CAPITOLO 36 IL TUO PROFUMO È LA MIA DROGA.

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Sono passati due giorni da quando ho partorito e sono pronta a lasciare l'ospedale non ce la facevo più a stare lì dentro voglio ritornare alle mie abitudini e casa mia mi manca.

"Allora vi segno la vista fra una settimana e vi abbiamo spiegato tutto e se c'è qualunque problema venite qui, vi abbiamo spiegato un po' tutto quindi siete pronti per andare."

Dice Il primario consegnandoci tutte le carte di Matteo e le mie, Claudio tiene il bambino nella culla e gli stringe la mano.

Claudio: "Possiamo portarci un'infermiera a casa?"

Chiede ed il primario ci sorride.

"Ve la cavate benissimo da soli sennò non li avevo dimessi ve l'ho detto se ci è qualche problema non esitate a chiamare anche di notte tanto sono reperibile sempre."

Claudio: "Grazie dottore va bene."

Gli stringe la mano e si mette gli occhiali da sole prende i bagagli miei e del piccolino ed usciamo, io faccio fatica ancora a camminare ma quando ho sentito che sono libera da lì dentro non mi importa pure se vado a rilento lui poi mi prende la mano anche se è carico come un mulo.

Claudio: "Dove ti metti?"

Mi chiede una volta aperta la macchina. "Mi metto dietro devo controllarlo" mi apre lo sportello e apre l'altro sportello aggancia la culla e chiude lo sportello io metto una mano sulla culla per la macchina ma lui dorme beatamente. Beato lui io sono due giorni che non dormo lui dorme, mangia e gioca con il papà e con me.

Claudio: "Dove la porto signorina?"

Chiede girandosi verso di me. "A casa nostra."

Claudio: "E casa sia."

Dice mette in moto e parte, io mi godo Roma soleggiata ma oggi la vedo diversa oggi è più bella, solo per una cosa non è bella il traffico.

Claudio: "Guarda che casa è un disastro da quando non ci sei tu ho cominciato ad essere disordinata."

Dice guardandomi dallo specchietto mentre siamo ad un semaforo che non scatta mai. "Non mi metto a pulire mi butto su qualcosa di comodo e mi addormento" intanto Matteo ha sputato il ciuccio e prima che inizia a piangere gli lo rimetto.

Claudio: "Non hai dormito in questi giorni vero?"

Chiede e finalmente scatta il semaforo e riparte. "No per niente ogni 3 ore doveva mangiare e non facevo altro che cambiarlo, mai i miei tu li hai visti oggi?"

Claudio: "No non li ho visti ma sai come sono i tuoi."

Io: "È quello che mi preoccupa che potrei trovare casa invasa dai miei oggi proprio non ce la faccio."

Claudio: "Siamo arrivati, ora tu ti riposi e ci penso io a nostro figlio."

Dice scendendo dalla macchina mi apre lo sportello e prende nostro figlio, prende anche le valigie e se le carica addosso scendo dalla macchina e ci avvia alle scale. "L'unica cosa che non mi mancava sono le scale non potevi trovare un appartamento a piano terra?"

Claudio: "Vieni qui dammi la mano."

Dice io mi appoggio a ci avviamo alle scale. "Sei già carico di troppe cose..."

Claudio: "Tu non ti preoccupare."

Augusto" "Dottoressa benvenuta... come sta?"

E mi abbraccia. "Ora bene li dentro non ci riuscivo a stare più."

Augusto: "Claudio ti serve una mano?"

Claudio: "Si mi porti queste che do una mano ad Alice a salire."

L'Allieva 3 "Secondo me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora