<<Io... Io non...>> balbetto, come una ragazzina che è stata scoperta a rubare caramelle in un negozio di dolciumi. Lui, ancora nudo, apre la porta in vetro della doccia e poi si avvicina velocemente a me, annullando qualunque tipo di distanza di sicurezza. Torreggia sopra di me come un gigante: non mi sono mai sentita così spaventata, in soggezione e maledettamente eccitata al tempo stesso. Sento i miei capezzoli indurirsi e toccare il materiale ruvido della vestaglia, e mi ritrovo costretta a deglutire, la gola secca. <<Tu che cosa?>> mi chiede, visibilmente divertito dal rossore delle mie stupide guance. Sento il calore del suo respiro su una guancia. <<Scommetto che non hai mai visto un uomo nudo, nè tantomeno un uomo nudo eccitato. Non è così?>> studia il mio viso, sempre più divertito.
E' la verità, nuda e cruda. Tuttavia, il modo in cui lo dice mi fa infuriare: si crede così superiore solamente perchè quell'idiota di Anthony ha preferito sposare mia sorella e non me. <<Sono una ragazza di ventun'anni, Samuele. Ho già visto uomini nudi. Semplicemente non mi ci sono mai buttata addosso.>> dico. Che poi un po' di verità c'è: ho visto uomini nudi in tv, e nei porno. Varrà qualcosa. <<La pornografia non conta, Francesca.>> pronuncia il mio nome sottolineando ogni dannata sillaba, e sulle sue labbra sembra la cosa più sensuale del mondo. Muoio dalla voglia di chiedergli di ripeterlo, ma mi trattengo.
<<Lo so bene, Samuele.>> cerco di replicare il suo tono, e i suoi occhi si scuriscono all'istante, famelici. Mi mordo un labbro per cercare di calmarmi, il cuore potrebbe sgusciarmi fuori dal petto. Lo vedo chiudere gli occhi e inspirare bruscamente, prima di allontanarsi leggermente da me e prendere un asciugamano per coprirsi. Nella privacy della mia mente, impreco. <<Non è un gioco, questo. Cosa ci fai nella mia stanza?>> mi chiede, tutt'a un tratto serio. Decido di dirgli la verità: mi ha letteralmente beccata mentre lo guardavo masturbarsi, affascinata. <<Ti ho visto, con Clara. Le stavi... La stavi toccando, e lei stava raggiungendo l'orgasmo.>> gli spiego, puntando lo sguardo sul tappeto. <<Si beh è quello che succede quando un uomo tocca una donna, se lo sa fare bene. E..?>> mi incita a continuare, appoggiandosi con la schiena al lavabo. Deglutisco con forza. <<Mi chiedevo se... se potessi farlo anche con me.>> ammetto, prima di chiudere gli occhi dalla vergogna. Il silenzio che segue le sue parole mi fa sprofondare nel più totale imbarazzo. <<Oddio. Non avrei dovuto chiedertelo, è stato stupido. Probabilmente non sei neanche attratto da me. Non... Non dirlo a mio padre.>> dico, prima di voltarmi e attraversare la stanza. Quando tento di uscire, però, la sua mano sul mio braccio mi trattiene. Con un leggero strattone, mi costringe a voltarmi verso di lui. Ha un'espressione indecifrabile, enigmatica, tremendamente attraente.
<<Non posso toccarti, Francesca.>> si limita a dirmi. Un senso di delusione, mischiata all'imbarazzo che continua a crescere, mi attanaglia. <<Non posso toccarti perchè probabilmente ti innamoreresti di me, ed io non ti sposerò mai.>> continua, facendomi alzare un sopracciglio. Esplodo. <<Ah, giusto. Perchè io sono solo una ragazzina che si innamorerebbe del primo uomo che osa toccarla, giusto? E tu sei talmente superiore, che non mi toccheresti neanche con un dito. Ma chi diavolo ti credi di essere, eh? Samuele Caputo, l'uomo-scapolo a vita. Che ingenua, la povera, stupida, Francesca Genovese.>> dico, offesa, prima di spalancare la porta e dirigermi a grandi passi verso la mia stanza. Ovviamente, non mi segue. Non mi aspetto che lo faccia e non vengo delusa.
Che faccia tosta! Mi ha trattata come un'adolescente che pensa solo al matrimonio ed è pronta a innamorarsi del primo sfigato che posa gli occhi su di lei. Non lascerò mai più che mi parli così, nè tantomeno lascerò che si avvicini a me più dello stretto necessario per essere civili.
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Quando mi sveglio, qualche ora dopo, gli avvenimenti di ieri sera mi travolgono la mente come un camion. L'immagine di Samuele che accarezza la sua erezione, che torreggia sopra di me, è ancora vivida.
Pochi secondi dopo, sento bussare alla porta. <<Si?>> chiedo, tesa. <<Valeria.>> la voce dall'altro lato della porta si annuncia, facendomi rilassare. <<Entra pure.>>
Quando apre la porta ed entra nella mia stanza, l'espressione curiosa sul suo volto mi fa alzare gli occhi al cielo. <<Non è successo niente, se è quello che vuoi sapere.>> le dico mentre si siede sul bordo del letto, probabilmente deludendola un po'. <<Oh, mi spiace. Credo. L'ho visto poco fa, è davvero attraente.>> mi dice, lo sguardo sognante. <<Si, beh, è anche un completo idiota.>><<Tuo padre vuole che scendi a fare colazione con loro, prima che tornino a New York. Ha parlato di cortesie per gli ospiti, cose così.>> mi informa, prima di uscire dalla stanza e tornare alla miriadi di faccende inutili che mio padre l'ha sicuramente obbligata a fare. Sbuffo e vado in bagno a rinfrescarmi, poi indosso un paio di mom jeans e una camicetta bianca in seta. Lascio sbottonati i primi bottoni e ai piedi metto un paio di sneakers bianche, semplici. Probabilmente mio padre vorrebbe che indossassi un abito succinto per mostrare il mio corpo ai nostri ospiti, non sia mai che almeno uno di loro, anche un soldato, possa desiderarmi e prendermi in moglie.
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What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia Romance
ChickLitFrancesca è la figlia primogenita del Capo dell'Outfit di Boston, Don Vito Genovese. Quando la sorella minore Valentina si sposa per affari, Francesca crede di avere la possibilità di innamorarsi per davvero. Gli uomini dell'Outfit non l'hanno mai g...