capitolo 95

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(punto di vista di Naomi)
Sono le 8 del mattino, è ora di far esplodere tutto.
<<non sarai troppo vicina all'esplosione così?>> mi chiede Dan mentre mi dirigo dove ieri sera abbiamo messo i nostri combustibili.
<<manterrò la distanza di sicurezza tranquillo>> dico
<<vengo con te>> insiste Simon
<<è meglio se restate qui, pronti a combattere, Jane non perderà molto tempo ad attaccarci>> dico e loro stranamente acconsentono a lasciarmi andare da sola.
Dan mi porge gli auricolari per poter comunicare a distanza.
<<tenetevi pronti>> dico prima di andare.
Mi incammino verso l'esatto punto in cui io e gli altri siamo saliti ieri sera, mi arrampico con l'aiuto dei mattoni sporgenti e con la forza delle mie braccia.
Mi siedo sul muretto per vedere la situazione, poi mi abbasso perché è pieno di guardie.
Mi sporgo per cercare di vedere la bombola del gas che abbiamo posizionato la sera prima.
Riesco a vederla.
Facendo scoppiare questa darò inizio ad un totale di 4 esplosioni, una dopo l'altra, come se stessi giocando a domino.
Scaglierò il mio fuoco contro quella bombola, dopodiché mi dovrò buttare giù dal muretto e mettermi al riparo immediatamente.
Mi concentro sugli allenamenti che ho fatto con Dan.
Sentimento di rabbia uguale a fuoco; penso all'evento che più mi ha fatto arrabbiare, mi basta immaginare il viso demoniaco di Jane per provare una rabbia immensa.
L'energia che mi scorre nel corpo non vede l'ora di sprigionarsi, ma la trattengo.
Le dita cominciano a formicolare e il sangue che mi circola nelle vene diventa bollente.
<<ci siamo>> dico nell'auricolare a Dan.
Una scia di fiamme rosse parte dalle mie mani e si dirige verso quella bombola verde.
Non ho neanche il tempo di pensare a scendere giù dal muretto che la forza dello scoppio mi scaraventa via.
Cado a terra di schiena e una grossa nube si innalza nel cielo.
Poi c'è un altro scoppio, ancora più forte del primo.
Mi sento come se fossi sott'acqua. Sento tutto ovattato.
Riesco a percepire il suono di un altro scoppio, e poi un altro ancora ma sempre più distanti.
"Naomi? Naomi!" sento urlare Dan dal mio auricolare, mi fischia l'orecchio e decido di togliere la cuffietta, così la prendo e la butto via.
Mi alzo lentamente e di istinto mi tocco la testa dolorante.
Tocco la mia fronte e percepisco qualcosa di bagnato nelle mie dita, abbasso la mano per guardare e vedo le mie dita colorate di rosso.
Questa non ci voleva, penso.
Mi alzo in piedi e vado verso il mio castello, fra poco sta per cominciare una dura battaglia.
Piano piano mi torna il mio normale udito anche se di tanto in tanto le orecchie cominciano a fischiarmi.
<<Naomi cazzo>> Simon mi viene in contro.
<<distanza di sicurezza eh>> dice Percy mentre mi toglie qualcosa dai capelli.
<<devi farti controllare la fronte, hai una brutta ferita>> mi dice Simon guardandomi
<<non c'è tempo, ci penserò dopo>> dico di fretta.
<<no Naomi, vai subito a farti vedere>> insiste Simon
<<non è niente, e non è il momento di andare dal dottore>><<andiamo forza>>
Percy e Simon si rassegnano e, come da piano, andiamo a unirci all'esercito che è già in posizione per la battaglia.
Ci separiamo e ci confondiamo tra le persone venute qui a combattere.
Ci sono donne, uomini e ragazzi di ogni parte del regno.
D'un tratto comincia a crearsi un parlottio tra l'esercito, poi cala il silenzio e si ode solo il suono dei passi rapidi e decisi di Jane.
<<consegnatemela e a nessuno verrà fatto del male>> grida.
Tutti rimangono impassibili e lei continua a parlare.
<<non fatemelo ripetere un'altra volta>> <<non avrò pietà per nessuno di voi>> sempre gridando.
<<mi hai sottovalutata Jane>> rispondo, e le persone si spostano per farmi passare avanti.
Guardandomi Jane fa un espressione stupita ma allo stesso tempo colma di rabbia.
<<bel colpo, Evans>> dice con una risata maligna, poi comincia ad applaudirmi <<sono stati i tuoi primi omicidi?>>
Il mio viso cambia di espressione. Sono stata così accecata dalla rabbia e dal desiderio di vendetta che non mi sono fermata a pensare alle vite che sarebbero andate perse con quelle esplosioni.
Aveva ragione mio nonno. Sto diventando come lei?
<<complimenti Naomi, forse sarai come me quando governerai questo regno>>
<<non sarò mai come te, preferisco morire piuttosto>> la rabbia si insinua dentro di me.
<<eppure i fatti dicono il contrario, principessa>>
Daniel si avvicina a me <<sta solo cercando di provocarti>> mi sussurra, l'ho capito questo ma forse c'è un fondo di verità nelle sue parole.
<<se pensavi di poterla passare liscia Jane, ti sei sbagliata di grosso>> Daniel aveva un tono deciso e provocatorio, più del mio.
<<vuoi essere il prossimo? eh Daniel? ci sto provando gusto>> dice lei; e a me viene un dolore al petto al solo pensiero che Dan possa essere il prossimo a morire a causa mia.
Poi Jane usa i suoi poteri contro di lui, Daniel comincia a gemere dal dolore e contorcersi per terra.
<<smettila>> urlo scatenando la rabbia non solo nella mia testa ma anche nel mio corpo. Il fuoco esce dalle mie mani ma riesco a bloccarlo prima che possa sprigionarsi e diventare incontrollabile.
Alla vista del fuoco Jane lascia andare Daniel e mi guarda quasi con paura.
Poi però fa cenno ai suoi seguaci di attaccare e tutti i suoi sudditi cominciano a correre verso di noi e verso il mio castello.
Due donne si gettano su di me, una mi blocca e l'altra mi tira alcuni pugni nello stomaco.
Mi dimeno ma riesco a liberarmi solo grazie ai miei poteri, congelo il braccio della donna che mi teneva ferma e lei mi lascia andare cominciando a urlare dal dolore.
L'altra donna mi punta un pugnale alla gola ma glielo faccio volare via dalle mani con una piccola folata di vento che mi parte dalle dita.
Mi è mancato combattere con i miei poteri.
Vedo Jane venirmi incontro nel caos, un uomo mi piomba addosso e mi blocca minacciandomi di uccidermi con i suoi poteri, mi avvicina la sua mano in fiamme vicino al viso.
<<lei lasciatela a me>> urla Jane da lontano.
Ingoio un ingroppo di saliva.
Mi sembra quasi di riuscire a sentire i suoi passi svelti in mezzo al caos che mi circonda.
Mi prende per il collo e ci smaterializziamo all'interno del suo castello in fiamme.
<<riconosci questo posto?>> mi chiede continuando a tenermi stretta la gola.
<<non dovresti stare in mezzo alle fiamme, strega>> dico per provocarla; sua madre e sua nonna sono morte bruciate perché erano state accusate di essere delle streghe.
Lei continua a stringere la presa.
<<mi dispiace aver sparato a Deanna e ad Aaron, soffocarli come sto facendo ora con te sarebbe stato molto più soddisfacente, sai perché?>> non molla la stretta <<avrei potuto vedere la loro luce negli occhi spegnersi piano piano>>
non riesco a parlare, l'aria mi manca sempre di più.
<<anche se non sono tanto delusa in fondo... farlo con te è come farlo ad Aaron, hai i suoi stessi occhi>> mi sento asfissiare.
Jane mi solleva da terra e continua a strangolarmi.
Sento l'ossigeno mancarmi.
A un certo punto Jane mi lascia cadere a terra, qualcuno l'ha colpita da dietro ma non riesco a capire subito di chi si tratta.
Comincio a tossire sempre più forte.
<<va tutto bene, ci sono io ora>> Simon mi prende in braccio e insieme andiamo verso l'uscita del castello.
Le fiamme causate dalle esplosioni si estendono velocemente tra le mura antiche.
Appena usciamo da lì, Simon mi poggia a terra e cerca di farmi aria.
<<è morta?>> chiedo riferendomi a Jane, l'avevo vista di sfuggita appena ha lasciato la presa.
<<no, si è smaterializzata non so dove>>
questo vuol dire che ancora è viva e mi sta cercando per concludere il suo lavoro.
<<andiamo>> dico alzandomi in piedi
<<sicura?>>
<<si>>
Attraversiamo il grande e imponente ponte e torniamo di nuovo nel regno della luce, i corpi a terra si sono moltiplicati.
Mi rendo conto che a combattere per il regno della luce siamo sempre di più, i cittadini dei villaggi vicini si sono uniti a noi.
Siamo in netta maggioranza numerica.
Einar mi spunta davanti, mi prende per il braccio e mi trascina con forza, poi mi scaraventa a terra.
Trovo difficoltà a usare i miei poteri, l'adrenalina mi pervade l'intero corpo e non mi permette di pensare lucidamente e mantenere il controllo su un solo sentimento.
Percy compare quasi dal nulla e spinge via Einar con la spada.
<<lasciala andare, razza di sociopatico>>
I due cominciano una lotta con le loro spade e io ne approfitto per respirare un attimo e concentrarmi sui miei poteri.
Ma mentre lo faccio Einar si abbassa per schivare il colpo appena sferrato da Percy, mi prende il braccio e ci smaterializziamo... stavolta della sala grande del mio castello.
Einar e Jane si piazzano davanti a me e quest'ultima mi tortura con i suoi poteri per qualche secondo, che mi sembrano un'eternità.
<<due contro una mi sembra un po' sbilanciato>> dico mettendomi in piedi.
Einar cerca di colpirmi con la lama della sua spada, e ci riesce quando cerco di bloccarlo utilizzando le mani.
La sua spada mi provoca un taglio nei palmi delle mani, queste cominciano a sanguinare e a bruciarmi.
Jane prende la sua pistola e me la punta contro.
<<non avevi detto che preferivi strangolarmi e vedere la luce nei miei occhi spegnersi?>> dico
<<posso farlo anche colpendoti al polmone, o al cuore... tuo padre non è morto subito, no?>> mi provoca e si avvicina sempre di più con quella pistola  puntata.
<<stai esitando però>> le faccio notare, lei carica l'arma e si prepara a premere il grilletto.
<<vuoi proprio farti uccidere, stupida ragazza>> dice Einar godendosi lo spettacolo.
<<tua madre aveva la stessa presunzione>>
<<dovresti vedere qualcuno Jane, hai proprio un ossessione>>
Mi colpisce con la canna della pistola, comincia a colarmi sangue dal labbro, devo resistere.
Einar mi comincia a tenere ferma da dietro.
<<cosa vuoi da me Jane? stai esitando troppo per uccidermi, avresti potuto farlo molto tempo fa>> finiamola una volta per tutte.
<<lo sai che Charlotte non aveva poteri? niente di niente>> <<e tu, figlia di quella sgualdrina, hai poteri inimmaginabili>> usa una tono di arroganza.
<<assurdo eh>> rispondo sarcastica ed Einar mi stringe i polsi, ma non mi dimeno.
<<c'è un'arma in questo castello, che tuo padre teneva nascosta, capace di ucciderti e strapparti via quegli sporchi poteri>>
<<mi dispiace deluderti Jane, ma nessuno apparte mio padre sa dove si trovi quell'arma>> <<e tu lo hai ammazzato>>
Vedo il panico nei suoi occhi.
<<stai mentendo>> grida
<<è la verità, accettala>> <<hai ucciso tu stessa colui che poteva darti ciò che volevi>>
<<zitta>> urla, ed è pronta a sparare.
Appena noto le sue dita fare pressione su quel grilletto mi abbasso di colpo.
Jane fa partire quella pallottola, il rumore mi infastidisce... non colpisce me, ma il suo stesso fratello.
Appena se ne rende conto lascia cadere la pistola a terra e si fionda su Einar.
<<oddio>> il suo vestito nero perfettamente pulito comincia a sporcarsi del sangue della persona che più amava al mondo, l'unico che le era rimasto, a cui aveva appena sparato.
Prendo la pistola da terra e gliela punto contro.
Vorrei premere il grilletto, lo desidero veramente tanto.
Davanti a me c'è l'assassina delle mie sorelle, di mio fratello, di mia madre e di mio padre.
Ho l'occasione di ucciderla, di porre fine alla sua vita e vivere in pace.
Ma io non sono come lei.
"puoi scegliere Naomi" sento improvvisamente nella mia mente, sembra essere la voce di mio padre.
È tutto frutto della mia immaginazione, certo.

Naomi Evans - la profezia del sacrifico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora