capitolo 38

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(punto di vista di Naomi)
Jane si è fatta viva dopo il previsto, almeno gli altri sono al riparo e hanno avuto il tempo necessario.
Ci abbiamo messo troppo.
Jane sta venendo verso di me, papà mi dice di correre, che ci pensa lui a lei, ma preferisco temporeggiare e affrontarla come si deve.
<<Vai via senza salutare?>> Jane è davanti a me, ha un sorriso stampato in faccia.
Non sento più gli spari, e questo mi fa una strana sensazione.
<<l'accoglienza è stata pessima, sai?>> rispondo
<<che peccato, speravo ti trattenessi qui ancora per un po'>> mi tira la sua malefica occhiata, sento il bruciore del fuoco ancor prima che lei finisca di parlare.
Faccio qualche lamento di dolore ma cerco di rimanere composta.
Prendo la pistola che avevo messo nella tasca posteriore e sparo.
Sparo senza guardare, senza prendere una mira.
Quando apro gli occhi vedo Jane infuriata, perde sangue dalla spalla... ecco cosa ho colpito, la spalla.
Da un lato mi sento sollevata per non aver ucciso nessuno, e non avere una vita sulla coscienza, dall'altro ho appena scatenato l'ira della donna più pericolosa che io abbia mai conosciuto.
Il fratello della donna fa qualche passo avanti e mi mostra i suoi poteri, in pochi secondi mi ritrovo circondata da una nube nera, la stessa che c'era al ponte.
Non vedo più nulla, nero, solo nero.
Mi trovo in uno stato confusionario, faccio fatica a reggermi in piedi, non ho più la cognizione di me stessa, del luogo, di niente.
Però riesco a sentire, vagamente: sento mio padre, sento il suono del suoi poteri che vengono scagliati, la sua energia.

Naomi Evans - la profezia del sacrifico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora