Ma solo quando la diretta della consegna del manufatto terminò, Diana si rese conto che mancassero solo due ore all'inizio dell'evento. Più il conto alla rovesce diminuiva più il nervosismo sembrò mangiarla dall'interno perché Maris non aveva fatto ancora ritorno dalla mattina.
Già il piano era sconclusionato e se si aggiungeva anche il ritardo sulla tabella di marcia, potevano anche dire addio al Diario. Una volta che il vaso sarebbe stato sigillato nella teca d'esposizione, sarebbe risultato per sempre fuori dalla loro portata.
Con quel fastidio al livello dello stomaco, Diana si recò al piano di sopra dirigendosi verso l'armadio di Maris. Si era stufata di aspettarlo con le mani in mano così, anche per guadagnare tempo, iniziò a ricercare un completo che potesse indossare. I vestiti che le aveva comprato Maris, ovvero solo tute, non potevano emulare un completo elegante. E senza indosso quest'ultimo era sicura che non l'avrebbero fatta entrare all'evento.
Così, senza un abito femminile a disposizione, Diana si rassegnò con evidenza nell'optare per un pantalone e una camicia entrambi sui toni del nero. Per quanto provò a stringere il tutto con una cintura e con le bretelle, il fatto che non fossero i suoi vestiti era fin troppo evidente, poteva nuotarci dentro. I tentativi nel sistemare l'orlo della camicia all'interno del pantalone non aveva fatto altro che sgualcirla, aumentando in lei lo sconforto per non aver pensato a quell'enorme dettaglio.
Aveva pensato solo e sempre al piano, senza mai ragionare sul fatto che non aveva niente da mettersi per quel tipo d'evento. All'ennesima occhiata allo specchio appeso alla parete, una risata alle sue spalle la infastidì più di quanto non fosse già.
«Vorrei dirti che sei uno schianto, ma mentirei spudoratamente.» Sogghignò Maris.
Diana si rigirò sulle punte, osservando il ragazzo sulla soglia della camera da letto. Con una mano manteneva all'indietro due grucce, a cui erano attaccati due custodie per abiti, e una busta.
Lei percepì del rossore formarsi sulle guance, ma fece finta di niente. «Volevo vedere a te se fosse stato l'inverso.» Scoccò divertita, immaginando il contesto nella sua mente.
«Non preoccuparti, ci sono io che risolvo ogni tuo problema.» Contraccambiò lui, eludendo ad un leggero inchino con gli occhi provocatori puntati su di lei. «Non volevo che mi facessi sfigurare, come» la sgranò dalla tasta ai piedi. «Stai cercando di fare.» Con una mano le porse una delle due grucce e, con l'altra recuperò da una busta un paio di scarpe adatte. «Non vedo l'ora di vederti con il vestito che ti ho comprato anche se so che sarà una tortura.»
«Prego.» Le mormorò quando le loro dita si sfiorarono.
Il rivestimento del tessuto della custodia, in un primo momento, non le diede la possibilità di intravedere il suo interno. Non rispose alla frase provocatoria che le aveva rivolto ma lo guardò con meraviglia per aver tenuto in mente quel particolare che le era sfuggito e, con un fremito saettante sotto la pelle, fu curiosa di scoprire il vestito alla sua vista.
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Una Realtà a Colori
FantasyVOLUME 1 - COMPLETO 𝑻𝑹𝑨𝑴𝑨 Tutto è cambiato per Diana. 24 ore 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 dell'incidente era solo una comune ragazza, soffocata dal futuro e dall'inadeguatezza. 24 ore 𝑑𝑜𝑝𝑜 l'incidente, Diana è un membro della triarchia del Sacro Triskell...