CAPITOLO 47

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SAMUELE'S POV
Il quartiere spagnolo brulica di vita, un mosaico di vicoli stretti, panni stesi e voci che si accavallano. Ho i nervi a fior di pelle mentre passo in rassegna ogni persona che mi cammina di fianco, stringendo i pugni. Ognuno di loro potrebbe essere un testimone, o persino un complice.
Con una foto di Francesca, il giorno delle nostre nozze, tra le mani, mi avvicino a un gruppo di ragazzi che fumano all'angolo della piazza gremita. Intorno a noi, i commercianti stanno chiudendo i banchi e mettendo via frutta, verdura e altro.
<<Avete visto questa donna?>> domando, mostrando loro l'immagine. Non devono avere più di vent'anni, a giudicare dal loro look. 
<<No, boss. Me la ricorderei, sabes?>> mi risponde uno ridacchiando e scrollando le spalle. Serro la mascella. <<Ne sei sicuro?>> ribatto, la voce bassa, minacciosa. Il ragazzo si limita ad annuire con vigore, gli occhi spalancati.
Mi muovo lungo tutta la piazza, mostrando la foto a chiunque, anche ai bambini. Ogni risposta negativa mi uccide un po' di più.
Con la coda dell'occhio, noto un'anziana signora seduta su una sedia di plastica poco fuori dalla porta di casa, un vecchio scialle appoggiato alle spalle ormai ricurve. <<Mi scusi, senora. Ha visto a esta chica, en la foto?>> le domando scavando nella mia mente alla ricerca delle poche nozioni di spagnolo imparate all scuola privata. La donna alza un sopracciglio.
<<Vivo aqui da cinquant'anni, ragazzo. Comunque sì, l'ho vista questa mattina molto presto, il mercato aveva appena aperto. Camminava un po' spaesata e si è fermata davanti a quel negozio di dischi, laggiù. Giusto il tempo di soffiarmi il naso, ed è sparita.>> indica con la mano l'insegna sbiadita di un negozio che sarà lì da decenni. <<Quanto tempo fa, esattamente?>>
<<Tres, cuatro horas.>> mi dice alzando le spalle. Le metto una banconota da cento dollari in mano mormorando un "grazie", poi mi avvio a grandi passi verso il negozio. Il sangue mi martella nelle orecchia al solo pensiero di Francesca che scompare nel giro di pochi secondi.

Il rumore delle mie scarpe sul marciapiede si mescola ai suoni confusi del quartiere: voci di passanti, clacson in lontananza, un violino stonato suonato da un artista di strada. La foto di Francesca è stretta tra le mie dita, le nocche bianche dalla tensione.
Arrivato davanti all'entrata, osservo con attenzione l'interno del vecchio negozio: pile di dischi vecchi, poster alle pareti e carta da parati che si stacca. Questo posto è stato dimenticato da Dio. Noto quasi subito la telecamera in alto, all'angolo della banca accanto al negozio. La lente punta direttamente sull'ingresso dello shop di dischi. I miei occhi seguono il suo angolo, il cuore che batte più forte.  <<Boss, ha trovato qualcosa?>> la voce di Carlo mi costringe a voltarmi.
Gli indico la telecamera. <<Voglio quei filmati. Lavoriamo con questa banca da anni, dì che li richiedi per conto mio e te li daranno.>> 
Carlo annuisce e scompare all'interno della filiale. Dopo minuti che sembrano ore, riemerge con un tablet in mano. 
<<Eccoli, boss>> dice, porgendomelo. 

Mi appoggio al muro vecchio e scrostato, l'iPad tra le mani. Carlo si posiziona accanto a me, in silenzio. Premo play sul filmato. 

Sul video, Francesca appare inconfondibile, il corpo rigido mentre osserva la vetrina del negozio. Nei suoi occhi, un bagliore strano: si guarda lentamente intorno, come se cercasse di individuare qualcuno. Accade tutto in pochi secondi: due uomini la afferrano e la trascinano verso un van. Uno di loro le preme un fazzoletto sulla bocca. Entrambi sono incappucciati, ma la camminata sicura e arrogante di uno di loro è inconfondibile. Cosimo. E potrei giurare che l'altro sia Monzegli.
La rabbia esplode dentro di me come un incendio. <<Quel bastardo...>> mormoro. Devo combattere con tutte le mie forze contro la voglia di scaraventare il tablet contro la parete, distruggendolo.  
Ricomponendomi, premo pausa e ingrandisco l'immagine del van. Sul lato, si intravede una scritta sbiadita: "Taglio e trasporti legnami - Bosco della Luna". È una vecchia azienda, abbandonata da anni. La conosco. 

<<So dove sono.>> dico con tono freddo, guardando Carlo e spingendogli l'iPad contro il petto. <<Chiama gli altri. Li voglio tutti lì, armati. Ora.>> Non c'è tempo per pensare. Non c'è spazio per il dubbio.
Perlustrerò quel posto fino alle sue fondamenta se sarà necessario, ma porterò Francesca a casa.
E, che Dio mi fulmini qui e ora se sto mentendo, ucciderò Cosimo Caputo. E poi Andrea Monzegli.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutt*!
Eccomi anche oggi con un nuovissimo capitolo! Sono molto felice di avere un po' di tempo libero e di potervi portare nuovi contenuti, concludendo finalmente questa storia.
Ci tengo a precisare che, una volta terminata, la revisionerò e probabilmente modificherò qualche parte precedente in cui possono risultare incongruenze con le parti successive.
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo VOTANDO e COMMENTANDO! Se ne avete la possibilità, CONDIVIDETE!
Un bacio,
Feda <3

What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora