CAPITOLO 13
SKYLERFaccio avanti e indietro nervosamente, nel mio ufficio. Xian non risponde né ai miei messaggi né alle mie chiamate. Non vuole vedermi e non capisco per quale diavolo di motivo si sia incazzato. È per la scollatura? È serio? Vuole tenermi il muso perché non sono coperta come lui vorrebbe? Mi sembra una grande cazzata questa. E non mi sembra neanche il tipo possessivo che vuole tu resti chiusa in casa mentre lui può fare tutto. Deve esserci dell'altro. Ok e quale altro allora? Sto impazzendo.
Pensa Skyler, pensa.
Giulia se ne sta seduta al mio posto, a compilare dei documenti che deve consegnare entro domani alla segreteria dell'università. Invidio la sua compostezza e il suo non lasciarsi mai scomporre da niente e da nessuno. La mia migliore amica non è un libro aperto, a differenza mia.
Se sono incazzata si vede.
Se sono pensierosa si vede.
Se sono felice si vede.
E non è sempre un bene.<<Te lo dico io perché è nero di rabbia. È geloso del nostro capo. Fidati di me>>.
Avrà notato le mani di Vincent che spesso si sono allungate sulla mia schiena? Quindi non è per la scollatura? Dannazione, non ci sto capendo niente. Questa è la prima volta che Xian mi chiude fuori e non mi permette di parlargli. Perché non mi ha detto subito cosa non andava?
<<Non so come comportarmi Giulia>>.
A momenti, il vetro della finestra si spacca a furia di guardarci oltre. Xian non è uscito a fare pausa e uno dei suoi colleghi, non ricordo il nome, mi ha liquidata dicendomi che lo chef de rotisseur aveva troppo lavoro da fare. Alla fine, mi ha dato un tortino alle mele. Pensano di farmi fessa con un dolce? Poteva almeno salutarmi e tranquillizzarmi. Mi sarebbero bastati dieci secondi. Invece sono sicura che ha detto loro di non farmi passare.
Xian lo sa che quando esce a fare pausa e si siede sul retro del bistrot, io, dal mio ufficio m'incanto a guardarlo. Oggi, non mi ha concesso né di osservarlo, né di parlargli. Non mi piace farmi tutte queste paranoie e non mi piace litigare. Non le capisco quelle coppie che litigano per giorni interi. Vedi Agnese e mio padre ad esempio.
<<Devi dirglielo, a Vincent intendo>>.
<<Non si è mai dichiarato>>.
<<Non occorre farlo. È chiaro anche ai somari e la proposta di oggi non lascia dubbi, amica mia>>.
Vincent mi ha proposto una trasferta di lavoro, mentre eravamo a pranzo al bistrot dove lavora Xian. C'erano anche gli altri dirigenti della Silk and Co'. Sarebbe stato interessante se non fosse che dovrei andare da sola con lui. Insomma, Io e il mio capo, a Berlino, a presentare delle stoffe pregiate nella succursale tedesca. La sua offerta, se così può essere definita, è un modo per dirgli che gli piaccio?
<<E che gli dico? Entro nel suo ufficio e...?>>
<<Gli dici che deve tenere le mani apposto e non perché sei fidanzata ma perché non vuoi essere toccata>>.
<<Ho paura>>.
Il modo in cui Vincent mi ha parlato oggi è stato abbastanza chiaro. Se accettassi di andare a Berlino, potrebbe esserci un avanzamento di carriera. Me ne importa qualcosa di fare carriera? Assolutamente no. Penso che ci sia tempo, ho ventun anni ancora. Non mi piace uscire dalla mia zona di confort, mi viene l'ansia al sol pensiero. Voglio continuare a fare quello che faccio.
<<Anche se dovessi perdere il lavoro, ci sarebbero mille altre aziende Sky>>.
Giulia è una di quelle persone in grado di leggermi nel pensiero. Prima ancora che io parli, lei sa già.