CAPITOLO 27

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SAMUELE

Francesca, 16:43 -->  Credo di piacere a tua madre più di quanto le piaccia tu. *foto*

Osservo la foto di mia madre abbracciata alla donna che sposerò nel giro di 72 ore, e devo fare del mio meglio per non sorridere come un idiota. Hanno entrambe in mano delle scarpe bianche sicuramente più costose di quanto io possa immaginare, e sorridono alla fotocamera come se fossero madre e figlia a una gita al lago.

Io, 16:45 -->  Attenta, Frankie. I pitoni sembra che ti vogliano abbracciare, prima di iniziare a stringerti in una morsa mortale.

Appoggio il cellulare sul tavolo in legno davanti a me, e mi volto verso l'uomo con mani e piedi legati a una vecchia sedia di metallo. <<Dove eravamo?>> domando ad alta voce, rivolgendomi a mio cugino Vincenzo, nell'angolo della stanza. Quest'ultimo fa qualche passo avanti, alza la mano con cui stringe un affilato coltello da cucina e finge di controllarlo alla luce della lampadina poco sopra la sua testa. E' sporco di sangue, lo stesso sangue che ora sgorga dall'orecchio destro del nostro prigioniero.  <<Credo che stesse per dirti chi lo ha ingaggiato per far esplodere il nostro carico, cugino.>>

<<Ah, giusto.>>

Osservo l'uomo davanti a me: non mi guarda in faccia, il respiro affannoso e la fronte sudata tradiscono la sua aria da duro. <<Sappiamo che lavori per il Bratva, Petrov. Te lo chiederò nuovamente. Chi vi ha dato le coordinate del mio carico? So per certo che non è stato il tuo capo, Ivanov. E' troppo idiota per scovare informazioni così ben criptate. >> gli domando, girando intorno alla sua sedia. <<Гори в аду, тупой итальянец. 1>> ribatte, sputando poi poco lontano dalle mie scarpe appena lucidate. Prendo un bel respiro e faccio un sorrisetto, sedendomi poi su un'altra sedia, davanti a lui.

<<Sai, Petrov, sapevo che non avresti parlato. Ecco perché ho piazzato un dispositivo sotto l'auto della tua mogliettina supersexy.>> gli dico, mostrandogli le immagini di una donna alta e bionda che sale in auto con in braccio un bambino che non avrà più di quattro anni. Lui spalanca gli occhi dallo stupore. <<Mi basta premere questo pulsantino, ed entrambi saltano in aria. Pensi di volermi dire qualcosa...?>>

<<Loro... Non c'entrano nulla.>> risponde con un marcato accento russo. <<Il Mob non è conosciuto per punire solo i veri colpevoli, questo lo dovresti sapere. Schiaccio?>>

Mentre alzo il dito per premere il pulsante, lui caccia un urlo facendomi bloccare. <<Monzegli.>> sussurra. Serro la mascella e mi ritrovo ad alzare un sopracciglio, confuso: Andrea Monzegli non si fa più vedere in giro da anni. Mio padre lo aveva esiliato dal Mob perchè aveva fatto fin troppe cazzate, e lui aveva fatto uccidere mio zio. Se ne è poi andato a Malta, dove aveva qualche conoscenza, ha comprato un club e si è tolto da ogni affare del Mob. <<Andrea Monzegli? Impossibile.>>

<<Non sto mentendo... Andrea Monzegli ha contattato il Bratva quando ha saputo della morte di tuo padre e del tuo imminente matrimonio con la signorina Genovese.>> continua lui. A sentirlo menzionare Francesca, devo combattere la voglia di prendere il coltello dalle mani di Vincenzo e piantarglielo in un occhio. Mi volto verso mio cugino, il cui padre fu assassinato proprio da Monzegli, serro la mascella e chiudo gli occhi. <<Quel pezzo di merda è tornato.>>

<<Lasciate stare mia moglie e mio figlio. Uccidetemi, fate di me quello che volete, ma loro sono innocenti.>> mi prega l'uomo davanti a me. <<Non avrei mai ucciso una donna con un bambino, stupido maiale russo.>> dico, prima di afferrare la pistola dalla tasca posteriore dei miei pantaloni, puntare dritto alla sua testa e premere il grilletto.

<<Abbiamo un invito extra per il mio matrimonio da spedire. Andrea Monzegli sarà l'ospite d'onore della serata.>>


Marcisci all'Inferno, stupido italiano.

² Maiale.

What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora