Capitolo Quattro

96 10 25
                                    

Le stagioni sono un'ottima analogia per spiegare la personalità e la fase di vita di una persona. La primavera è quel momento in cui stai ancora cercando di capire cosa farne del tuo futuro, sei incerto e vorresti soltanto vivere alla giornata anche se avresti bisogno di un piano a lungo termine. L'estate è il momento in cui le cose sembrano andare per il meglio, hai tutto deciso, sei felice e va bene così. L'autunno è il momento in cui hai dato così tanto che vorresti poter avere quel momento di relax, quella calma non solo fisica, per staccare, ma anche emotiva, un po' di stabilità. L'inverno invece è, secondo me, il momento più cupo di una persona, quel momento che arriva dopo una grande batosta che ti ha destabilizzato, è il momento in cui sei più freddo e distaccato dagli altri perché vorresti solamente stare da solo e non affezionarti più a nessuno per non ricevere altre batoste emotive.

Sembra un po' una cosa tirata fuori dall'oroscopo, eppure è la prima cosa che mi viene in mente mentre passiamo davanti ad un parco in cui pochi bambini stanno giocato sopra un manto di foglie secce.

Io in questo momento mi sento nella primavera. Sono confusa, non so cosa fare, non so cosa pensare. Vorrei avere tutto perfetto, vorrei avere i miei genitori accanto a me per consigliarmi che strada prendere, ma devo fare tutto da sola e questo mi rende triste.

L'autunno è un po' il momento che tutti vorremmo forse più in là nella vita, quando tutto e tutti ci avranno stancato. Al momento non avrei nessuno da collegare nell'estate ma ho una persona da collocare nell'Inverno. Quella dell'inverno sarebbe l'analogia perfetta per descrivere Trevor. Io sono convinta sia diventato così dopo la morte di suo padre, ha reagito così al dolore. Ciò che mi manca è il perché. Un conto è chiudersi in sé stessi ma da quello che ho capito io, lui cerca solamente di allontanare gli altri.

Un giorno può sembrare poco per capire una persona. Ma un giorno è tanto per notare il cambiamento di una persona. Mi capita di pensare, soprattutto prima di andare a dormire, che il modo in cui sto reagendo io al dolore è sbagliato. Dovrei essere triste tutto il tempo, stare in stanza a piangere, crogiolarmi nel dolore. E invece sono in giro, all'aria aperta. Ho capito come sopravvivere senza i miei genitori, mi sto programmando il mio futuro senza di loro.

Ho superato tutto molti potrebbero dire, ma le volte in cui sono andata a dormire senza riuscire a chiudere occhio perché l'oscurità mi portava davanti i volti dei miei genitori in ospedale, di quello nessuno ne verrà mai a conoscenza. Preferisco sembrare una persona senza cuore che una persona che viene vista con pietà.

"Allora mia imperatrice..." non riesco a fare a meno di sorridere. "Hai altri piani per dopo? Preferisci tornare a casa appena consegni i documenti?"

Peter sta camminando ad un passo davanti a me. Gli faccio fare strada mentre ci dirigiamo verso la scuola. La città a quest'ora è abbastanza deserta, saranno tutti a lavoro. C'è in giro solo qualche pensionato con il proprio cane a passeggio e qualche bambino in compagnia. "Nessun programma, se hai in mente qualcosa che vuoi fare dillo pure."

I suoi occhi si illuminano e un angolo della bocca gli si alza in un modo che mi fa insospettire. Mi guarda e sorride. "Tranquilla, ti faccio fare solo un giretto, conoscere le persone giuste, frequentare i posti giusti. Ti introducono un po' alla vita che conduciamo in questo piccolo paesino Katana."

Ma se quando ieri gli ho chiesto cosa c'era da fare da queste parti lui ha risposto con giocare alla play...

La scuola ci si para davanti alla fine della strada. È enorme, più grande di quella che frequentavo io e questo è alquanto strano viste invece le dimensioni della città in cui ci troviamo.

Delle bandiere sventolano sopra l'ingresso che è per metà aperto. Varchiamo la soglia e mi avvicino ad una signora che sta dietro un tavolino ma Peter mi prende per il braccio e mi trascina via scuotendo la testa. "Primo consiglio se vuoi sopravvivere in questo poco, non farti notare da lei, non darle una scusa per andare a cercare il tuo nome nei file della scuola, non farti notare."

Lotus Flower [in Revisione] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora