Capitolo 16-Vi sono mancato, bitch?

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CAPITOLO 16
QUANTICO

Quel figlio di puttana, bastardo, schifoso, pezzo di merda, rifiuto vivente di Rexan sta cercando in tutti i modi di rientrare nelle nostre vite. Si è fatto i cazzi suoi un anno intero, depistandoci, facendoci credere che non volesse avere niente a che fare con noi. Chi pensava, precisamente, di prendere per il culo, me? Non ha capito che lo faccio sbattere in gabbia di nuovo, se solo osa farsi vedere.

Si è permesso di inviare una lettera a mia figlia Bruna nei giorni scorsi e questa mattina, una lettera è arrivata anche a mia moglie. MIA MOGLIE. L'ha stuprata e ora, dopo anni, pensa di chiederle scusa. Pensate che coraggio ha la gente.

Era drogato, il bastardo ha spifferato che era sotto effetto di stupefacenti. Le direbbe tutte pur di farsi credere da quell'angelo meraviglioso di Agnese.

Da quando Stuart ieri, mi ha chiamato raccontandomi cosa avesse trovato sotto il cuscino di Bruna, ho controllato la buca delle lettere ogni mezz'ora. La mia fortuna è che sono a casa, in pensione anticipata e ho un sacco di tempo libero per pensare e per agire. Mi sono appostato alla finestra in attesa che qualcuno arrivasse e invece la lettera è stata consegnata da un normale postino. Come se Rexan non sapesse dove abitiamo. Lo sa da sicuro. Quell'essere schifoso sa tutto.

Non avrei mai voluto che Agnese la trovasse. Buona e propensa al perdono com'è, l'avrebbe letta e avrebbe concesso il beneficio del dubbio a quel pezzo di merda. La conosco, siamo sposati da dodici anni e ci amiamo da quindici. Mi ha perdonato tutto e neanche me lo meritavo, devo essere sincero e devo ammetterlo. Avrebbe perdonato anche lui. Mi ci gioco le palle.

È a casa di Stuart che sono adesso. I miei nipoti sono a scuola. Bruna invece è in galleria, a sostituire suo marito che ha finto un mal di schiena per cercare di risolvere la situazione. Lei al momento, non sa che noi sappiamo. Ed è meglio così.

<<Caffè?>>domanda.

<<Ristretto e amaro, se è possibile>>.

Non mi siedo. Preferisco rimanere in piedi e sfogare lo stress. Chiamarlo stress è riduttivo. Questa è rabbia. Spaccherei tutto, porco cazzo maldetto. Sto fumando come un dannato da questa mattina, nonostante negli anni, costretto da mia moglie, io abbia ridotto di parecchio. Ho finito un pacchetto, la giornata è appena cominciata e puzzo di sigarette.

Non ho fatto colazione con la mia famiglia questa mattina e mi è dispiaciuto perché la facciamo sempre tutti insieme. Mi mancano i miei bambini e i miei ragazzi. Sono abitudinario, mi pesa stare lontano da loro, anche se per poche ore. Riguardo a mia moglie, è meglio non esprimermi. Per colpa di Rexan, nell'ultimo anno ho litigato con Agnese un miliardo di volte. Alla fine, facciamo sempre pace, non è questo il problema e sarà sempre così ma odio alzare la voce con lei. Mi sento male.

<<Siediti, per piacere. Mi metti l'ansia addosso più di quella che ho>>.

<<Che ha scritto a mia figlia?>>

<<Tu dimmi cosa ha scritto alla mia>>.

Prendo dalla tasca posteriore dei jeans, la lettera ripiegata e comincio a leggerla.

<<Cara Agnese, non ho bisogno di scriverti chi sono. Probabilmente lo avrai già capito. Come stai? Spero bene. Credimi, è ciò che mi auguro ogni giorno quando apro gli occhi. Non è mi...>>

Stuart mi strappa la lettera dalle mani. Che modi.

<<È diventato poeta, lo stronzo?>>

Se la divora con gli occhi. Quando termina di leggerla me la passa, con disappunto. Si passa le mani sulla faccia. È incazzato anche lui e i capelli ricci gli ricadono sulla fronte.

Rexan-L'ombra di loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora