, i suoi capelli tra le dita. Il cuore gli sembrò implodere, pensava di non poterlo fare più. Che fossero destinati ad unirsi per poi ardere del tormento della lontananza. Ma ora aveva scoperto che forse... forse la speranza c'era. Diana non era un chi, né un cosa. Diana era Diana. Avrebbero salvato il mondo, insieme, e riscritto la triarchia del Sacro Triskell.
Maris si inclinò verso di lei, afferrandola per le gambe, queste si intrecciarono con avidità attorno alla sua schiena. Le loro labbra continuarono a richiamare alla memoria quanto fossero essenziali a vicenda. Uno squarcio di luce nelle tenebre.
«Lo so cosa stai per dirmi...» Maris alzò il capo, fermandosi a riprendere fiato. «Dobbiamo fermarci.»
Era eccitato. La voleva. Ma vi era solo una parete sottile a dividerli da una lupa incandescente e un'intera squadra che desiderava ucciderli.
«Vorrei tanto che non lo facessi.» Diana scivolò dalle sue braccia, per porre una distanza tra di loro, sistemandosi i vestiti. «Ma abbiamo anche bisogno di risposare.»
«Cosa?» Maris la guardò scoccando tra le labbra un continuo borbottio. «Dobbiamo elaborare un piano B.»
Diana si appoggiò alla parete, osservando distrattamente la sua vecchia stanza. Ogni elemento era stato riordinato come una camera libera di un hotel, i suoi effetti "personali" erano stati fatti sparire. Poi scivolò di nuovo sul ragazzo. «Cosa intendi per piano B?»
Mentre Maris rispose spiegandole che il piano A indicasse la morte e quello B la vita, Diana si diresse verso la scrivania immacolata per cercare carta e penna. A lei interessava la prima lettera dell'alfabeto, non i piani di riserva.
«Cosa fai?» Le chiese il ragazzo, osservandola in silenzio.
«Penso al piano A.» Gli rispose. «Scriverò delle lettere e tu le dovrai consegnare.»
«Non scriverai delle lettere d'addio, non ce ne sarà bisogno.» Maris le bloccò il polso ma la lasciò quando lei prese a strattonarsi.
«Non voglio che tu mi compatisca o che cerchi di indorarmi la pillola.»
«Lo sai che io non faccio queste cose.»
«Il lieto fine a questa storia non la vedo.»
«Beh, Lykke, non ci troviamo in una favola. Questa é la realtà.» Le sibilò Maris, arrabbiato ma anche amareggiato.
«Forse la tua, non la mia.» Commentò Diana. «Non appartengo alla vita, non appartengo a nessuno. Ma spenderò ogni mia forza per lasciare un pezzo di me ad ognuno che ho voluto bene.» Diana fu spossata, tagliente. «Giurami solo che farai ciò che ti ho detto!»
Maris si ritrasse, provò a dire qualcos'altro ma la lasciò fare. Uscì fuori dalla stanza, sapeva di doverle dare lo spazio necessario per trovare le parole giuste. Seppur non lo degnò di uno sguardo, lui intravide i lineamenti sconfitti da un colpo di scena che Diana non si aspettava. E neanche lui.
Ma Maris sapeva che sarebbe andato tutto bene. Lo sapeva.
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Una Realtà a Colori
FantasíaVOLUME 1 - COMPLETO 𝑻𝑹𝑨𝑴𝑨 Tutto è cambiato per Diana. 24 ore 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 dell'incidente era solo una comune ragazza, soffocata dal futuro e dall'inadeguatezza. 24 ore 𝑑𝑜𝑝𝑜 l'incidente, Diana è un membro della triarchia del Sacro Triskell...