CAPITOLO 5- Colpo di fulmine

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Mi vide, mi amò; lo vidi, l'amai.
-Pierre Du Ryer-

CAPITOLO5
SKYLER

PRESENTE

Quando suona la sveglia, la prima cosa che faccio è spegnerla. Ancora due minuti, poi giuro che mi alzo. Avverto uno strano silenzio, Martin e Daisy saranno già andati a scuola. Come mai non sento parlare Ron, papà e Agnese in cucina? Possibile che a casa non ci sia nessuno?

All'improvviso, due mani gelide mi afferrano le caviglie tirandomi fino a farmi sbattere con il sedere a terra.

Pam.
Si è sentito il tonfo del mio culo a terra.
Buongiorno.

<<E anche oggi, ho vinto io Barbie>>esulta mio fratello, guardandomi dall'alto per poi alzare il dito medio.

<<Ron, mi fai male>>sibilo, parecchio incazzata. È a petto nudo e non posso non notare dei segni rossi sugli addominali e qualcuno anche sul collo. Chissà chi si porta a letto. Spero solo che non combini casini.

Mi massaggio le natiche doloranti. <<Sei un grande stronzo>>.

<<Può essere. Magari ti sgonfia il culo e i miei amici smetteranno di guardartelo>>.

Non è vero. Non dice sul serio. A parte Oliver, i suoi amici non mi guardano. Ha le fisse, come qualcun altro qua. È difficile essere circondata da uomini in casa, soprattutto da quelli della mia famiglia che sono parecchio dispotici.

<<Tu e papà dovreste smetterla di essere gelosi. Davvero. Siete esagerati. Non c'è alcun pericolo>>.

Non sono fidanzata, non m'interessa nessuno al momento, quindi il motivo di questa gelosia, io non lo trovo.
Rettifica: Non è vero. Ho detto una bugia. Qualcuno che mi piace c'è. Non so come si chiama, non ho il coraggio di farmi avanti. È un anno che va avanti così. Mi limito a fissare il ragazzo dalla finestra del mio ufficio. Anzi, piu' che un ragazzo, mi sembra un uomo adulto. Credo che sia molto piu' grande di me. lo guardo, m'incanto, mi smuove qualcosa dentro. E finisce lì. Perché sono un'allocca e una codarda e ho paura di farmi avanti.

<<Tu non lo vedi, noi invece sì>>.

Nel vedermi ancora dolorante, Ron allunga una mano e io l'afferro ma lo tiro su di me, facendolo cadere sulle coperte.

<<Stronza...stai lavorando troppo>>.

<<Hai ragione, ma dobbiamo fare un ordine consistente di stoffe pregiate e bisogna calcolare tutto meticolosamente>>.

Da oltre una settimana, torno a casa tardi. Papà lo sa. È sempre la prima persona che informo quando in azienda c'è da fare qualche ora in piu'. Questo capita due o tre volte l'anno. Il mio turno, di solito finisce intorno alle diciassette ma non in questo periodo. Se il capo me lo chiede, mi protraggo in azienda anche fino alle ventidue. Per mio padre non è tardi. È tardissimo...sfruttamento dei dipendenti.

''Prima o poi mi presenterò in azienda e gliene dirò quattro al tuo capo. Faccio un esposto ai sindacati se mi girano le palle.''
Testuali parole di Quantico.

Non è affatto così. Vincent, il mio superiore, è sempre gentile con noi membri della Silk and Co'. Non ha mai preteso che io lavorassi così tanto. Sono io che lo faccio volentieri. Quel posto lo considero casa mia.

<<Questo fine settimana però andiamo al lago. I lavori sono terminati. Possiamo di nuovo farci il bagno>>.

Mio fratello e i suoi amici sono soliti andare in una boscaglia lontano da casa, dove c'è un piccolo lago. Di tanto in tanto, accendo anche un falò. Non so cosa ci trovino di divertente. L'acqua è calda, ok, ma i laghi mi fanno paura. Non sopporto quando sento cose viscide toccarmi i piedi. Credo di aver visto troppi film horror con Ron. Per questo, penso che rifiuterò.

Rexan-L'ombra di loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora