Sento il muro freddo della camera da letto contro la schiena quando Samuele mi solleva, il suo respiro caldo e intenso che si fonde con il mio. Il mio corpo risponde, ma la mia mente si rifiuta di lasciarsi andare del tutto. Tra un bacio e l'altro, sento quel bisogno di ribellarmi alle sue decisioni che cresce dentro me.
Con un gesto deciso, spingo via Samuele, respirando a fondo per recuperare il controllo. <<No, non così.>> gli dico, ancora affannata, ma con tono fermo. <<Non puoi pensare di mettere fine a questa discussione con... questo.>>
Vedo Samuele osservarmi con un sopracciglio alzato. Inspira bruscamente, chiaramente spazientito. <<Francesca, per l'amor del cielo...>>
<<No, ascoltami! Io non sono qui per essere la tua bella moglie trofeo, Samuele. Sono qui perché sono tua pari. Non puoi decidere da solo quello che è meglio per me. Non lo accetterò mai. Ho passato una vita intera con un padre che prendeva ogni singola decisione per me: che scuola frequentare, che amici scegliere, il mio stesso marito.>>
Samuele mi guarda con un misto di frustrazione e rispetto, ma quando parla, la sua voce è di nuovo dura. <<Francesca, non è una questione di parità, non siamo in un articolo di Cosmopolitan. Questo non è un gioco. Il clan non è un consiglio di amministrazione, è guerra. E non permetterò che ti succeda qualcosa. Punto.>>
<<Ma ti rendi conto che, tenendomi fuori, mi rendi ancora più vulnerabile? Come posso difendermi, come posso capire dove mi trovo, se mi escludi da tutto?>>
Samuele stringe i pugni, come se stesse lottando contro un'ondata di emozioni contrastanti. <<Non si tratta solo di te, Francesca. Si tratta di me. Se ti succedesse qualcosa, io non...>> si interrompe, passando una mano tra i capelli. <<Io non potrei sopportarlo.>>
La una sincerità è nuda e cruda. Per qualche strana ragione, quest'uomo tiene a me. Questo assassino, giustiziere, mafioso, tiene alla mia incolumità, ed io non posso fare a meno di pensare che provo le stesse cose.
<<E tu non pensi che io provo lo stesso? Ogni volta che esci da quella porta, vivo con il terrore che non tornerai. Ma non ti chiedo di restare. Ti sostengo, sostengo quello per cui lotti. Ma voglio lo stesso rispetto.>>
Mio marito fa un passo verso di me, ma lo blocco appoggiandogli una mano sul petto. <<Essere una moglie non mi basta, Samuele. Se non sei in grado di vedermi come tua pari, allora...>> deglutisco, cercando di trovare il coraggio per finire la frase. <<Allora forse questo matrimonio non può funzionare.>>
Le parole pendono nell'aria, pesanti come macigni. Gli occhi di Samuele si fanno duri, ma c'è anche una nota di dolore. <<Non osare dire una cosa del genere, Francesca. Siamo legati da un patto, ci siamo giurati amore eterno davanti a Dio.>>
Non riesco a fare a meno di ridere. <<Amore eterno? Tu non mi ami. Non mi amavi davanti all'altare e sicuramente non mi ami ora. Me l'hai detto la notte che hai passato a casa mia, dopo il matrimonio di mia sorella. Non potevi toccarmi perchè IO mi sarei innamorata di te, e tu non avresti mai potuto amarmi.>>
Con un gesto deciso, giro sui tacchi e mi dirigo verso la porta. La mia mente è un vortice di emozioni: rabbia, delusione, e qualcos'altro che ho troppa paura di etichettare. So che non può continuare così, ma non so nemmeno come cambiare le cose.
Samuele non mi segue. Tuttavia, sento un tonfo provenire da dietro la porta che ho appena chiuso con forza. Deve aver calciato qualcosa.
Io, invece, mi rifugio in un'altra stanza della villa, un luogo silenzioso dove faccio del mio meglio per ritrovare la calma. Presto ci sarà un'altra battaglia, è inevitabile, ma questa volta, non ho intenzione di arretrare di un solo passo.
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What God Has Joined - Ciò che Dio ha unito - Mafia Romance
ChickLitFrancesca è la figlia primogenita del Capo dell'Outfit di Boston, Don Vito Genovese. Quando la sorella minore Valentina si sposa per affari, Francesca crede di avere la possibilità di innamorarsi per davvero. Gli uomini dell'Outfit non l'hanno mai g...