Capitolo 6-Pazzo di te

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L'amore è una maledizione che piomba addosso e resistere è impossibile
-Dino Buzzati-

CAPITOLO 6
REXAN

Dovevo farmi i cazzi miei. Me lo ero promesso. Dovevo vivere come se non esistessi. Emarginato, all'angolo, relegato in quel
camper senza interferire nella vita degli altri. Il mio obiettivo era vivere come un topo di fogna e lavorare. Punto. Giorno per giorno andare avanti, senza pensare al futuro. Senza obiettivi.

Per un anno intero ci sono riuscito. Per trecentosessantacinque giorni ho rigato dritto. Poi ho visto i suoi occhi e non ci ho capito piu' un cazzo.

Il futuro, in quei pozzi blu, nel giro di poche ore è diventato quasi possibile.

Un bastardo gli ha squarciato la gomma della sua auto. E non vorrei fare mille giri con la testa ma spero sia stato un caso sporadico e che non l'abbiano fatto apposta. Non potevo starmene con le mani in mano. Ho visto la sua faccia sconvolta. Era impaurita e tremava come una foglia. Non ci sono riuscito a farmi i cazzi miei, non di fronte a quel mare in tempesta e a quella chioma bionda.

È tutta capelli accidenti. E mi arriva allo sterno. Quel tanto che basta per mandarmi in corto circuito il cervello e l'amico Fritz lì sotto. Appena arrivo a casa, mi faccio una di quelle seghe che mi deve prosciugare l'anima. Devo rimanere senza una goccia di sperma. Non è possibile che sia così bella e che abbia quel nome così profondo. Mi ricorda il cielo, le stelle e tutte quelle cazzate da innamorati. È come se lo avessi già sentito. Sì, ma dove?

Una volta posteggiata la sua auto, faccio per scendere. Skyler invece fa per prendere qualcosa.

Il mio organo riproduttore questa sera sta soffrendo e piu' passano i secondi e piu' non si riprende. Ritorna in te, per favore, non facciamo scandalizzare la signorina. Sky è piegata a novanta gradi a raccogliere vecchie bottiglie dalla sua auto. Il culo fuori dall'auto e il corpo dentro. Io neanche ci ho fatto caso al disordine di cui parlava.

Da prenderla proprio così.
Ma non mi permetterei mai.
Solo con il suo consenso lo farei.
Solo che una come lei, non potrebbe mai volere un rifiuto umano come me.

<<Skyler andiamo?>>riesco a dire, mezzo imbambolato, sperando che l'eccitazione non abbia cambiato il tono della mia voce. Tutto vorrei sembrarle tranne che un pervertito.

Devo stare al mio posto. Non la voglio spaventare. Non sono un pericolo per lei.

<<Sì scusami è che solo adesso mi rendo conto di quanto fosse indecente la situazione>>.

Io vado avanti e mi tolgo il berretto, altrimenti me la spiaccico addosso e le infilo la lingua in bocca. Dovrei avere paura di me stesso, perché questa è la prima volta che dopo Agnese, sento qualcosa. E l'ultima volta che ho sentito qualcosa, mi sono drogato e ho stuprato la donna che amavo. Fine.

Eppure, sento che non le farei mai del male. Ho chiuso con la droga e con l'alcool. Sono pulito.

Non mi giro, le do le spalle e continuo a camminare con le mani nelle tasche dei jeans. Dal rumore che avverto, deve aver buttato le bottiglie vuote che ha raccolto dalla sua auto, nel primo cestito che si è trovata davanti. Meglio starle avanti che dietro, perché non mi fido delle mie mani, visto che quel culo che si ritrova e vista la sua pelle tanto bianca che ci stamperei mille baci addosso pur di marchiarla. Anche starle difronte è complicato, per i capelli, per gli occhi, per le labbra e per le tette. Soprattutto per quelle.

Arrivo alla mia macchina. Niente a che vedere con la sua. È stato bello guidare, dopo anni, un'automobile come quella. La mia, invece è un Pick up verde militare, un Land Rover Defender 90. Brutto, parecchio brutto, uno scassone. Questo è uno dei regali di mio fratello Boris. Al momento, non è ancora venuto a reclamarmi.

Rexan-L'ombra di loroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora