Capitolo 32 - Flashback 7

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La settimana successiva si alzò ancora prima per andare a foraggiare. Prese fiale e sacchetti e preparò tutti gli ingredienti delle pozioni prima di metterli via, nella borsa. Non poteva permettersi di sprecare di nuovo la scorta di una settimana.

Quando si Materializzò alla baracca fece diversi respiri profondi, cercando di prepararsi prima di aprire la porta. Aveva concluso che c'era una discreta possibilità che Malfoy ripetesse di nuovo lo stesso duello.

Il luccichio crudele e soddisfatto nei suoi occhi la settimana prima, quando aveva abbassato la bacchetta, glielo facevano predire.

La stanza era vuota quando arrivò.

Mise la borsa in un angolo, la protesse. Poi rimase in attesa. Continuava a battere nervosamente le dita contro la coscia. Si sentiva quasi svenire.

Odiava aspettare. Odiava essere lasciata a temere le cose. La mente cominciava a correrle all'impazzata, immaginandosi scenari di ciò che sarebbe successo. Di solito, la sua immaginazione era peggiore della realtà.

Ma Malfoy aveva un insolito talento nel prenderla alla sprovvista.

Era in ritardo di quasi cinque minuti.

Non era sicura di dover continuare ad aspettare. Aveva detto che l'avrebbe aspettata solo cinque minuti, ma non aveva mai detto nulla su quanto si aspettava che lei lo aspettasse. Non pensava che avrebbe abbandonato l'Ordine solo perché finalmente era riuscito a maledirla.

Quasi vomitava dall'ansia. Non poteva...

Non aveva intenzione di stare lì ad aspettare che si scagliasse di nuovo contro di lei.

Si voltò bruscamente, tolse le protezioni dalla borsa e se le mise in spalla. Stava per attraversare la porta quando lui si Materializzò nella stanza con uno scatto.

Si fermò e la fissò. La sua sola vista le dava una sensazione di sprofondamento. Era come se qualcosa le si fosse conficcato in gola e riuscisse a malapena a deglutire.

Lui la fissò. Non sembrava irritato. Piuttosto, imbarazzato.

"Sono in ritardo." disse.

Lei annuì e rientrò nella baracca, chiudendo la porta. Ci fu una pausa.

"Lo stesso anche questa settimana?" chiese a bassa voce, distogliendo lo sguardo.

"No." Lo disse così bruscamente da farle alzare lo sguardo.

Sospirò e si passò le dita tra i capelli. Era il gesto di disagio più evidente che gli avesse mai visto fare

"Ho esagerato." disse, e non era una scusa. "Non lo farò più."

"Va bene." Lei accettò automaticamente, non fidandosi affatto. Era sicura che, se avesse avuto abbastanza tempo, avrebbe trovato qualche nuovo modo di vendicarsi.

La fissò per diversi secondi. Sospettava di avere ancora ancora un'espressione leggermente ferita sul volto. Per qualche motivo, per quanto usasse l'Occlumanzia, non riusciva a cancellarla del tutto.

Lui aprì la bocca come se volesse dire qualcos'altro, ma poi si rimangiò le parole.

"Cosa?" chiese lei amaramente. Prepararsi a qualsiasi cosa lui stesse per fare era la parte peggiore.

"Ho detto che non ti avrei fatto del male." disse lui a bassa voce. "E poi l'ho fatto. Mi dispiace."

Lei lo guardò, confusa. Era un tale mucchio di contraddizioni.

"Mi sono sempre aspettata che lo facessi."

I suoi occhi lampeggiarono di irritazione. Ecco, aveva chiaramente offeso di nuovo il suo codice morale.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora