capitolo 33

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(punto di vista di Aaron)
Jane è appena entrata, accompagnata da Einar.
<<buongiorno ai miei ospiti!>> dice Jane <<gradite qualcosa da mangiare?>> ride insieme al fratello.
Non mangiamo da due giorni.
<<e fatevela una risata!>> dice invece Einar.
Poi diventano seri.
<<Aaron>> dice la donna <<portatelo di là>> <<dobbiamo fare due chiacchiere>>.
Mentre le guardie entrano per tirarmi fuori vedo Naomi che cerca di fare qualcosa, ma la fermo con lo sguardo.  Non è il momento giusto per fare mosse azzardate.
C'è Einar e ci avrebbe messo meno di due secondi a immobilizzare tutti noi con i suoi poteri.
Le guardie mi portano in una stanza non molto lontana dalla cella, mi legano mani e piedi ad una sedia ed escono.
Dopo qualche minuto arriva Jane con suo fratello, quest'ultimo chiude la porta dietro a se.
Siamo noi tre, chiusi in questa stanza, io legato contro loro due, non promette niente di buono.
<<allora Aaron>> comincia Jane <<parlami della profezia su Naomi>> questa profezia mi sta tormentando, non ne posso più.
<<lascia perdere Jane, ascoltami>>
<<Solo e soltanto ciò che causò la morte del primo dei sovrani>> <<...riuscirà a sottrarre il dono alla figlia dei quattro elementi>> ripete la profezia.
<<la conosco la profezia grazie>> rispondo
<<so che hai tu questo oggetto>> <<dimmi dov'è e ti lascerò andare>>
<<pensi che io sia stupido Jane?>>
<<non sto scherzando Aaron, dammi tutte le informazioni necessarie e lascerò in pace te, Deanna e l'altro tuo figlio>>
<<e Naomi?>> <<non ti dirò niente Jane>>
<<quei poteri su di lei sono inutili, non li sa utilizzare, è solo una ragazzina>>
<<e immagino stiano meglio a te, o sbaglio?>>
<<perspicace come ai vecchi tempi Aaron>> si intromette Einar.
<<potete pure riportarmi in cella, non concluderete nulla>> dico poi, so bene che Jane mi avrebbe torturato, ma non mi importa di nulla. L'importante è che Naomi sia al sicuro.
<<Aaron ti sto andando un ultima possibilità, parla, o giuro che te ne pentirai>> non rispondo, e come previsto utilizza i suoi poteri contro di me.
Legato alla sedia e non posso neanche dimenarmi troppo, quel dolore ormai lo conosco bene.
Cerco di trattenere il più possibile i lamenti di dolore, anche se difficile, Naomi è nella cella che non è molto lontana da lì.
La tortura dura diversi secondi, anche se mi parvero minuti e minuti.
<<allora??>> Jane sta perdendo la pazienza, ed è evidente.
<<te l'ho detto, non risolverai niente>> <<torturami pure quanto vuoi>>
Lei fa un sorriso malefico a queste mie parole, apre la porta e chiama una guardia <<portami uno dei due ragazzi>>
<<quello ferito?>> chiede la guardia
<<no, l'altro>> risponde, poi si girò verso di me <<pensi che io non ti conosca Aaron?>> <<posso anche tagliarti una mano, lo so che non parlerai, sei troppo protettivo con le tue figlie... eri così anche con Charlotte>> <<però se torturo qualcun altro... la cosa cambia>> <<sei troppo buono, Aaron, è questa la tua rovina>>
Dopo poco arriva una guardia con Percy, ha le mani legate dietro la schiena, la guardia lo consegna ad Einar e quest'ultimo lo comincia a tenere con forza.
Jane richiude la porta e va da Percy.
<<Perseo Jackson>> <<nome piuttosto importante eh?>> gli dice <<conoscevo bene tuo padre sai?>>
<<Smettila Jane, lui non c'entra niente>> mi intrometto, sta usando quel povero ragazzo come mezzo per ricattarmi.
<<Aaron hai due secondi esatti per parlare, dopodiché gli farò provare l'incredibile sensazione di bruciare vivo>>
Percy mi guarda confuso, e io non so che fare, non lo avrei mai e poi mai fatto torturare, ma non posso neanche parlare.
<<Jane non è il caso di mettere in mezzo altre persone>>
Non mi fa nemmeno continuare il discorso che Percy comincia a contorcersi, a piegarsi in due dal dolore, Einar lo lascia cadere a terra.
<<Jane smettila>> <<lascialo stare>> <<Jane>>
<<ti avevo avvertito Aaron>> ha appena smesso far soffrire il ragazzo <<parli o no?>>
<<nnon posso>> dico con un filo di voce guardando Percy, lui mi fa un sorriso rassicurante, ma non posso farlo continuare.
Jane sta per ripartire a torturare Percy, ma viene interrotta da una guardia che bussa insistentemente alla porta.
<<non dovete interrompermi>> urla aprendo la porta, e vedo Naomi con del sangue che le cola dal naso che cerca di dimenarsi dalla guardia.
<<stava cercando di scappare, vostra maestà>>
a quelle parole Jane fa uno dei suoi soliti sorrisetti malefici; <<bene bene, Naomi>> <<è impulsiva come te, bello mio>> dice guardandomi.
<<sei fortunata però...>> <<riportatela in cella>> <<anzi tutti quanti>>ordina, poi si rivolge sottovoce al fratello <<ho mal di testa>>
e poi si gira verso di me <<non è finita qui>>

Naomi Evans - la profezia del sacrifico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora