Capitolo 28-I parte

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CAPITOLO 28 I PARTE
REXAN

Tre mesi dopo

Tre mesi fa, Stuart e Quantico hanno ingaggiato un uomo che ha bruciato il mio camper e carbonizzato Carlos, il mio pappagallo parlante

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Tre mesi fa, Stuart e Quantico hanno ingaggiato un uomo che ha bruciato il mio camper e carbonizzato Carlos, il mio pappagallo parlante. Quando il pennuto era con me, ripetevo a me stesso che dovevo liberarmene, perché era insopportabile e maleducato. Voi sapete di cosa sto parlando e degli epiteti che rivolgeva quando qualcuno provava ad avvicinarsi a lui, soprattutto alla gentil donne. Invece, adesso mi manca. In un certo senso, mi faceva compagnia. Era il mio Wilson.

Questi novanta giorni, mi sono sembrati più lunghi di quattordici anni di carcere, dannazione.

Quando sono accorso sulla spiaggia, pensavo che avrei potuto salvare qualcosa, come Quantico mi aveva consigliato di fare e invece era già andato tutto in fumo. Pensavo che fosse la fine e che la comunità sarebbe stata la mia nuova casa, invece Tòmir, ancora una volta, aveva fatto il possibile per salvarmi.

Del van, come ho detto, purtroppo non abbiamo potuto salvare nulla ma adesso ho una nuova sistemazione. Il direttore della comunità mi ha concesso la possibilità di continuare a vivere per conto mio, sempre poco distante da loro e sempre sotto la loro sorveglianza, in un monolocale. Lo spazio, anche se ridotto, è sicuramente più grande di quello del camper ma non voglio lamentarmi.

Dopo il male commesso alle persone che amo, posso solo ringraziare di avere un tetto sulla testa e di non essere solo. Dopo l'incendio, temevo la stessa fine del Grande Gatsby e invece, non solo il mio avvocato e la mia famiglia si sono adoperati per permettermi di continuare a stare da solo, per conto mio, come desideravo ma anche mio figlio Ron, ha iniziato a far parte della mia vita. Dopo le botte, i pugni e i calci, dopo aver tirato fuori tutto l'odio che aveva verso Rexan, Ron ha deciso di concedermi una possibilità. E ho scoperto che fare il padre mi piace un sacco e che verso di lui, ho quell'istinto protettivo, lo stesso di un padre che ha cresciuto suo figlio dal primo giorno della sua vita.

Come dissi a Quantico, il giorno in cui ha costretto sua figlia Skyler a lasciarmi, non voglio intromettermi nella vita di nessuno. Ron ha scelto volontariamente di conoscermi e io non posso che esserne felice, come padre e come uomo che, in galera, ha lavorato molto su sé stesso e sugli errori commessi.

Riguardo a lei, cosa volete che vi dica? È sparita. Non la vedo né la sento da quella sera. Non so se lavori ancora alla Silk and Co', non so se si sia fidanzata con qualcuno. Non so nulla. Quando Ron si è presentato da me, a casa mia, abbiamo scelto, di comune accordo, di non parlare di nessun altro se non di noi, proprio perché a me interessa solo di lui. E m'interessa che sua madre stia bene.

Per qualcun altro, evidentemente, non ne valevo abbastanza la pena. Capisco la paura di combattere e di perdere l'affetto del proprio padre, ma il non provare proprio a battagliare, a fargli cambiare idea, quello lo trovo e l'ho trovato ingiusto e poco rispettoso nei confronti di quello che c'è stato. Perché quando si parla di amore, quando quella parola la si fa uscire dalla propria bocca, bisognerebbe avere profondo rispetto per esso. Quello che Skyler non ha avuto.

Rexan-L'ombra di loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora