CAPITOLO 35

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Le mie parole lo lasciano senza fiato per qualche secondo, poi la sua bocca si avventa sulla mia in un bacio che posso definire solo come ferino. Sa di whiskey di marca, ed io inizio a credere che del suo sapore non ne avrò mai abbastanza. Quando si stacca da me per guardarmi negli occhi, per qualche strana ragione sento come se nel mio stomaco venisse liberato uno sciame di farfalle. I suoi occhi sono scuri mentre si lascia cadere sulla schiena accanto a me e si toglie gli slip. Il mio viso brucia mentre lo guardo afferrare la sua erezione per la base e prendere un preservativo dal tavolino. La mia azione conseguente è primordiale e sorprendentemente sensuale: prima di rendermi conto di cosa sto facendo, mi metto a cavalcioni sui suoi fianchi e inizio a baciargli la gola come farei con la sua bocca.

I miei seni sfiorano il suo petto, mandando sfrigolii di piacere più in basso e facendomi desiderare di più, sempre di più. D'istinto, mi struscio sulla sua erezione, la punta della quale è ora allineata perfettamente al mio centro, cosa che diffonde in me un fuoco tutto nuovo, colmo di imbarazzo ma anche, e soprattutto, di desiderio. <<Aspetta.>> mi dice con voce roca. Ma è ormai impossibile per me fermarmi: inizio a roteare con i fianchi contro di lui, usando il suo petto per fare leva e strofinando la mia e eccitazione su e giù per la sua lunghezza. Appena rompe con i denti la plastica del preservativo, si irrigidisce, bloccato. Lo sento gemere con un suono che proviene dal profondo della sua gola: mi sono abbassata abbastanza da far scivolare la testa della sua erezione dentro di me. Un fremito mi attraversa, il mio respiro pesante e irregolare. Le mie dita si arricciano sui suoi addominali mentre faccio sì che Samuele affondi in me di un altro centimetro. 

Il suo corpo è teso sotto le mie mani, l'involucro del preservativo viene stropicciato mentre scompare in un pugno chiuso. <<No. Devo mettere il...>> sussurra, cercando di restare concentrato. Potrebbe essere la cosa più stupida e impulsiva che abbia mai fatto, ma non voglio che usi un profilattico preso dal suo comodino come se fossi una delle donne con cui è stato in passato. Voglio essere diversa, ho bisogno di essere diversa. 

<<Samuele... Sono tua moglie. Ti voglio... completamente.>> gli dico in un sussurro, la sensazione della sua erezione che già mi invade di pochi centimetri che non mi lascia respirare. Fissa il punto in cui siamo uniti con uno sguardo che non ho mai visto sul suo volto: è come se fosse un adolescente e questa fosse la sua prima volta. Rimaniamo nella stessa posizione per qualche secondo, poi lui si avvicina al mio orecchio. <<Potrei farti male. Sappi che non sarà sempre così. Ho intenzione di farti provare solamente piacere, dopo stanotte.>> 

Mentre me lo dice, lo sento affondare ancora di più dentro di me, e un bruciore completamente nuovo mi invade, facendomi stringere gli occhi. Samuele porta la sua mano sul mio seno, sfregando il capezzolo con il pollice. <<Sei così bella, principessa.>> 

Le sue parole unite al suo stuzzicare il mio capezzolo mi fanno rilassare leggermente e Samuele si spinge ancora un po' più in là. Mi irrigidisco leggermente, e prontamente le labbra di Samuele sono sulle mie. La sua mano scende lungo il mio stomaco fino a raggiungere le mie pieghe, dove inizia a disegnare piccoli cerchi attorno al mio clitoride con il suo pollice. In mezzo al bruciore e al leggero disagio, riesco a provare una punta di piacere grazie a questo contatto. Samuele, intanto, continua a baciarmi con una delicatezza che non gli ho mai visto usare con nessuno. Ci vuole qualche minuto, ma i miei muscoli si abituano alla sua presenza e si rilassano leggermente, lasciando che Samuele mi riempia completamente. Istintivamente, inarco la schiena sotto di lui: fa male, ma non quanto pensassi. <<Stai bene?>> mi domanda con incertezza, ed io potrei tranquillamente sciogliermi qui e ora. Annuisco e lo sento rilassarsi leggermente. <<Ora inizierò a muovermi, va bene?>> 

Annuisco nuovamente. Incontrando di nuovo le sue labbra con le mie, lo sento tirarsi indietro per poi sprofondare nuovamente in me, arrivando a trovare un qualche tipo di ritmo. I suoi occhi non lasciano mai il mio viso. Improvvisamente, Samuele si sposta leggermente, cambiando l'angolazione, e un'iniezione di piacere mi invade, facendomi sussultare. <<Ti ho fatto male?>> mi chiede. <<No, mi è piaciuto.>> ammetto, guadagnandomi un sorrisetto da mio marito. <<Vai più veloce.>> gli dico. So che non avrò un orgasmo per via del dolore, ma voglio che lui possa farlo. 

Lo sento iniziare a muoversi più velocemente, la sua fronte imperlata di sudore. I suoi gemiti si fanno sempre più forti mentre inizia a perdere ogni tipo di ritmo. Mi ritrovo a gemere insieme a lui, il bruciore che lascia spazio a un'ondata di piacere. A un certo punto, lo sento irrigidirsi e capisco che sta venendo dentro di me. 

Dopo qualche secondo, Samuele si sposta da sopra di me e mi prende tra le sue braccia. <<Come stai?>> mi domanda. <<Bene.. Mia zia Cosima mi aveva detto che avrebbe fatto male, ma non è stato così terribile.>> ammetto, guadagnandomi una risata dal mio neo marito. 

<<Questo non me lo aveva mai detto nessuno, dopo il sesso.>> 


What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia RomanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora