Diciassette

57 4 4
                                    

𝐙𝐄𝐀𝐋:
𝑃𝑒𝑟𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑡𝑒𝑛𝑎𝑐𝑖𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜

𝐙𝐄𝐀𝐋:𝑃𝑒𝑟𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑡𝑒𝑛𝑎𝑐𝑖𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑣𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑝𝑜

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ribellione

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ribellione.

La voce rimbombò nella testa fino a farle perdere il controllo. Fastidiosa come unghie sulla lavagna. Diana cercò di concentrare sé stessa a raschiare via il sangue dai capelli ma la conversazione con Gabriel si riavviò come un disco rotto. La sua mano si chiuse a scatto e prima che potesse controllarsi, sferrò un pugno contro le pareti della doccia. L'acqua calda le sfiorò la pelle escoriata come dita di fuoco.

Rimase immobile, con le nocche arrossate contro le mattonelle del suo bagno privato della stanza. Si lasciò pervadere dal dolore. Pianse. Il cuore andò a ritmo con le gocce che impattarono ricorrenti sulle spalle. Odiò il fatto di essere stata presa in giro con una superficialità irritante. Odiò il fatto che preferivano restare dov'erano invece di rischiare per cambiare. Vivevano per combattere.

Uscì dalla doccia con le spalle ricurve e con le ciocche dei capelli attaccati alla schiena bagnata, si andò a sdraiare sul letto. Non si importò né di asciugarsi né di rivestirsi. Aveva mal di testa, il corpo le faceva male. La mente sobbalzava incontrollata e ora le nocche pungevano per il dolore che si era inflitta. Un miscuglio di emozioni negative minacciavano di farla crollare.

Chiuse gli occhi.

Li riaprì solo quando si ricordò di Leopold. Si era sentita così esausta da dimenticarsi di lui.

Ma era buio. I suoi capelli si erano asciugati, lasciando tracce di umidità sul tessuto del cuscino. Li raccolse in una coda cavallo, indossò una tuta pensante e si affrettò ad uscire.

Capì che fosse tardi perché i ragazzi erano già attorno al fuoco e si pentì di aver saltato la cena. Il suo stomaco brontolò per darle ragione. Prima di richiudere la porta, notò qualcosa incastrato sulla maniglia.

Un piccolo mazzo di fiori.

Diana osservò la colorazione di ogni petalo, ogni forma delle foglie confondersi nel buio. Gli steli erano raggruppati tra di loro come una treccia, in modo tale che rimanessero incastrati. Un sorriso genuino la fece arrossire. Ma questo riuscì anche ad intimorirla. In poco tempo il loro rapporto stava scivolando verso una direzione che Diana era esitante a prendere. Aveva paura di rovinare tutto, paura di non riuscire a gestire sé stessa e incerta su cosa volesse davvero. La sua vita era un continuo slalom tra misteri e instabilità.

Una Realtà a ColoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora