capitolo 32

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(punto di vista di Naomi)
<<ti ha chiesto qualcosa sui poteri?>> mi chiede preoccupato mio padre
<<voleva che glieli mostrassi ma mi sono rifiutata>>
<<hai fatto bene piccola, non deve sapere che al momento non riesci a usarli>>
<<non riesco a usarli papà? non li ho più!>> dico quasi urlando
<<amore li hai ancora, se non li avessi più non saresti qui adesso>> si dice che quando qualcuno perde, o cede i poteri, muore all'istante <<non devi farglielo capire ok?>>
<<si ok, ma perchè?>>
<<Jane vuole vendetta, e la miglior vendetta sarebbe ucciderti, ma non lo farà...>> <<non lo farà perché i tuoi poteri sono troppo importanti per sprecarli così, li vuole lei>>
<<papà lei ha già dei poteri mostruosi>> un potere orribile, far provare dolore alle persone, torturarle, cosa c'è di peggio?
<<lo so piccola, ma lei non si accontenta mai, so bene com'è fatta, più poteri ha, più si sentirà invincibile>> quella donna ha ucciso la sua stessa figlia, non si farà di certo scrupoli con me.
Percepisco la rabbia che prova mio padre, questa situazione gli sta facendo venire in mente i brutti momenti della sua vita, e so bene che si sente ancora tremendamente in colpa per Chárlotte, la mia sorellastra; ma non poteva fare nulla per lei, non è colpa sua, cavolo.
Simon invece, ha un aspetto pessimo, ogni ora per lui potrebbe essere letale. Ha perso molto sangue, e viste le pessime condizioni in cui ci troviamo non è difficile che si prenda un infezione.
Decido di sedermi accanto a lui, a terra; poggia la sua testa sulle mie gambe e io giocherello con i suoi capelli biondo miele.
È bollente, e suda freddo.
Faccio cenno a mio padre di venire a controllare.
<<dobbiamo andare via da qui il prima possibile>> <<resisti ancora un po' Simon ok?>> dice mio padre dando un'occhiata alla ferita.
<<sei proprio messo male amico mio>> dice Percy avvicinandosi a noi, poi appoggia la sua testa sulla mia spalla e fa un sospiro.
Intanto mi guardo intorno e cerco un modo per uscire da lì. Sembra impossibile. Ci sono guardie ovunque, in ogni angolo, l'unico modo è uscire mentre ci prelevano.
Mi metto ad osservare Simon: si è addormentato su di me, i capelli biondi gli scendono sul viso dolcemente, ha delle profonde occhiaie, fa respiri pesanti e a distanza di poco tempo l'uno dall'altro.
Di tanto in tanto si muove all'improvviso e dice cose strane, sta già delirando per colpa della febbre.
<<sta arrivando>> dice Daniel a un certo punto.

Naomi Evans - la profezia del sacrifico Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora