Capitolo 1

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I miei stessi passi sull'asfalto mi rimbombano nel petto mentre percorro la piccola stradina di ciottoli che conduce all'ingresso del campus.

Ormai l'estate è finita già da qualche settimana, ma il caldo sembra non voler lasciare il posto all'autunno qui a Gainesville.

Osservo le persone intorno a me, come faccio sempre, soffermandomi sui dettagli che gli altri non notano. Un dolce profumo di caffè mi arriva dritto sotto alle narici e, ancora prima che qualcuno mi tocchi piano la spalla, so già che Penelope mi ha raggiunto.

Mi volto verso di lei e sorriso, ricambiando il saluto.

Sposto gli occhi sulle sue labbra, leggendo il loro movimento <<Come stai?>> chiede sorridendo allegra, osservandomi con i suoi grandi occhi color nocciola.

Ho conosciuto Penny il primo giorno di College a lezione di Biologia. Eravamo sedute vicine e ha iniziato a scarrellare una valangata di informazioni su di lei che ho dovuto chiederle più volte di rallentare dato che stare dietro al suono della sua voce e al labiale iniziava a diventare difficile.

La sua voce è dolce, morbida. Mi piace ascoltarla mentre parla e, ormai, ha imparato a parlare un po' più lentamente con me. Non ho problemi a comunicare con lei e sembra non disturbarla in fatto che le risponda sempre con le scritte sul mio taccuino.

Eppure, prima di Penny, non ho mai avuto un'amica o qualcosa che si avvicinasse ad essa, oltre alla mia cagnolina Nala. Ma con lei è diverso, perché non sembra neanche notare la mia diversità. Semplicemente non le importa e solo questo fa si che ai miei occhi risulti una della migliori persone al mondo.

Non era stato facile per me il liceo. Sono sempre stata la prima ad isolarmi, ma nessuno ha mai fatto un passo nei miei confronti, probabilmente troppo spaventati dalla mia diversità. Eppure con Penny mi rendevo conto che tutta quella difficoltà che sembrava esserci tra udenti e non udenti improvvisamente fosse sparita.

È poco più alta di me e porta quasi sempre i lunghi capelli castano scuro raccolti in una coda alta disordinata, che lascia sempre uscire qualche ciuffetto che gli ricade sulla fronte.

Porto l'indice sul petto, poi metto la mano in obliquo muovendola un paio di volte. Poggio le dita al mento per poi allontanarle in avanti, ''Sto bene, grazie'' mimo, la indico ''tu?''.

<<Sto bene. Tieni, è il tuo preferito>> mi passa il solito caffè americano con panna che, ormai, mi prende tutte le mattine.

Le sorrido e prendo il bicchiere, bevendone subito una lunga sorsata. Poggio nuovamente le dita al mento spostandole poi in avanti, ''Grazie'' mimo con un grande sorriso.

<<Non sai cos'è successo alla fine della lezione di chimica, ti sei persa una scena epica>> arriccia il naso e ridacchia <<Hai presente Rebecca Hoks?>> chiede attendendo di vedermi annuire prima di continuare <<Bene, alla fine della lezione ha fatto una scenata penosa al suo ragazzo davanti a tutti, anche il professore. A quanto ho capito deve averla tradita o non si spiegano tutte quelle lacrime e quello show da dramma queen>>.

Scuoto la testa ridendo. Prendo il taccuino e scrivo velocemente ''Lo sappiamo tutti che John va a letto con le altre, lei lo scopre solo ora?''.

Penny legge e sorride <<A quanto pare si. Sai, non è proprio una cima>>.

Scuoto la testa alzando le sopracciglia.

Porto l'indice alla fronte poi lo allontano mimando ''Intelligente'' con le labbra.

Penny ride <<Questa l'ho capita. Dovesti insegnarmi la lingua dei segni, mi piacerebbe impararla>>.

Sorrido e porto il dorso delle quattro dita della mano destra sulla guancia sfregandole contro essa due volte, ''con piacere''.

The Sound of Heart BeatsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora