CAPITOLO 41

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Una volta varcato il cancello, guido per un po' senza una meta precisa, cercando solamente di allontanarmi dalla villa e da tutte quelle persone che, sicuramente, mi stanno già cercando ovunque.
Alla fine, parcheggio poco lontano da una piccola piazza molto affollata di un quartiere non troppo fuori dalla città: stare in mezzo alla gente mi aiuterà, in primis, a passare inosservata, e poi potrò concentrarmi meglio sul da farsi. Ho una pista in mente che potrei seguire: Cosimo, il cugino di Samuele, non me la conta giusta. E se fosse lui la talpa? Conosco il quartiere in cui abita, potrei farci un salto. Dopotutto, non sarebbe una novità che un membro di una famiglia mafiosa si schieri dalla parte del nemico per un tornaconto personale, è già accaduto moltissime volte.
Mi perdo a passeggiare tra le bancarelle del mercato settimanale, cosa che mi fa sentire una persona normale, per una volta nella mia vita. Il profumo delle foglie di verdura e del pane appena sfornato mi fa tranquillizzare: non avevo ancora dato spazio all'agitazione che mi provoca questo gesto appena compiuto, ero troppo presa dall'adrenalina. Faccio qualche respiro profondo, e per un attimo riesco quasi a calmarmi. Ma non del tutto.
C'è qualcosa di strano nell'aria, ed io provo una sensazione peculiare. Non riesco a scrollarmela di dosso, è come se qualcuno mi stesse osservando. Mi fermo sui miei passi e mi volto lentamente, ma non c'è nessuno: solo qualche anziana signora che compra gli ingredienti per qualche pietanza speciale, gente che cammina, un bambino per mano alla madre.
Forse mi sto solo immaginando le cose. Eppure, il mio cuore non ne vuole sapere di smettere di battere all'impazzata, i miei sensi completamente all'erta.
Continuo a camminare, lasciandomi dietro la folla, e arrivo davanti alla vetrina di un piccolo negozio di dischi e vinili. Osservo l'insegna, deve avere non meno di sessant'anni, a giudicare dalla ruggine e dai colori sbiaditi. Cerco di immaginarmi la vita in questo quartiere il giorno che ha aperto questo negozio, ma la mia mente non è concentrata.
Sento un brivido percorrermi la schiena, i peli sul retro del mio collo che si drizzano come sull'attenti. Un movimento impercettibile, dietro di me. Troppo vicino per essere una coincidenza.
Prima che possa reagire, una mano forte mi copre la bocca, schiacciando un panno bianco a coprire anche il mio naso, soffocando l'urlo che stava per partirmi. L'altra mano mi afferra con forza un braccio, tirandomi e costringendomi a fare diversi passi indietro. Cerco di divincolarmi con tutte le mie forze, ma è inutile, mi sento così debole.
<<Sta' zitta e lasciati andare. Se urli ne pagherai le conseguenze.>> sibila una voce, maschile e anche un po' famigliare, nel mio orecchio. Il mondo intorno a me inizia a farsi confuso, mentre l'uomo continua a trascinarmi via. Cerco di vedere più che posso, immagazzinando più informazioni e dettagli possibili, ma tutto accade troppo in fretta. L'ultima cosa che ricordo è un furgone nero, Mercedes, le porte posteriori spalancate e qualcuno dentro con le bracca rivolte verso il mio corpo, ormai inerme.
Poi il buio.

SPAZIO AUTRICE:
CIAO A TUTT*!
COME PROMESSO, ECCOV UN NUOVISSIMO CAPITOLO DI QUESTA STORIA! SPERO VERAMENTE CHE VI STIA PIACENDO, COSA PENSATE ACCADRà NEI PROSSIMI CAPITOLI? CHI E' STATO A RAPIRE FRANCESCA? FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE VOTANDO E COMMENTANDO!!
Ci vediamo presto con altri contenuti.
Un bacio,
Feda <3

What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora