CAPITOLO 24
SKYLERA casa Dimitrijevic Campbell è tornato il sereno. Papà e Agnese hanno fatto pace e sono di nuovo appiccicati come due francobolli. Quantico non si scolla dal fondoschiena di sua moglie. Lei va ai fornelli? Lui la segue ai fornelli. Lei va in piscina? Lui va in piscina. Lei si fa il bagno? Lui si tuffa in acqua e la raggiunge. E so che si staranno ammazzando di sesso perché hanno la faccia di chi scopa parecchio.
Chi è che sta per rovinare tutto? Io. Perché di chi mi sono innamorata? Di Rexan Bérovic, l'unico uomo che mai avrei dovuto guardare. Spero ancora di svegliarmi da questo incubo, eppure non succede. Sono sveglia, apparentemente sul Pianeta Terra ma solo fisicamente presente in questa casa. Non è un brutto sogno. Il mio Xian è quel Rexan, quell'uomo li.
Non lo sapevo, non lo conoscevo e non avevo mai visto una sua foto. A casa, quando c'ero anche io, nessuno osava nominarlo. Cosa potevo saperne che anni dopo, lo avrei rivisto dalla finestra del mio ex ufficio e me ne sarei innamorata? Perché diamine proprio lui? Perché mamma? C'è così tanto da fare in Paradiso che ti sei dimenticata di me?
E lui? Lui non lo sapeva vero? Non mi conosceva? Non lo ha fatto apposta per arrivare ad Agnese? È lei il grande amore della sua vita. Non mi ha mai detto ti amo perché è lei che ama.
E io, che sono conscia della tempesta che si sta per abbattere o che si è già abbattuta sulla mia famiglia, sono qui, su una sdraio e con gli occhiali da sole, a disquisire su chi sia il grande amore di Rexan Bérovic, piuttosto che fracassarmi la testa nel muro. Tanto, anche se lo facessi, non riuscirei a dimenticarmelo. Mi si è impigliato dentro. Difficilmente riuscirò ad estirparlo, come immagino mi chiederanno di fare. Ci sono cose contro cui non puoi combattere perché perderai. Non ci sarà nessuna battaglia perché ho già perso.
<<Ti amo sirenetta>>sussurra mio padre, sulle labbra di Agnese, prima di far partire mezzo metro di lingua nella bocca di sua moglie che gli si spiaccica addosso. Papà è un uomo molto attraente e Agnese non riesce a stargli lontano.
Mio Dio...si vedono eccome le mani che si stringono intorno al fondoschiena di A.
Mi schiarisco la voce. <<Ho capito. Vi lascio da soli>>.
Mi dileguo e li lascio alle loro effusioni bollenti in piscina. Rientro in casa e mi tolgo gli occhiali da sole. Ho compiuto un semplice gesto, eppure ho di nuovo quella sensazione di nausea che da qualche giorno non mi lascia in pace. Uffa. È proprio vero che quando stai male dentro, tutto il corpo ne risente. Non appena mi richiudo la portafinestra alle spalle, mio fratello compare. Come suo solito, è mezzo nudo. Gli scempi sul corpo sono poco visibili.
''Ora capisco chi era la cannibale. E lei che fingeva anche di non sapere.''<<Devi dirglielo Barbie, il tempo è scaduto>>.
Ancora insiste con quel nomignolo. Sospiro. Sinceramente, non ho voglia neanche di vedermelo davanti. Falso e bugiardo, ecco cosa sei. Non gli rispondo ma mi avvicino al frigo per prendere una bottiglietta di succo. Oggi fa molto caldo, ho gli shorts di jeans e la canottiera appiccicati alla pelle e quei due si prenderanno un'insolazione lì fuori a furia di giocare a nove settimane e mezzo. Ron dà un'occhiata a loro, fa una smorfia di disgusto e poi ritorna con lo sguardo su di me.