FRANCESCA'S pov
<<Principessa.>> sento una voce familiare sussurrare molto vicino al mio orecchio. Quando apro gli occhi, il volto di Samuele è vicinissimo. <<Dove siamo?>> chiedo, guardandomi intorno. <<Casa.>>
Lui scende velocemente dall'auto e mi apre la portiera: quando esco, vedo che siamo nel bel mezzo del parcheggio vuoto di un palazzo. Alzo lo sguardo verso la facciata e noto con stupore che è interamente in vetro. <<Hai un appartamento qui?>> chiedo al mio promesso sposo, e lui sorride. <<Siamo a Downtown Brooklyn. Il palazzo è mio. Io abito nell'attico, i miei uomini vivono negli altri appartamenti sottostanti.>> risponde, facendomi rimanere a bocca aperta. È il proprietario di questo maledetto palazzo. E probabilmente anche di numerosi altri edifici, ville, nei dintorni. Chi diavolo è quest'uomo?
Prende le sue cose dal bagagliaio mentre arrivano le altre due auto. Valeria esce dal sedile posteriore della prima e mi rivolge un sorriso estasiato. Ricambio con un sorriso debole. Una volta usciti tutti, ci dirigiamo verso l'ascensore. <<Niente da Paul?>> Samuele chiede a Diego, dietro di lui. <<Non ancora, Capo.>> gli risponde questi. Il mio futuro marito risponde con uno sbuffo. Entriamo tutti nell'ascensore e Samuele preme PENTHOUSE.
L'ascensore impiega letteralmente cinque secondi per salire all'appartamento e, quando le porte si aprono, rimango scioccata. La maggior parte delle pareti sono vetrate, un'enorme zona giorno si apre davanti ai miei occhi e sembra non finire mai. Entro seguendo Samuele, mentre tutti gli altri restano nell'ascensore le cui porte si chiudono subito dopo. Faccio un giro e vedo una bellissima cucina open space con un'isola in marmo nero e sgabelli in legno chiaramente fatti a mano. Due serie di quattro enormi lampadine coprono l'isola illuminandola. <<Mi piacciono queste>> dico indicandole e vedo mio marito sorridere. <<Grazie, ho scelto tutto l'arredamento io stesso.>>.
Girandomi verso sinistra, vedo una scala di metallo che porta al secondo piano, dove immagino ci siano le camere da letto. Camere da letto. O camera da letto? <<Dove...>> esordisco, ma a quanto pare il mio futuro marito riesce a leggermi nel pensiero, perché risponde alla domanda che non ho nemmeno posto. <<Ho chiesto a Miriam di preparare la camera degli ospiti per te. È piuttosto spaziosa, non dovresti avere problemi.>> dice, prendendo un cartone di succo d'arancia dal frigorifero e versandosene un bicchiere. È così calmo che mi dà alla testa. <<Non... dormiremo nello stesso letto?>> gli chiedo con riluttanza facendo del mio meglio per non guardarlo negli occhi.
<<No, principessa. La mia reputazione può essere quella di un mostro, il mio lavoro non è dei più legali, ma non ti costringerò a dormire con me a meno che tu non lo voglia.>> dice, bevendo il suo succo, gli occhi puntati su di me con sicurezza. <<Non voglio.>> rispondo, duramente. <<Come desideri.>>. Non faccio a meno di notare il ghigno che gli colora le labbra, e la cosa mi fa irritare.
Prima che possa salire le scale, un forte miagolio mi fa voltare e correre verso l'ascensore, davanti al quale tutte le mie cose sono state posizionate dagli uomini di Samuele. <<Mister Ghigo! Mi dispiace tanto, ti faccio uscire subito.>> Apro la gabbietta e prendo Ghigo in braccio, stringendolo e dandogli dei baci. In risposta, il mio micio mi dà una bella leccata sulla guancia. Samuele produce un suono che sembra a cavallo tra il disgusto e il fastidio. <<Non voglio vedere quella cosa vicino a me, alla mia stanza o al mio ufficio. È chiaro?>> grugnisce alle mie spalle, ma io non rispondo e nemmeno mi volto. <<È cattivo con noi, non è vero?>> chiedo al mio gattone alzando la voce in modo che Samuele possa sentirmi. <<Ha bisogno di una lettiera in uno dei bagni. A meno che tu non voglia che faccia pipì e cacca sul tuo bellissimo bancone di marmo.>> aggiungo. <<Ho già detto a Miriam di metterne una nel tuo bagno. Sono serio, non voglio quella cosa vicino a me>>. Prende un altro sorso del suo succo d'arancia, poi tira fuori il telefono e grugnisce, sbattendo il bicchiere sul marmo duro.
<<Devo andare, non so quando tornerò. Fai come se fossi a casa tua, Miriam ti preparerà tutto quello che vuoi per cena.>> mi dice mentre si dirige verso l'ascensore, poi sparisce dietro le porte.
<<Emh.. Ciao?>> dico non nascondendo la mia irritazione, tanto non può sentirmi.Ore 14.32: Sconosciuto: Ti ho sentita. Ciao, principessa.
Ore 14.33: Io: Come hai avuto il mio numero?
Ore 14.35 Samuele: Ottengo sempre quello che voglio.
Fisso lo schermo annoiata. Non rispondo e butto il telefono sul divano mentre decido di andare a ispezionare il resto dell'attico. Salendo le scale, sento dei rumori in una delle stanze in fondo al corridoio. Busso leggermente ed entro. Una donna sulla cinquantina è in piedi al centro della stanza e prende a calci un aspirapolvere di una molto costosa e conosciuta. I suoi capelli sono tenuti su da un mollettone marrone, e una fascia fiorata le incornicia il viso. Mi schiarisco la gola e la donna salta sull'attenti. <<Oh, santo cielo, mi dispiace tanto. Non sapevo che foste arrivati. Io sono Miriam, la governante, tu devi essere Francesca. Samuele mi ha parlato molto di te.>> dice, tendendomi la mano per stringerla. <<Lo ha fatto veramente?>> chiedo, divertita. <<Certo. Questa è la tua stanza, in realtà. Stavo cercando di passare l'aspirapolvere ancora una volta, ma questo aggeggio non si accende. Ho detto a Samuele che quello vecchio funzionava perfettamente, ma lui ha deciso di prendere questo. Non ha nemmeno il cavo!>> dice, chiaramente frustrata dall'oggetto. Io ridacchio.
<<Vediamo se posso aiutarti>>.
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What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia Romance
ChickLitFrancesca è la figlia primogenita del Capo dell'Outfit di Boston, Don Vito Genovese. Quando la sorella minore Valentina si sposa per affari, Francesca crede di avere la possibilità di innamorarsi per davvero. Gli uomini dell'Outfit non l'hanno mai g...