capitolo 85

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(punto di vista di Naomi)
mi sento completamente sola, è come se fossi disconnessa da qualsiasi cosa, non riesco a recepire quello che mi accade intorno, non riesco a ricordarmi le cose, ho perso la cognizione del tempo, mi sto chiudendo in me stessa e questa cosa mi distrugge.
Non riesco a concepire l'idea che non rivedrò più mia madre, mio fratello, mio padre.
Il fatto che abbiano perso la vita così, mi lascia un enorme senso di colpa.
Io forse andrò avanti, ma loro no.
Diego aveva ancora tutta la vita davanti, e metà di questa l'ha passata da prigioniero, non lo meritava.
Papà, perché? perché lo hai fatto? me lo avevi promesso.
Mi sento come se mi avessero abbandonato tutti.
Da un lato vorrei stare qui a nel letto a non fare nulla, sento di non avere la forza fisica per fare qualcosa; Da un altro lato vorrei alzarmi, piangere, urlare e distruggere qualsiasi cosa mi capiti davanti; e poi c'è quella voglia, così forte, di vendicarmi, di far soffrire Jane come lei sta facendo soffrire me.
Ho perso tutti nel giro di una settimana. Neanche il tempo di superare la mamma, che subito mi sei stato strappato tu papà, e anche Diego. Sono arrabbiata con me stessa, con voi, col mondo.
Tutti sono preoccupati per me, e io desidero solo sparire.
<<puoi mangiarne un po'? fallo per me ti prego>> mi chiede Simon porgendomi una cucchiaiata di non so cosa.
Ho lo stomaco chiuso. Non ne vuole sapere di mangiare.
Faccio cenno di no con la testa, Simon ci rimane male. Non ci riesco, scusa.
Daniel entra poco dopo, cerca di comunicare con i miei amici attraverso gli sguardi.
<<andate pure ragazzi, sto un po' io qui>> dice Dan.
<<eii>> mi dice dolcemente <<so che è un brutto momento per te, ma vorrei che tu reagissi in qualche modo>>
<<come dovrei reagire Dan?>> chiedo sospirando, e lui resta sorpreso nel sentire la mia voce, non si aspettava una risposta.
<<come lo credi opportuno>>
resto in silenzio per un po';
<<non pensavo che avrei provato questa paura>> ammetto
<<paura di cosa?>>
<<di riaffrontare la morte di qualcuno>> <<non ho neanche avuto il tempo di superare quella della mamma, che subito...>>
Daniel mi ascolta, vuole che io mi sfoghi.
<<sai? non ho paura di morire io, ho paura di vedere gli altri>> continuo
<<dopo quello che è successo, è comprensibile>>
<<sono morti per colpa mia!>> urlo quasi <<quei due fottuti proiettili erano per me, dovevano finire qui>> indico il mio petto, scoppio a piangere.
<<non è colpa tua Naomi>> <<i tuoi genitori ti hanno sempre amato, più di ogni altra cosa>>
<<l'amore per me li ha portati alla morte! tutti quelli che amavo! è meglio se ti allontani pure tu o sarai il prossimo>>
<<vuoi che il loro sacrificio rimanga vano?>> mi chiede con tono serio;
<<voglio solo che tutto questo finisca>> rispondo;
<<per farlo dobbiamo lavorare e restare concentrati, fai quest'ultimo sforzo Naomi, ti prego, fallo per i tuoi genitori>> <<loro non vorrebbero vederti qui a disperarti... e ad incolparti, soprattutto>>
Come fa Dan ad essere così forte? ha perso i suoi due migliori amici ma non si è lasciato andare al dolore come sto facendo io.
<<il dolore non è una cosa brutta Naomi>> mi dice come se avesse letto la mia mente <<puoi trasformarlo nella tua forza>>
<<come?>>
<<ognuno ci riesce a modo suo>>
<<non sono così forte>> dico
<<eccome se lo sei, Naomi>> <<devi solo rendertene conto tu>>
supererai anche quest'altra Naomi, come hai sempre fatto.

Naomi Evans - la profezia del sacrifico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora