capitolo 52

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(punto di vista di Naomi)
La sveglia suona, salto quasi in aria per quanto sia forte e fastidiosa, soprattutto di prima mattina.
Da quando mi sono svegliata durante la notte sono stata più in dormiveglia che altro, però almeno ho dormito quelle orette all'inizio grazie a quella roba che mi ha dato mio padre.
Simon fatica a svegliarsi, ma lo devo far muovere; si deve preparare e andare a lezione.
Io devo andare da mio padre, mi farà un prelievo e poi andrò a consegnare il compito di Incantesimi.
<<muoviti è tardi>> dico
<<ancora un po' >> Simon era ancora mezzo addormentato.
Ne approfitto per cominciare a vestirmi, prendo un paio di pantaloni e una maglietta a caso dalla montagna di vestiti buttati sulla sedia, e vado in bagno.
Ho un aspetto pessimo, occhiaie da paura e i miei capelli hanno una vita loro.
Lavo viso e denti e spazzolo i capelli.
Sono troppo lunghi, penso.
Esco dal bagno e Simon è seduto ai piedi del letto, ha ancora la stampa del cuscino sul viso.
<<vado a prenderti dei vestiti puliti?>> chiedo
<<no ora vado io, grazie>> si alza, prende le stampelle da terra e mentre è sul punto di uscire mi saluta con un bacio sulla guancia.
<<quando vuoi, ci sono>> ed esce dalla mia stanza.
È stato molto gentile stanotte, avevo bisogno di lui e non ha esitato.
Mentre penso a Simon, vado al quartier generale dove ci sono i miei genitori, mio fratello e Daniel che discutono animatamente su qualcosa.
<<buongiorno>> dico incerta, interrompendo la conversazione.
<<eccoti tesoro, vai nell'ambulatorio di questo piano, arrivo tra 5 minuti>> mi dice papà.
Faccio come dice.
L'ambulatorio in quest'ala del castello è uno dei due uffici personali di mio padre, in questo si cimenta nella sua carriera da dottore, nell'altro da futuro re.
Mi siedo e attendo.
Chissà di cosa stavano parlando, mi chiedo.
<<eccomi>> 10 minuti dopo mio padre arriva e si mette subito a preparare ciò che gli serve.
<<come stai?>>
<<bene>> rispondo.
Mi lega il laccetto sulla spalla e comincia a tastare per cercare la vena, una volta trovata inserisce l'ago e riempie due provette di sangue.
<<fai pressione>> dice lasciandomi il batuffolo di cotone, dopodiché lo blocca con del nastro medico.
<<vai a fare colazione e non fare sforzi>>
annuisco.
<<ne fisici, ne intellettuali>> aggiunge
<<va bene>> dico e ma mentre vado verso l'uscita mi ricordo della conversazione di prima <<di cosa stavate parlando?>>
<<niente di cui tu debba preoccuparti>> <<vai a fare colazione o sverrai di nuovo>> <<anzi fatti accompagnare da Diego>>
<<non serve, penso di arrivarci da sola>>
e vado in cucina.
C'è Thea, una delle cuoche a cui sono più legata.
<<principessa da quanto tempo non vi vedo!>> e mi abbraccia.
<<Buongiorno Thea>> sorrido
<<quale buon vento vi porta qui?>>
<<il vento dei genitori>> <<Ho appena fatto un prelievo>> scherzo
<<allora è meglio se vi sedete, ci penso io>> <<avete voglia di qualcosa in particolare?>> mi chiede, io scuoto la testa, lei apre il forno ed esce una teglia colma di biscotti.
<<vaniglia e cioccolato, i vostri preferiti>> dice mostrandomeli.
Mi conosce più di chiunque altro.
Ne afferro uno mentre li sistema nei piatti, era ancora caldo, ma buonissimo.
Ne mangio 5 accompagnati da una bella tazza di latte caldo, non facevo una colazione così da molto.
<<che mi raccontate di nuovo?>>
<<niente di che, solite cose>>
<<solite cose del tipo?>> Thea è sempre stata una donna molto chiacchierona, ma non ha mai avuto cattive intenzioni.
Parliamo un po' del più e del meno, fin quando l'occhio mi cade sull'orologio e rendo conto di essere in ritardo per consegnare il compito di Incantesimi.
Saluto Thea e vado nell'ala scolastica del castello, i corridoi sono vuoti e dalle aule si sentono solo le voci degli insegnanti.
<<buongiorno professore scusi il ritardo>> dico affrettandomi ad entrare; la lezione era cominciata già da 15 minuti.
Mi siedo al mio posto, accanto a Simon e Percy che mi guardano preoccupati.
Percy mi fa segno di controllarmi il naso, passo la mano  sotto il naso e guardandola vedo del sangue.
Cavolo.
Simon mi porge un fazzoletto e mi guarda quasi scazzato.
Mi pulisco e mi assicuro che il sangue abbia smesso di scorrere.
Prendo il compito della mia borsa e lo consegno al professore.
<<Non accetterò ritardi la prossima volta, Evans>>
<<mi scusi, ancora>>
Torno al mio posto e seguo la lezione, che viene interrotta poco dopo dall'arrivo di Diego.
<<Oggi gli Evans non vogliono farmi fare lezione, a quanto pare>> dice il professore irritato
<<scusi prof, ma Naomi deve venire con me>> mio fratello era molto allarmato, mi alzo immediatamente ed esco con lui dall'aula.
<<che succede?>> <<Diego che è successo?>>
chiedo spiegazioni, sembrava avesse visto un fantasma
<<Daniel>> <<è rimasto ferito gravemente>>
<<cosa stai dicendo?>>

Naomi Evans - la profezia del sacrifico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora