Quando una persona perde qualcuno di importante è impossibile non notarlo. Si nota che non c'è più quella luce negli occhi, che viene sostituita da un velo di dolore. Una persona che perde qualcuno di importante viene segnata per sempre e per quanto possa poi tornare a sorridere e scherzare, il dolore dentro ci sarà sempre.
Io ho visto il dolore nel viso di mia madre quando, ai miei cinque anni, suo padre era morto. Lei cercava di sembrare normale per me, ma io sapevo così non fosse, anche se allora non potevo capire cosa stesse provando. Poi ho rivisto quel dolore qualche anno dopo quando anche sua madre è morta.
Ma ciò che mi ha davvero devastato e che mi ha fatto dire, io non finirò in quel modo, costi quel che costi, è stato il cambiamento di mio padre quando suo fratello è morto, tre anni fa, a causa di una malattia terminale. Era giovane e mio padre dopo di allora si è chiuso in sé stesso. Ha continuato a lavorare, ma ha smesso di guidare, ha smesso di giocare con me, di scherzare, ha smesso di fare un sacco di cose normali e noi abbiamo smesso di venire a trovare la zia.
Suo marito era morto, e mio padre, invece di stare vicino a sua cognata che stava condividendo il suo stesso dolore, si era allontanato totalmente, abbandonando quel lato della sua famiglia. Il dolore può avere un brutto impatto e più potere gli dai più se ne prende.
Seppur una persona possa sembrare normale all'esterno, l'interno sarà sempre un luogo rotto, distrutto, e siccome si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, riflettono questo dolore ed è proprio questo dolore che io vedo negli occhi di Trevor.
Il dolore ha cambiato Peter, si nota, però allo stesso tempo lui emana una luce diversa, lui cerca di farcela. Trevor non emana nessuna luce, solo una sensazione cupa e spiacevole.
È fermo davanti a me, mani in tasca, camicia per metà sbottonata e mi osserva con la stessa intensità con cui lo osservo io. Dovrei essere io la prima a prendere parola o sarà lui a parlare? È strano avere davanti una persona così familiare e allo stesso sentirsi degli estranei.
Trevor non è cambiato molto dall'ultima volta, non è cresciuto più di tanto come Peter. Pete ha la mia stessa età, anzi è più grande di qualche mese, Trevor invece è più grande di due anni e gli anni si notano nella sua sicurezza. Ha lo stesso fisico allenato eppure non so se fa più sport. Effettivamente non so niente di loro, per tre anni abbiamo letteralmente perso ogni contatto.
I suoi occhi verdi mi fissano e io non riesco a distogliere lo sguardo. Quando la sua bocca si apre per parlare i miei occhi si spostano per posarsi in quel punto del suo viso, sulle sue labbra carnose. "Non sapevo saresti arrivata oggi."
"Uhm," esito. Mi sarei aspettata un saluto. Come dovrei rispondere ad un'affermazione del genere? Tante volte vorrei prendermi a schiaffi per il non essere in grado di fare conversazione, il non essere in grado di rispondere normalmente e non andare nel panico ogni volta che devo parlare.
"Mi dispiace... credevo tua madre te lo avesse detto," distolgo lo sguardo da lui ma quando inizia a ridacchiare lo rialzo.
si avvia verso la porta di camera sua. Con una mano la apre con l'altra inizia a sbottonare la camicia. Io rimango a bocca aperta in mezzo al corridoio, rivivendo la scena appena accaduta nella testa.
Esternamente non era cambiato di una virgola se non per i capelli forse più lunghi, ma internamente non era lo stesso Trevor che conoscevo io. Posso affermare che il lutto su di lui ha avuto un impatto molto negativo. Adesso che sono entrata anche io nel giro mi sembra mi vedere tutti con un occhio diverso quando si parla di persone che hanno affrontato la mia stessa situazione.
Il comportamento di Peter all'arrivo di Trevor era stato strano, ma adesso posso capire il perché. Pezzo di merda gli stava molto bene come soprannome.
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Lotus Flower [in Revisione]
Romance*la storia contiene scene e linguaggio espliciti non adatti ai minori* "Vivere tutti i giorni il giorno perfetto sarebbe un'utopia... Perché ad ogni giorno perfetto ne segue sempre uno imperfetto." Katana King non avrebbe mai pensato la vita le rise...