CAPITOLO 36

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Mentre Samuele dorme profondamente di fianco a me, colgo l'occasione per osservare meglio il suo corpo. In modo particolare, cerco di capire il significato dei suoi tatuaggi: sono pochi, ne conto tre di cui uno sul petto, che ritrae una bussola antica; uno sul braccio destro, che pare essere un semplice disegno tribale; e uno sulla mano, che avevo già notato durante il viaggio verso New York. Mi avvicino il più possibile alla sua mano per cercare di decifrare la scritta impressa sulla pelle del suo indice: ODERINT DUM METUANT. 

Ho studiato latino per tre anni al liceo, per volere di mio padre. Conosco il significato di quella frase: MI ODINO PURE, PURCHE' MI TEMANO. E' una frase dell'imperatore Caligola. Penso a quante persone siano spaventate da lui, e una sensazione strana mi pervade. 

Sicuramente non riuscirò a riaddormentarmi, quindi decido di scendere in cucina per prepararmi una tazza di tè caldo. Quando cerco di sfilarmi le lenzuola di dosso, una mano possente mi afferra il braccio. Samuele apre gli occhi di scatto, come se fosse stato sveglio tutto questo tempo. <<Dove stai andando?>> mi domanda, la presa sul mio braccio ancora molto forte. <<A prepararmi del tè. Dormi.>> 

<<Vengo con te. Non è sicuro.>> mi dice. Prima che possa ribattere, lo vedo alzarsi dal letto, completamente nudo, in tutta la sua gloria. Io indosso il mio intimo e una vestaglia da notte lunga fino a metà polpaccio. Lui si limita a mettersi i pantaloni del suo abito nuziale. Mi servo di tutta la forza di volontà che è in me per non ripetere quello che è accaduto poche ore fa in questa stessa stanza. 

Scendiamo in silenzio verso la cucina e, una volta arrivati, Samuele mi dice di sedermi e che mi preparerà lui il tè. Mi do qualche pizzicotto sull'avambraccio per cercare di svegliarmi da questo strano sogno in cui il mio neo sposo, alto quasi due metri per più di cento chili, mi prepara una tazza di tè in piena notte. 

<<E' stato Monzegli, non è vero?>> gli domando dopo aver bevuto il primo sorso. Lui alza gli occhi su di me con espressione confusa. <<Non dovresti interessarti di questo genere di cose. Potrei metterti in pericolo, se ti raccontassi ciò che so.>> 

<<Giusto, però invitare un assassino al nostro matrimonio non mi ha messa in pericolo.>> lo stuzzico. <<Anche io sono un assassino.>> mi risponde con freddezza, cogliendomi un po' alla sprovvista. E' la verità, Samuele deve aver ucciso un gran bel numero di persone, per trovarsi qui. <<Io non ho paura di te. E nemmeno di Monzegli.>> gli dico. 

<<Perchè no?>> mi domanda, serio. <<Non ho paura di te perchè non credo che mi faresti del male, a meno che io non sia una talpa o una cosa del genere, e ti assicuro che non lo sono. Non ho paura di Monzegli perchè so come difendermi, so sparare e trovare posti in cui nascondermi. Vorrei che mi lasciassi prendere parte a questa storia, potrei esservi d'aiuto.>> 

Mi vergogno a chiedere una cosa talmente inverosimile. Una donna non può prendere parte ai piani del Mob, sarebbe uno scandalo. <<Francesca, sai che non posso farci nulla. Sei una donna, sei mia moglie, non posso metterti in pericolo. Se ti capitasse qualcosa io...>> 

<<Cosa? Mi hai sposata per convenienza, lo sappiamo entrambi. Dammi una sola opportunità di dimostrare che potrei essere una buona aggiunta all'Outfit. Tu sei il Capo dei Capi, nessuno si permetterà di mettere in dubbio le tue decisioni. E poi, se mi dovesse succedere qualcosa pace, perderesti tua moglie, non la donna che ami.>> le mie parole colpiscono anche me. Dopo la nostra prima notte di nozze ho forse sperato che potesse nascere un amore tra di noi, ma con la razionalità di nuovo in corpo, so che non sarà così. Samuele mi ha sposata per un motivo ben preciso, e l'amore non rientra tra i suoi interessi. Perlomeno, so che ci sarà passione. Il mio abito da sposa buttato a terra ne è la prova. 

<<Domani ci riuniamo per mettere insieme tutte le informazioni su Monzegli. Verrai con me, ascolterai ma NON parlerai. Siamo d'accordo?>> mi chiede, guardandomi dritta negli occhi. 

<<Si, capo.>> gli rispondo, portandomi la mano destra alla fronte ad imitare il saluto militare.

Lui si porta il pollice e l'indice al naso, in segno di esasperazione. 


SPAZIO AUTRICE:

Buongiorno a tutt*!

So che è passato un anno, ma ogni tanto mi ricordo di avere qualche storia in sospeso e la mia vena creativa ha la meglio su di me. 

Vi chiedo scusa se avete aspettato con pazienza la pubblicazione di altri capitoli, ma ora sono qui e sto scrivendo! Cercherà di completare questa storia, almeno. Perdonatemi per la mia assenza ma ho fatto molte cose! Mi sono laureata e ho insegnato inglese in una scuola superiore per alcuni mesi!

Se la storia continua a piacervi, e volete che vada avanti, fatemelo sapere VOTANDO e COMMENTANDO!

Vi mando un grosso bacio,

Feda <3


What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora