Quando esco dalla porta principale di casa Caputo, che è strapiena di gente che sta finendo di preparare il rinfresco che seguirà la cerimonia, ci sono due macchine ad aspettarmi. Davanti alla prima, un maggiolone degli anni sessanta, c'è mio padre. La sua espressione seria si addolcisce leggermente quando mi vede in cima alla scalinata in pietra che conduce all'entrata della villa: con passo veloce, si avvicina a me e mi offre la sua mano per aiutarmi a scendere.
<<Francesca, figlia mia, sei una visione.>> mi dice poi, dandomi due baci sulle guance. <<Grazie, papà.>> ribatto. Non lo chiamo padre perchè è il giorno del mio matrimonio, e vorrei sentire un po' di normalità. Insieme, saliamo sui sedili posteriori del maggiolone, non con poca difficoltà data la lunghezza del mio abito e del mio velo, e lasciamo il viale alberato della villa dirigendoci verso la chiesa dove si terrà la cerimonia. Dietro di noi, una Rolls Royce nera con a bordo le mie damigelle, Valeria e Valentina.
<<Come sei stata, in questi giorni?>> mi domanda mio padre in un momento di silenzio. Lo osservo: non capisco se sia interessato alla mia sicurezza o se voglia semplicemente sapere se il matrimonio con Samuele darà i suoi frutti. <<Sono stata.. bene. Credo che Samuele sia un uomo affidabile.>> gli rispondo, e sono sincera. Che il mio futuro marito non mi tradirà mai non lo posso sapere, ma credo di poter dire che non lascerà mai che mi accada qualcosa di grave. Mio padre non risponde, si limita ad annuire soddisfatto e a spostare lo sguardo fuori dal finestrino.
Circa quindici minuti dopo, l'auto si ferma davanti alla chiesa di St. Ann, poco lontana da Brooklyn. L'abbiamo scelta perchè è l'unica abbastanza grande da contenere tutti i nostri invitati; tutte le chiese di dimensioni altrettanto adeguate erano a New York e un matrimonio nel mezzo di una metropoli non è mai stato un mio sogno. Poi, il Capo dei Capi di New York che si sposa in pieno centro attirerebbe l'attenzione della polizia, e di tutte le altre organizzazioni criminali, e non credo sia una buona idea.
Prendo un bel respiro per tentare, almeno, di calmare i nervi e, con l'aiuto di mio Padre e delle mie damigelle, esco dall'auto. Valeria e Valentina mettono a posto la coda del mio vestito e poi si dirigono all'entrata con i loro bouquet in mano, pronte a percorrere la navata prima di me. Quando il portone si chiude dietro di loro, un'onda di realizzazione mi colpisce: sto per sposarmi. Sto per sposarmi con uno degli uomini più temuti, se non il più temuto, degli Stati Uniti. Sto per sposarmi con un uomo che non mi ama, e che non sono sicura mi amerà mai. Sto per sposare l'uomo che appena due mesi fa si è preso parte della mia innocenza una mattina qualsiasi, mentre il mio insegnante di pianoforte attendeva in cucina.
Mio padre nota la mia insicurezza, e mi prende la mano. <<Francesca, so di essere stato un padre difficile. Stai facendo la cosa giusta, per tutti noi.>> mi dice. Gli rivolgo un sorriso malinconico e poi insieme ci avviamo verso il portone. Non lo perdono per avermi venduta a questa famiglia, ma voglio che questa giornata vada nel più liscio dei modi.
Quando sento partire le note della marcia nuziale, mi sembra che il mio cuore voglia uscire dal mio corpo. Succede in un attimo: il portone si apre, rivelando la lunga navata arricchita con fiori bianchi e le centinaia di invitati su ambo i lati. Alzo lo sguardo davanti a me e istantaneamente incontro quello di Samuele, che mi toglie il fiato. E' alto e imponente nella sua giacca bianco latte e pantaloni neri: sotto la giacca, una camicia bianca è incorniciata perfettamente da un papillon nero, e sul taschino sinistro, all'altezza del cuore, vi è un piccolo fiore bianco. I suoi testimoni sono vestiti totalmente di nero, e hanno una cravatta al posto del papillon. Lui mi sorride, forse recitando: è bello da fare paura, e nel mio stomaco si libra uno sciame di farfalle.
All'interno della chiesa, intorno a me, noto molti volti conosciuti e diverse persone che non ho mai visto. Mi sorprende la vista di Giovanna, seduta in prima fila di fianco a Anthony, il marito di Valentina, e al posto vuoto di mio padre. Sposto istintivamente lo sguardo su quest'ultimo, che si china per dirmi qualcosa all'orecchio. <<So quello che pensi di me, Francesca, ma non sono un mostro. So che Giovanna ti ha fatto da madre, e probabilmente anche da padre, in questi anni. Credo sia giusto che si sieda lì.>>
Alzo un sopracciglio cercando di non mostrare troppo stupore: qualcuno ha rapito mio padre e gli ha fatto il lavaggio nel cervello nell'ultima settimana, non può essere altrimenti.
Quando arriviamo insieme davanti all'altare, Padre lascia andare la mia mano scoccandovi un bacio sul dorso, e la porge a Samuele, che la afferra con decisione. Una volta uno di fronte all'altra, alzo lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Il prete ci saluta con un gesto del capo, poi fa un cenno a tutti gli invitati di sedersi. Comincia la preghiera iniziale e gli fanno eco i bambini, chierichetti, dietro di lui.
Poi, annuncia il rito di matrimonio e tutti si alzano in piedi. Samuele stringe leggermente la mia mano destra, gesto che mi tranquillizza leggermente.
Tuttavia, me la sto ancora facendo sotto dall'ansia.
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What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia Romance
ChickLitFrancesca è la figlia primogenita del Capo dell'Outfit di Boston, Don Vito Genovese. Quando la sorella minore Valentina si sposa per affari, Francesca crede di avere la possibilità di innamorarsi per davvero. Gli uomini dell'Outfit non l'hanno mai g...