Era da tanto che Diana non si sentì così vuota. Per quanto provò a remare al contrario, si perse nella landa desolata della sua mente.
Mangiava, si allenava, leggeva qualche riga di un libro incastrata in una bolla di sapone come se fosse in balia degli eventi accaduti. Flebili dissapori l'accompagnavano ad ogni respiro e uno strazio interno crebbe fino a non riuscire più a discostarsene.
Desiderò tanto provare rabbia per le parole di Leopold ma il cumulo di delusione era solo riuscito ad aprirle gli occhi nei suoi confronti. Più ci rimuginava sopra e più non faceva altro che perdersi infinite ore tra sé e sé. Era come se l'effetto di aver compreso la verità, fosse arrivato solo in quel momento. Come se non furono altro che la ciliegina sulla torta.
E per Maris fu inaspettato vedere Diana così. Si domandava come avesse fatto quel ragazzo a farla sommergere l'anima in un silenzio maledettamente straziante.
Non reagiva più alle sue frecciatine, rispondeva a tratti quando le chiedeva del piano per recuperare il vaso di Pandora. Era diventata un'ombra sospesa tra due mondi. E, nonostante la scommessa vinta, non aveva combattuto per appropriarsi del suo letto, anzi, insisteva per dormire sul divano. Le era più facile, così, sgattaiolare verso il mare.
La sera prima, proprio quando Maris stava per riprendere i sensi, aveva colto a tratti le parole che si erano scambiati Leopold e Diana e il volto triste di lei subito dopo era riuscito a scuotergli qualcosa.
Uno strano sentimento a cui non era abituato, per niente. Ma, d'altro canto, poteva comprendere il dolore di affrontare le bugie più nascoste e di trovare nient'altro che delusione nelle persone. Lui si era preparato a quel tipo di afflizione, imparando ad abbracciare la solitudine e considerarla come una forma di libertà. Ma dopo due giorni giorno l'atmosfera iniziò a diventare impalpabile all'interno della casa-container.
Se avesse voluto, avrebbe affogato Diana di nuovo con le sue stesse mani solo per darle una svegliata.
Ma non poteva, come non poteva allontanarla così comprese di doverle stare lontano il più possibile.
Forse, pensò Maris, solamente da sola Diana avrebbe potuto dare voce ai suoi pensieri più profondi. Così facendo, il pomeriggio del secondo giorno lo passò con il saccone da boxe, ad allenarsi finché il sole non sarebbe calato.
Mentre il fisico gli doleva a scatti, dopo ogni colpo assestato al saccone ondeggiante, mise in rassegna il piano che avrebbero dovuto attuare la sera al museo. Non sapeva neanche quanto tempo mancasse precisamente all'evento perché, tanto, ci vedeva solo un gran buco nell'acqua. Ma dentro di sé qualcosa gli sussurrava di stare tranquillo, che sarebbe andato tutto bene se si fosse affidato al corso degli eventi. Che tra l'altro, questo, aveva fatto sì di far trovare il vaso di Pandora al loro posto, come se il destino stesse cercando di accelerare i tempi.
Un clilc alle sue spalle, lo fece risalire all'istante dai suoi pensieri. Si immobilizzò osservando in silenzio Diana designarsi tra le lenzuola all'ingresso del container. Indosso aveva una sottile canottiera e una tuta nera. Le linee sottili del suo corpo fecero breccia nei suoi occhi e la tristezza che si portava dietro la percepì come una fragranza nell'aria.
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Una Realtà a Colori
FantasíaVOLUME 1 - COMPLETO 𝑻𝑹𝑨𝑴𝑨 Tutto è cambiato per Diana. 24 ore 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 dell'incidente era solo una comune ragazza, soffocata dal futuro e dall'inadeguatezza. 24 ore 𝑑𝑜𝑝𝑜 l'incidente, Diana è un membro della triarchia del Sacro Triskell...