CAPITOLO 31
SKYLERCiao Skyler, purtroppo non riesco a liberarmi dal lavoro. D'estate è sempre così. Spero tu possa capirmi. Mi faccio sentire io.
Questo è stato il messaggio che ho ricevuto da Rexan, all'incirca tre settimane fa.
Questo è stato il messaggio che ha frantumato ulteriormente il mio cuore.
Questo è stato il messaggio che mi ha fatto capire, quanto io l'abbia fatta grossa.
E vogliamo parlare di ieri sera e dei suoi occhi freddi come il ghiaccio?Rexan è incazzato a morte con me e non credo che mi perdonerà. Ha accettato di ascoltarmi, non so ancora quando, solo perché è estremamente educato e rispettoso. Ho già compreso che per noi, non ci sarà più futuro. Non trascorrerò il resto della mia vita con l'uomo che amo.
Ogni volta che il mio cellulare emette una vibrazione, il cuore lo sento battere fino in gola. Ma non è mai lui.
Mi rigiro nel letto. Sono le tre di mattina. Stringo il coniglietto a me e provo a fare respiri profondi. Avverto dei rumori. Quantico e Agnese? È molto strano. Mi scrollo le coperte di dosso e mi isso in piedi. Mi guardo allo specchio. Lo sguardo scende lungo il ventre piatto che odio. Il mio bambino non c'è più e io, faccio ancora fatica ad accettarlo. Provo a distrarmi, ad uscire, ogni tanto, ma quel puntino si è impresso sottopelle. Credo che non mi passerà mai. E Rexan non c'è.
Ancora rumori...
Faccio un altro respiro, mi copro con una vestaglia rosa ed esco dalla mia camera per raggiungere la mia famiglia. È come se mi stessero aspettando. È molto strano. Mi osservano. E avverto dei rumori, rumori strani. Di nuovo.
<<Amore, non ho potuto mandarla via...>>dice mio padre, guardando verso il giardino. <<È successa una cosa...è tardi lo sappiamo...>>
<<Cosa?>>
<<Tuo fratello...>>.
Solo ora noto Agnese. Prima, le spalle larghe e il corpo massiccio di Quantico, coprivano la sua figura. Si copre il viso con le mani.
<<Te lo dirà lei. Siamo sconvolti>>.
Giulia e Ron sono stati scorretti nei miei confronti. Mi hanno mentito e hanno osato profanare casa di mia madre...casa della MIA famiglia, ma quel corpo minuscolo e tremolante, quella macchia rossa in mezzo a quel verde e in mezzo a quel buio è un pugno nel petto. La raggiungo. Mi avvicino a lei e mi siedo al suo fianco.
Giulia ha gli occhi rossi e pieni di lacrime. È rannicchiata contro le sue stesse ginocchia. Dondola su sé stessa e trema come una foglia. Ho il sentore che Ron abbia frantumato il suo cuore, perché sono le tre di notte o di mattina, come volete voi, e lei è qui, disperata, a casa mia.
Poggio una mano sul suo braccio.
<<Giulia...>>sussurro.
<<Avevo quattordici anni. Ero qui, con te, in piscina, ricordi?>>inizia a dire.
<<Non so a quale giorno tu ti riferisca. Eravamo sempre insieme>>.
Giulia era come una sorella per me e per Ron. Eravamo un trio a cui in seguito si è aggiunto anche Oliver. Tutti e quattro quindi, sempre insieme, come una famiglia.
<<Quantico e Agnese mi hanno trattata sempre come una figlia. Sono sempre stati gentili come me>>.
<<Lo so, loro sono fantastici>>dico, con il cuore in pace. Sapere che loro sono uniti, mi dà la forza per affrontare tutto quello che la vita ha in serbo per me.
<<Lo sai perché volevo sempre stare qui con voi? Perché papà mi picchiava. La notte, chiudevo gli occhi e sognavo di stare qui, con voi, al sicuro. Sognavo che fosse Quantico a rimboccarmi le coperte perché lui non si sarebbe mai permesso di sfiorarmi con un dito>>.