FRANCESCA'S POV
La porta si apre, e il cigolio rimbomba nel seminterrato buio. Non è Cosimo a entrare, ma un uomo che non vedo da pochi giorni, precisamente dal giorno del mio matrimonio, quasi quattro giorni fa: Andrea Monzegli. La luce fioca illumina il suo volto segnato, ma i suoi occhi sono freddi, calcolatori.<<Buongiorno, Francesca. O forse dovrei dire: bentornata alla realtà.>>
Rimango in silenzio, ma la tensione cresce. Lui avanza con calma, come un predatore che si gode la sua preda immobilizzata.
<<Che cosa vuoi da me?>> gli domando con voce tremante, ma non dalla paura, bensì dalla rabbia.
<< La tua famiglia è sempre stata un ostacolo, sempre in mezzo a ogni mio piano. Prima i tuoi cugini, che ho ovviamente eliminato, poi tua madre, ora tuo marito. Che strazio.>> si siede con fare teatrale sulla sedia su cui prima era seduto Cosimo. Il mio respiro è bloccato. <<Mia madre è morta di malattia ormai da anni, non osare neanche pronunciare il suo nome.>>
Andrea sorride, un'espressione che mi fa gelare il sangue nelle vene. Si piega leggermente in avanti, come per confidarmi un segreto. <<Ah, sì. Il mio più grande capolavoro. Un veleno impercettibile, somministrato a piccole, piccolissime dosi nei tè che beveva a casa mia, quando veniva a farmi visita con tuo padre. Dio, che donna insopportabile. Me la ricordi molto. Sempre a intromettersi in cose che non la riguardavano, sempre a mettere in discussione ogni mia idea. Mi è un po' dispiaciuto doverla eliminare, ma non ho avuto altra scelta.>>Quelle parole mi colpiscono come un pugno allo stomaco. Sento il mondo sgretolarsi sotto di me. <<Stai mentendo.>>
Lui ride, un suono amaro. <<Oh no, mia cara. La morte di tua madre è stata davvero il mio capolavoro. Nessuno ha mai sospettato nulla. Ed è per questo che sei qui: la storia si ripete, e io devo assicurarmi che tu non diventi un problema.>>
Nella mia mente appaiono le immagini di mia madre, per quel poco che me la ricordo. Una donna bellissima, buona, un po' testarda. Ricordo l'ultima volta che l'ho vista, era a casa nel letto della stanza padronale. Se mi concentro, sento ancora il suo profumo invadermi le narici.
Le parole di Andrea alimentano una rabbia che brucia più della paura. Non posso piangere adesso, non posso mostrarmi debole.
<<Perchè fai tutto questo?>> Andrea sorride. <<E' molto più semplice di quanto credi, Frankie. Potere. Samuele è solo un ostacolo, proprio come te, tuo padre è un uomo troppo vecchio per mantenere il controllo. Basta liberare la strada e si creerà qualcosa di più grande.>>
Si alza dalla sedia e si avvicina a me. <<Il Commission è di nuovo in gara, e la nostra alleanza con i russi è solo l'inizio. Stiamo consolidando contatti con i cinesi. Insieme, costruiremo un impero che nessuno potrà mai distruggere. Ci sarà un solo clan, il Commission, che riunirà tutte le famiglie più potenti sotto il mio comando. Rapendo te attirerò Samuele qui, proprio dove lo voglio, per poi ucciderlo io stesso come ho sempre sognato di fare.>>
Mi accarezza il viso per poi afferrarmi il mento con forza, costringendomi a guardarlo negli occhi. Con il pollice, mi asciuga una lacrima. <<E questa? Non sarai mica in pensiero per il tuo dolce maritino? Pensavo lo sapessi che non ci si innamora in questo mondo, piccola.>>Detto questo, se ne va, lasciandomi nuovamente sola e con mille domande in testa, sovrastate però da una sola immagine, da un solo pensiero.
Samuele è in pericolo.Dopo che Andrea se n'è andato, la stanza cade in un silenzio gelido e opprimente. Il mio respiro affannoso è l'unico suono che riempie l'aria viziata. La luce fioca della lampadina sopra la mia testa illumina ora a malapena le pareti, che sembrano essere soffocate dall'umidità. Le macchie di muffa si estendono lungo il muro, come una rete di venature nere che strisciano, contorcendosi verso l'alto. Il pavimento è di cemento grezzo, freddo, coperto qua e là da strisce di polvere e sporcizia che raccontano storie di abbandono. L'odore di marcio è insopportabile, come se l'umidità fosse penetrata fin nel cuore stesso di questa stanza dimenticata.
Mi concentro su ciò che mi circonda, sperando che l'ambiente sgradevole mi distragga dalla crescente sensazione di claustrofobia. In più, sto morendo di sete. Il mio sguardo vaga nervosamente. In un angolo, un vecchio tavolo di legno scricchiola sotto il peso del tempo, consumato dalla polvere e da qualche strano liquido che ha lasciato macchie scure sulla superficie. Ma non è quello che attira la mia attenzione.
Poco di fianco una gamba del tavolo, qualcosa di colorato spunta dal buio. Un piccolo oggetto brillante, che mi fa quasi sobbalzare. Cerco di muovermi insieme alla sedia, usando i fianchi, e mi avvicino lentamente. Il mio cuore accelera quando mi rendo conto che si tratta di un accendino, abbandonato come se qualcuno l'avesse gettato via senza pensarci due volte. La luce che si riflette su di esso rivela una superficie metallica, leggermente graffiata, ma sembra ancora perfettamente funzionante. È proprio lì, a portata di mano, e per un attimo, il mio pensiero si cristallizza su quella piccola speranza: qualcosa che potrebbe essere la mia salvezza.
Devo muovermi con attenzione. Mi contorco sulla sedia, il legno che scricchiola sotto i miei movimenti. Con pazienza infinita, riesco a farla cadere su un lato, avvicinandomi al tavolo. Allungo il piede, la corda che struscia secca contro la mia caviglia, creando minuscoli taglietti molto dolorosi, e calco il terreno fino a spingere l'accendino verso di me.
Una volta in mano, lavoro con la fiamma sulle corde, ignorando il bruciore sulle braccia. Dopo minuti che sembrano ore, sento la tensione allentarsi. Mi libero, il cuore che batte all'impazzata, poi faccio la stessa cosa con le corde che tengono legate le mie gambe.
Mi rialzo dopo non so quante ore, i muscoli doloranti ma pieni di adrenalina. Ma non ho reali vie di fuga, per ora. Rimetto le corde intorno ai polsi per simulare che sono ancora legata e mi siedo sulla sedia, cercando di mascherare i segni della mia tentata fuga. Il mio piano è appena iniziato.
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutt*!
Eccomi come promesso con un nuovo capitolo. Fatemi sapere che ne pensate VOTANDO e COMMENTANDO!
Cosa pensate accadrà?
Un bacio,
Feda <3
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What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia Romance
ChickLitFrancesca è la figlia primogenita del Capo dell'Outfit di Boston, Don Vito Genovese. Quando la sorella minore Valentina si sposa per affari, Francesca crede di avere la possibilità di innamorarsi per davvero. Gli uomini dell'Outfit non l'hanno mai g...