Quando parcheggio la Range Rover nel vialetto di casa mia mi tremano le mani.
Ho deciso che non voglio più nascondermi per paura di essere giudicata. Grazie a Harry, anche se probabilmente non è consapevole di avermi aiutato, ho deciso che, d'ora in poi, parlerò. Voglio far sparire questo ostacolo che per anni mi sono creata da sola.
Mi è sempre mancata quella fiducia in me stessa che sto riscoprendo passo dopo passo.
Per tutta la vita mi sono sentita in difetto per molti aspetti.
Uno di questi era la mia voce.
La trovavo stonata. Sgraziata. Poco piacevole.
E poi è arrivato lui.
Lui che, quando l'ha sentita per la prima volta, per poco non sveniva.
Lui che non fa che ripetermi quanto voglia sentirla ancora, e ancora.
Forse mi sbagliavo.
Mi concentravo sul giudizio degli altri, quando l'unica cosa di cui mi deve importare e cosa io penso di me stessa.
C'era bisogno di Harry per farmi capire che, se per qualcuno la mia voce può risultare fastidiosa, per altri non è così.
Non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.
Scendiamo dall'auto e, come l'altra volta, dopo pochi secondi la porta d'ingresso si spalanca e un batuffolo di pelo marrone chiaro mi corre incontro, abbaindo felice.
<<Nala>> mi abbasso e la stringo tra le braccia quando salta con le zampe sulle mie spalle.
Mi lecca la faccia facendomi ridere, prima di voltarsi e notare la presenza di Harry.
Lo riconosce subito, infatti si allontana da me, correndo verso di lui <<Ciao bella>> sorride inchinandosi per poterla accarezzare, mentre lei mugugna dalla felicità.
I miei genitori sbucano dall'ingresso e con un grande sorriso mi dirigo verso di loro.
<<Fiorellino>> quella parola detto con la calda voce di papà riesce a farmi sentire subito a casa.
Mi fiondo tra le loro braccia <<Mi siete mancati>>.
<<Tesoro..>> mormora mia madre allontanandosi dall'abbraccio solo per potermi guardare negli occhi.
Le rivolgo un sorriso sincero quando la vedo osservarmi incredula con la bocca leggermente socchiusa.
Sposto gli occhi dal suo viso a quello di mio padre, che mostra la stessa espressione sbigottita.
Rido dolcemente <<Vi racconterò tutto dopo, ok?>>.
Annuiscono, mostrandomi uno dei loro dolci sorrisi che mi fa stringere il cuore.
Nonostante siano i miei genitori non ho mai parlato neanche con loro. Le uniche volte in cui avevano sentito la mia voce era stato durante qualche seduta dal logopedista a cui mi avevano accompagnato, prima che quest'ultimo pensasse che fosse meglio entrare nella stanza da sola perché la loro presenza mi metteva in soggezione.
Crescendo ammetto di essermi sentita in colpa per questo.
<<Che hai fatto al viso?>> domanda mia mamma, sfiorando la cicatrice sullo zigomo.
<<Sono caduta dal letto mentre dormivo e ho sbattuto contro al comodino, niente di grave>> mento e ringrazio che in quel momento Claire mi affianca <<Lei è Claire, la sorella di Harry>>.
<<Oh, è un vero piacere conoscerti cara>> dice mia mamma, usando il linguaggio dei segni.
''Il piacere è mio signori Davis, grazie infinite per l'invito'' sorride lei con le guance leggermente colorate di rosso.
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The Sound of Heart Beats
RomanceIN REVISIONE ''E' perchè sono sorda?''. > una risata amara gli lascia le labbra. Mi avvicino ''E allora com'è?'', mimo ancora. Sospira e mi osserva. I suoi occhi quasi mi penetrano fin sotto la pelle. Li sento bruciare nel petto, nello stomaco, ovun...