CAPITOLO 49

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SAMUELE'S POV
Le ruote dell'auto stridono sull'asfalto mentre percorriamo una strada in mezzo ai campi per Dio solo sa quanti chilometri. Ho impresso nella testa il luogo in cui si dovrebbe trovare il magazzino abbandonato di quella vecchia azienda di legna. La mia mente vaga immaginando migliaia di scenari diversi, quasi tutti catastrofici.
Carlo è al mio fianco, la pistola già carica in mano, il volto teso. Nessuno di noi ha ancora parlato da quando abbiamo lasciato il quartiere spagnolo, ma l'aria è elettrica.
Dentro di me, un vortice di emozioni che non riesco a controllare: paura, rabbia, e una disperazione che non voglio ammettere. Non sono mai stato spaventato da nulla. Ho visto uomini fidati, il mio stesso padre, morirmi davanti, eppure le sensazioni che ho provato in quei momenti non sono niente se paragonate al panico che sento ora.
Quando arriviamo a destinazione, so di essere nel posto giusto.
Il van Mercedes è parcheggiato poco distante. Freniamo di colpo, scendendo in fretta. Quando lo sguardo di Carlo incontra il mio, mi limito ad annuire e insieme ci dirigiamo verso il capannone.
I miei occhi vagano a destra e a sinistra scansionando l'area, il cuore che mi batte come un tamburo.
Francesca è qui. Deve essere qui.
Carlo mi indica delle impronte nel fango vicino all'ingresso. <<Sono recenti.>>
Annuisco, stringendo la pistola con forza. Dietro di noi, altre tre macchine cariche di miei uomini fanno il loro arrivo sul terreno ormai abbandonato. Tutti quanti scendono e si posizionano dietro di me, pistole alla mano.
Avanziamo in silenzio, il mio respiro pesante coperto solo dal fruscio dei nostri passi.
Quando raggiungiamo la porta principale, trovo che è socchiusa. La spingo con cautela e il rumore dei cardini arrugginiti mi fa gelare il sangue.
Un breve corridoio si apre davanti a me. Puzza di umidità e legno marcio, ma quasi non ci faccio caso. Non ho nemmeno il tempo di mettere un piede all'interno dell'edificio quando il suono sordo di uno sparo rompe l'aria, immobilizzando sia me che tutti i miei uomini.
<<NO!>
Un urlo mi sfugge dalla gola. Carlo non ha il tempo di trattenermi dal gettarmi letteralmente all'interno dell'edificio. L'immagine di mia moglie, stesa a terra con un proiettile conficcato nel cervello, mi fa vedere rosso dalla rabbia. Solo un nome riecheggia nella mia mente.
Francesca.

SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutt*!
Eccomi anche oggi con un nuovissimo capitolo! Sono molto felice di avere un po' di tempo libero e di potervi portare nuovi contenuti, concludendo finalmente
questa storia.
Ci tengo a precisare che, una volta terminata, la revisionerò e probabilmente modificherò qualche parte precedente in cui possono risultare incongruenze con le parti successive.
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo VOTANDO e COMMENTANDO!
Se ne avete la possibilità, CONDIVIDETE!
Un bacio,
Feda <3

What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora