VOLUME 1 - IN RIELABORAZIONE.
NON LEGGETEMI.
𝑻𝑹𝑨𝑴𝑨
Tutto è cambiato per Diana.
𝟐𝟒 𝐨𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 dell'incidente era solo una ragazza come tante: soffocata dai pensieri, impaurita dal futuro, convinta di non valere abbastanza.
𝟐𝟒 𝐨𝐫𝐞...
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Non sei quello che pensi di essere.
Diana si alzò di scatto, madida di sudore, con quella voce appiccicata addosso anche da sveglia.
Si passò una mano sul viso ma il mondo intorno a lei non riprese subito forma. I raggi del sole filtravano dalle persiane, portando con sé l'odore del pane caldo che si spandeva ogni mattina tra le vie della città.
Tutto sembrava uguale, eppure diverso. Come se qualcuno avesse cambiato qualcosa di impercettibile nei colori.
Non fu il buongiorno che aveva immaginato.
Afferrò dei vestiti e con le mani che le tramavano, fece fatica a infilarsi la maglietta. Il freddo sembrava venirle da dentro. Tornò a sedersi sul letto, fissando il cielo dietro al vetro.
Il senso di colpa le mordevalo stomaco, continuava a rivedere la scena della sera prima: le maniche spingevano via sua madre, il suo sguardo terrorizzato. E quelle parole nella sua testa. Ogni volta si diceva che non era stata lei, eppure, non riusciva a crederci del tutto.
Aveva la gola secca ma il corpo le pesava come se fosse pieno di sabbia. Si alzò comunque, costatando che la porta della camera fosse aperta.
Scese le scale e si fermò di colpo a metà corridoio. Le voci dei genitori provenivano dal giardino, ovattate ma comprensibili.
«Non possiamo più rimandare, Peter. Lei sta male.» «Lo so, Megan ma alla sua età...» «Proprio per questo.» Ribatté lei esasperata. «Serve qualcuno che la segua, uno psicologo. Prima che peggiori.» «Lo so, Megan, lo so.» «E poi c'è anche...» Ci fu un attimo di silenzio. «Non ora. Ti prego.»
Diana si pietrificò, sentendo il sangue ribollirle nelle vene. Non avevano nemmeno provato a parlarle sul serio che avevano già deciso. Lei era un problema da risolvere.
Un pensiero le attraversò la mente come unica alternativa: non poteva restare in quella casa un minuto di più.
Non sapeva dove ma aveva bisogno di stare lontano da ogni cosa.
Salì in cameradei genitori e aprì cassetti e sportelli. Cercava il mazzo di chiavi della macchina di Peter. Lo trovo quasi subito. Ma accanto, tra i nastri di una scatolina, notò qualcos'altro.
Una lettera. Per Diana, da parte di Aegir. Diana si bloccò.
Aprì la scatolina e scoprì una collana dalla catena in oro sottile, con un pendente a forma di mezza luna, nero come la pece. La pietra sembrava viva, pulsava appena, come se respirasse.
Poi guardò la lettera, ne accarezzò i bordi spigolosi, osservando lacarta ingiallita dal tempo. Lesse e rilesse il mittente, provò ad aprirla ma la paura la fece esitare.
Come fai a sapere di me?Si chiese, leggendo ancora un volta quel nome. Aegir. Suo zio, morto quando era solo un ragazzo.