CAPITOLO 31

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FRANCESCA

Per il rinfresco, io, Samuele e i nostri invitati ci dirigiamo verso casa Caputo, nel cui giardino è stato allestito un banchetto ricco di antipasti. Secondo ciò che dice Samuele, sua madre ha insistito per occuparsi di tutto dal momento in cui è venuta a sapere del nostro fidanzamento.

Una lunga tavolata percorre l'intera lunghezza del prato perfettamente curato; luci e fiori rendono perfettamente l'atmosfera romantica di quella che dovrebbe essere un'unione d'amore. 

Tutto intorno sono stati posizionati altri tavoli rotondi, più piccoli, pensati per chi volesse partecipare a distanza ai festeggiamenti, come immagino vorrà fare mia zia Cosima a seguito del nostro incontro. I centrotavola riprendono il motivo del mio bouquet, con un'aggiunta di ortensie bianche e rosa; vi sono poi numerose candele in piccoli barattoli in vetro. Davanti a ogni sedia, un segnaposto in legno porta scritto il nome dell'invitato che vi prenderà posto.

Sotto il magnifico gazebo bianco, una band suona una melodia jazz che mi ricorda i pomeriggi piovosi in casa, con mia madre, quando ero piccola. Lei era una appassionata del genere e nella nostra casa il giradischi vintage che le comprò mio padre era costantemente acceso. Davanti al gazebo, invece, è stata allestita una piccola pista da ballo in legno.

Io e mio marito siamo seduti all'ultimo tavolo, apparecchiato per due e affacciato sul resto del giardino. Mi sento gli occhi di tutti puntati addosso, compreso Samuele, seduto di fianco a me. Poco dopo l'inizio della cena, davanti a noi si piazza un uomo dall'aria vagamente famigliare. Sembra essere sulla quarantina, di media corporatura; indossa uno smoking a quadretti blu. I capelli scuri sono portati all'indietro con una quantità industriale di gel, ed il suo corpo emana un forte profumo di acqua di colonia. <<I miei più cari auguri ai novelli sposi.>> dice, rivolgendosi a Samuele, la cui espressione si fa dura. <<Andrea. Hai accettato il nostro invito. Ti ringraziamo.>> ribatte. <<Come avrei potuto rifiutare? Mi sarei perso la vista di questo angelo in abito bianco.>> 

L'uomo si avvicina a me, prende la mia mano sinistra, e vi scocca un bacio bagnato proprio all'altezza della mia fede nuziale. Mi ritrovo a inarcare un sopracciglio, leggermente inorridita da quel contatto. Quando ci lascia soli, mi volto a osservare Samuele, che sembra turbato. <<Chi è quello?>> gli domando bevendo un sorso di vino rosso. <<Andrea Monzegli.>>

E' per miracolo se il vino nella mia gola non mi fa soffocare. <<Hai invitato quel pazzo assassino al nostro matrimonio?!>> chiedo, alzando leggermente la voce. Andrea Monzegli ha ucciso più uomini della mia famiglia di quanti ce ne siano ancora in vita, e so per certo che fu il responsabile della morte di Enzo Caputo, lo zio di Samuele. <<Non è il momento di parlare di affari, Francesca. Ho tutto sotto controllo.>> mi liquida in questo modo, facendomi bollire il sangue. <<Non ti aspetterai che rimanga ferma e zitta in un angolo mentre tu rischi di farti ammazzare, ora che sono tua moglie, vero? Voglio essere messa al corrente di questo genere di cose, Samuele.>> 

<<Dio, ho davvero sposato la donna più impertinente di questo mondo.>> ribatte lui, mangiando un boccone di agnello. 

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Quando tutti gli invitati hanno finito anche il dessert, arriva l'ora di aprire le danze: il giovane cantante della band assunta per l'occasione prende il microfono. <<Signori e signore, facciamo un grande applauso per il primo ballo di Samuele e Francesca Caputo!>> annuncia, facendo alzare in piedi tutti quanti. Io e mio marito, mano nella mano, ci posizioniamo al centro della pista, mentre la band inizia a suonare Until I Found You, di Stephen Sanchez. La mano di Samuele si sposta poi poco sopra il mio sedere, guadagnandosi la stessa occhiata che gli lanciai la notte che ci conoscemmo. 

<<Strano come cambiano le cose in pochi mesi. Al matrimonio di tua sorella ero un porco, giusto?>> mi sussurra nell'orecchio facendomi venire i brividi. <<Lo sei ancora, maritino.>> gli dico sorridente. <<Vero. Ma scommetto che mi desideri esattamente come quella sera, se non di più.>> 

Non gli rispondo, cosa che sicuramente risulta essere una riposta forte e chiara. Lo vedo piegare un angolo della bocca in un sorrisetto soddisfatto, e sono costretta a mordermi il labbro inferiore per non ridere a mia volta. 

<<BACIO! BACIO! BACIO!>> 

Quando la canzone finisce, i nostri invitati cominciano a urlare e a fare gesti osceni verso di noi. Samuele si volta verso gli scatenati, che sono ovviamente Antonio, Cosimo e Vincenzo, e gli rivolge il suo dito medio, prima di prendermi il viso tra le mani e sorprendermi con un bacio. Inizialmente sono rigida, forse per la sorpresa, ma pian piano mi lascio andare e, quando la sua lingua chiede il permesso di esplorare la mia bocca, schiudo leggermente le labbra e glielo concedo. Dietro di noi, fischi e filastrocche volgari riempiono l'aria. 

Quando ci stacchiamo, in mezzo agli applausi, Samuele mi osserva con un'espressione indecifrabile. 

Sta per dirmi qualcosa quando un colpo di pistola mi fa gelare il sangue. 



What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora