L'inizio del pentimento è l'inizio di una nuova vita.
-George Eliot-CAPITOLO 1
REXANDue anni prima
<<Bérovic, c'è una visita per te>>esordisce il poliziotto di turno.
Sembrava una mattina silenziosa e tranquilla, come quelle degli ultimi dodici anni, quasi tredici ormai. Mi sono svegliato e ho fatto colazione con la solita pappetta schifosa che mi danno, nulla a che vedere con i pasti a cinque stelle con cui li delizio.
In questo mondo, c'è chi detiene il potere e chi lo subisce. Io sono appartenuto ad entrambe le categorie. Ho avuto il potere, mi sono sentito a capo del mondo balcanico, un fottuto Dio che otteneva tutto con uno schiocco di dita. Soldi, macchine di lusso, abiti graffati. Vi aspetterete che dica anche donne...le ho avute. Ma ce n'è stata una, quella che mi ha fottuto il cervello, l'anima, il cuore e il cazzo.
Ricordo solo lei.
Con quello stesso schiocco di dita grazie al quale ho ottenuto tutto, quel tutto l'ho anche perso. Per questo adesso appartengo alla seconda categoria, quella dei poveracci che subiscono. Perciò, continuerò a mangiare quella schifosa pappa per felini. Dovrei ricordare loro che non sono un bambino o un vecchio decrepito e che i denti, li ho ancora tutti.
Devo smetterla di rodermi il fegato pensando alle differenze di trattamento che in carcere ci riservano.
Ho svolto le mie mansioni in biblioteca, supervisionato da Lizzie e sono ritornato in cella. Lavorare a contatto con i libri, mi permette di prendere in prestito quelli che più attirano la mia attenzione, ma il mio preferito, rimane il Grande Gatsby. Purtroppo, devo mettere in pausa la mia lettura per vedere chi diavolo mi cerca. Non amo essere disturbato.
Negli ultimi dodici anni, ho ricevuto così poche visite che forse, riesco a contarle anche sulle dita di una mano. Solo i miei avvocati sono venuti a trovarmi e una sola volta, dieci anni fa, Quantico, ma solo perché avevo chiesto al mio avvocato di mettersi in contatto con lui. Avevamo un accordo Nepto e io. In Bosnia quell'uomo era conosciuto così. Era un poliziotto infiltrato e doveva pagare il suo debito, quello verso i Bérovic ma soprattutto quello verso di me.
Ricordo che durante l'incontro abbiamo parlato di Ron e anche di sua figlia. Aveva un nome particolare che ho completamente rimosso. Poi, cosa m'importa di quella ragazza? Perché mi é tornata alla mente?
Comunque, per anni Quantico era stato il braccio destro di mio fratello Boris mentre io ero a Roma. Sapeva tutto dei Brovic...ogni cosa e alla fine è riuscito a mettermi in galera. Boris sta scontando la sua pena in Bosnia ma non resterà in cella ancora per molto. Questa non è una cosa buona. Per nessuno. Boris è pericoloso.
Per questo, sapere che c'è qualcuno che vuole vedermi dopo tutto questo tempo, mi fa ben sperare. Potrebbe essere Ron, lui ha ventuno anni e magari vuole incontrarmi. È possibile che Quantico gli abbia parlato di me? Ammesso che lo abbia fatto, cosa potrebbe avergli detto? Che ho stuprato sua madre?
Mi alzo da questo scomodissimo letto e lascio che il poliziotto mi ammanetti per portarmi nella sala degli incontri. Cerco con lo sguardo un ragazzo che possa avere l'età di mio figlio ma non lo vedo. Accantono subito l'idea che possa essere lui. C'è solo un uomo adulto, parecchio adulto e con la testa rasata, seduto in modo composto, con un fascicolo tra le mani. Fa finta di leggerlo. Conosco l'espressione di chi fa finta di leggere.
Tutto il mio entusiasmo viene meno quando mi scontro con la realtà dei fatti. Neanche nei sogni più belli, Ron potrebbe decidere d'incontrarmi. Dopo quello che ho fatto a sua madre, quale figlio avrebbe la benché minima curiosità di vedere che faccia abbia il padre? A cosa servirebbe fargli sapere che sua madre l'ho amata e la amo con tutto me stesso? A niente, perché parlano i fatti. E il fatto è che l'ho stuprata e mandata in coma. Punto.