CAPITOLO 20

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SAMUELE

<<Hai trovato qualcosa? >> chiedo a Paul appena entra nel capannone, che per metà è sparito, lasciando un buco enorme per ammirare la bella vista sul porto di New York. <<Non molto, signor Caputo. Chiunque sia stato sapeva cosa stava facendo. Ho comunque trovato delle impronte digitali all'esterno, ma non so dirle quando siano state lasciate. Il software le ha associate a un uomo di nome Dimitri Petrov. È nel nostro software perché è stato arrestato per aggressione a mano armata, ma qualcuno lo ha tirato fuori su cauzione molto velocemente.>> mi dice, consegnandomi una cartella con una foto e molte informazioni su Dimitri.

Il mio informatore mi fornisce un dettaglio importante. Non ho mai sentito parlare di questo Petrov, ma se è stato rilasciato su cauzione appena arrestato, allora fa parte del Bratva. Una delle loro regole è che non lasciano mai uno dei loro uomini in prigione per più di un giorno. <<Grazie, Paul>> dico, congedandolo con un gesto della mano. <<Quando vuole, signore.>> dice lui, uscendo dal magazzino e salendo su una Toyota prossima alla rottamazione.

<<Cosa hai intenzione di fare con questo Petrov?>> mi chiede Vincenzo, qualche passo dietro di me. <<Prima lo trovi. Poi lo porterai da me, vivo. Io lo farò parlare.>> rispondo, voltandomi. <<Stai per iniziare una guerra con il Bratva, sei sicuro?>>

<<Dubiti delle mie scelte, cugino?>> gli chiedo, alzando un sopracciglio. <<Mai. Dico solo che... Gli uomini del Bratva sono noti per rapire e uccidere le persone vicine ai loro nemici. Potrebbero prendere tua madre, o tua moglie. O me e la mia famiglia...>> dice, sedendosi su uno sgabello in legno. <<Hai paura, Vinny? Ti pago per essere senza paura, perché cazzo sei spaventato? Sia mia madre che mia moglie sono al sicuro. E anche la tua famiglia. Sai che la famiglia viene prima di tutto per me.>> gli dico, e sono sincero. Sono un uomo orribile, uccido per vivere, questo è vero. Tuttavia, la famiglia rimane e rimarrà per sempre la cosa più importante per me. La proteggerei a costo di morire io stesso. 

<<Lo so. Non ho paura. Uccidiamo quei bastardi.>> dice, più convinto. <<Ecco il mio cugino preferito. Chiama Diego e Carlo, ti aiuteranno a trovare questo figlio di puttana.>> gli dico, mentre mi avvio verso la Jaguar parcheggiata fuori dal capannone. 

Mentre sto tornando a casa, ricevo una chiamata da Miriam. Alzo gli occhi al cielo e premo Accetta.

<<Sì?>>

<<Mister Caputo, salve. Emh... volevo solo...>> sussurra, come se ci fosse qualcuno in casa con lei e non volesse che la ascoltassero. La mia mente va direttamente al Bratva e a Dimitri Petrov. <<Cosa, Miriam? Stai bene?>> le domando, pensando che sia successo qualcosa di grave.

<<Oh, sì, sto bene. È solo che... la sua fidanzata... sta risistemando i mobili. E il gatto, se devo chiamare quel mostro un gatto, ha fatto la pipì sul suo tappeto, quello persiano.>>. Mentre sento le parole uscire dalla sua bocca, le mie mani iniziano a tremare e mi ritrovo a stringere la presa sul volante. Quel tappeto costa cinquantamila dollari. <<Che cazzo vuol dire che sta risistemando i mobili?>> chiedo, cercando di sembrare composto. Quando l'ho comprata, cinque anni fa, la casa era perfettamente arredata e non ho mai spostato nulla. <<Sì, ha... ha mandato la sua assistente a comprare un bel po' di piante. Le sta mettendo dappertutto. E sta appendendo dei quadri. Foto di gattini e di fiori. E di se stessa.>> sussurra, e io perdo la testa. Schiaccio il piede sull'acceleratore e arrivo a casa in dieci minuti, chiudendo la telefonata senza salutare.

Quando entro nell'attico con un ding dell'ascensore, di Francesca non c'è traccia. Miriam si precipita da me con un paio di accappatoi e asciugamani in mano. <<Mister Caputo, mi dispiace tanto di averla chiamata mentre era con i suoi uomini.>> La ignoro. <<Dov'è lei?>> chiedo. <<È in bagno, ma sta per fare la doccia, mi ha chiesto...>> 

Non sento nemmeno il resto della frase. Mi precipito in bagno e irrompo all'interno. Lì trovo la mia futura moglie: è in piedi davanti allo specchio, completamente nuda. Quando mi vede, i suoi occhi si spalancano e cerca rapidamente qualcosa per coprirsi, ma non trova nulla. Immagino che Miriam le stesse portando quegli asciugamani e sorrido mentre osservo la sua splendida figura piena.

<<Esci subito, maniaco!>> mi sbraita addosso come una pazza, cercando di coprirsi con le braccia, ma fallendo miseramente. <<So esattamente a che gioco stai giocando, principessa. Credi che un paio di foto di gattini e due piante possano farmi cambiare idea sul matrimonio? Sono un uomo potente. Non me ne frega un cazzo dei tuoi gattini.>> 

Lei serra la mascella e inspira bruscamente. <<Esci da questo cazzo di bagno o giuro che chiamo la polizia.>> mi dice, ed io scoppio a ridere. <<La polizia? E cosa diresti? Che il tuo futuro marito ha fatto irruzione nel bagno di casa sua e ti ha vista nuda? Oh, no, sono almeno dieci anni di reclusione.>> rispondo con sarcasmo. <<E in più, sarei io il maniaco? Ti ricordo che solo un paio di mesi fa hai guardato con interesse mentre...>>

<<OK! OK! Toglierò i gattini. Ora, esci perfavore.>> mi chiede, continuando a coprirsi con le mani. Riesco comunque a vedere ogni parte del suo corpo quasi perfettamente, e mi prendo un secondo per osservarla meglio, l'erezione che si fa strada nei miei boxer. Osservo i suoi occhi abbassarsi fino a notare il rigonfiamento dei miei pantaloni, e le sue guance da rosse diventano di fuoco. <<Principessa, non sai che prima o poi dovrai essere mia? E scommetto anche che lo vorrai. Anzi, scommetto che lo vorresti già ora.>> dico mentre mi avvicino lentamente al suo corpo nudo. <<Ti piacerebbe.>> mi risponde, mantenendo la testa alta. Sento il suo cuore battere come impazzito, e la cosa mi fa eccitare. Il fatto che sia completamente nuda mentre io completamente vestito mi fa un effetto incredibile. E' qui, davanti a me, senza difese. 

Lentamente, appoggio una mano sul suo fianco, aspettandomi che si scansi. Non lo fa, il che mi provoca un sorrisetto divertito. La mia mano si muove piano fino a raggiungere l'interno coscia, per poi arrivare al punto più sensibile del suo corpo da dea. La sensazione del contatto sulle mie dita mi è perfettamente famigliare. Alzo le sopracciglia, divertito. <<Sei bagnata, proprio come lo eri quella mattina. Non mentire a me e a te stessa, principessa. Il tuo corpo parla per te.>> le dico, mentre accarezzo le sue pieghe perfettamente bagnate e in trepida attesa. La vedo chiudere gli occhi e deglutire con forza. <<Samuele...>> sussurra. Con un sorrisetto, tolgo la mano, mi volto, ed esco dal bagno senza dire una parola. 

What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora