CAPITOLO 42

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SAMUELE'S POV
<<Crediamo che Monzegli stia cercando di creare alleanze anche con altre famiglie, oltre a quelle legate alla mafia russa. Come sai, Samu, è in rapida ascesa il business dei Chen. Si stanno facendo strada nel commercio di droghe nuove provenienti dalla Cina.>>
Antonio mi passa la foto di un uomo asiatico sulla cinquantina, vestito elegante e piuttosto robusto. Sta spiegando a tutti il contenuto della sua ultima ricerca su Monzegli, a cui sembra aver lavorato tutta la notte. <<Controllate i loro ultimi movimenti, nel caso ci sia qualcosa di sospetto. Dove diavolo è Cosimo? Se ne occupa lui di queste cose.>> dico guardandomi intorno alla ricerca di mio cugino. <<E' già all'opera, è andato nel quartiere dei Chen sotto copertura. Ci darà notizie nelle prossime ore.>>
Mentre Antonio finisce la frase, il mio telefono inizia a squillare: è il capo della sicurezza di Casa Caputo, Carlo Vinci. I miei uomini sanno che possono chiamarmi solamente in caso di pericolo imminente, o di catastrofe. Un brivido mi percorre la schiena: Francesca.
Accetto la chiamata e metto in vivavoce. <<Parla.>>
<<Signor Caputo... si tratta di sua moglie.>> La voce dell'uomo dall'altra parte della cornetta è spezzata, nervosa.
Lo sapevo. Mi alzo di scatto dalla sedia, gli occhi dei miei cugini e uomini puntati su di me. <<Sembra essere fuggita. Valeria... cioè, l'assistente della Signora, dice di averla vista scavalcare la siepe, ma è scomparsa anche l'auto di uno dei giardinieri. Credo... credo che l'abbia rubata lei, Signore.>> Per un istante, il tempo sembra congelarsi: Francesca è uscita dalla villa. Senza scorta.
<<Tu credi? Credi che una donna di appena un metro e sessanta sia stata così furba da farvela sotto il naso? Credi che la sua assistente possa avervi mentito, dato che sono letteralmente fatte della stessa pasta? Vi pago perchè NESSUNO entri ed esca dalla mia casa senza che io lo sappia, razza di buoni a nulla!>> sto urlando, lo sguardo pesante di ogni singolo uomo della mia famiglia su di me.
<<Abbiamo già mobilitato tutti, Signore. Non può essere andata lontano. La troveremo prima di sera.>>
<<Sarà meglio. Ne va del vostro lavoro. No, della vostra vita.>> chiudo la comunicazione sbattendo il telefono sul tavolo in mogano.
Ha sfidato la mie regole. Ancora.
Mi passo una mano sul viso, cercando di contenere l'agitazione e la frustrazione che si fanno strada dentro di me. La rabbia per la sua testardaggine, per il suo totale rifiuto nel capire che un mondo come il nostro non fa per una ragazza come lei. Ma sotto tutto questo, c'è una paura che non voglio ammettere: il pensiero di perderla.
Colpisco bruscamente il tavolo on un pugno e mi rivolgo ai miei cugini. <<Trovatela! Non mi interessa come. Controllate ogni strada, ogni cazzo di telecamera nel raggio di cinquanta chilometri. Se qualcuno ha osato farle del male, io...>>
Non finisco la frase, non c'è bisogno. L'aria nella stanza si è fatta pesante, la tensione che si può toccare con mano. Chiudo gli occhi per un istante, facendo un respiro profondo.
Francesca ha osato sfidarmi, questo deve avere delle conseguenze.
Ma prima di tutto, devo riportarla a casa.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutt*!
Eccomi on un nuovissimo capitolo di questa storia che spero vi stia piacendo o, almeno, tenendo compagnia. Fatemi sapere che ne pensate VOTANDO e COMMENTANDO! Mi serve a raggiungere lettori nuovi e a ricordare ai vecchi che sono tornata, questa volta per concludere la storia.
Un bacio grande,
Feda <3

What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora