Capitolo 11

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Malfoy rise debolmente.

"Ti piace?" chiese.

Lei inclinò la testa di lato. Era facile da guardare ora che non si sentiva spaventata o sopraffatta dall'odio. Aveva la consapevolezza cosciente che lui fosse pericoloso, ma il suo corpo non aveva alcuna reazione fisica. Nessuna torsione allo stomaco. Nessun battito cardiaco triplicato. Come se fosse una statua.

"Mi sembra di essere morta." disse.

Lui annuì, come se l'affermazione non lo sorprendesse.

"Gli effetti sono temporanei. Svaniranno dopo dodici ore. E, alla fine, diventerai immune. Dovrebbe funzionare abbastanza a lungo da permetterti di acclimatarti al Manor e alla tenuta."

Hermione lo fissò.

"Ora ti comporti diversamente con me. Sei meno cattivo. Perché lo fai?" disse. Aggrottò la fronte, confusa. Apparentemente era ancora capace di sentirsi confusa.

Lui aggrottò un sopracciglio e si chinò in avanti così vicino che il suo respiro le sfiorò la guancia.

"Non lo sto facendo per te, Sanguesporco." le disse dolcemente all'orecchio. "Lo sto facendo per me. Tanto non reagiresti comunque."

Si raddrizzò.

"Vedi? Niente. Nessuna accelerazione dei battiti. Potrei metterti di fronte un Molliccio o piegarti su un tavolo e non batteresti ciglio. Non è molto divertente."

Hermione annuì pensierosa. Se avesse voluto suicidarsi, sarebbe stato più facile farlo mentre era sotto l'effetto della pozione. Malfoy avrebbe potuto non essere in grado di rilevare nulla fino a quando non fosse stato troppo tardi.

Lui divenne di pietra. Fece un gesto verso la porta. "Andiamo?"

Andò a prendere il mantello e lo seguì fuori. Si fermò sulla veranda e la guardò mentre scendeva le scale, da sola. La neve era stata tolta dal sentiero di ghiaia, ma poteva sentire il freddo che già le mordeva le dita dei piedi attraverso le scarpe. Era pungente, quel giorno.

Esitò per un momento, cercando di decidere dove andare. Poi, si avvicinò al labirinto di siepi. In tutte le sue passeggiate con Malfoy lui non ci era mai entrato. Era piuttosto curiosa di sapere se sarebbe riuscita a trovare la strada per attraversarlo.

Era enorme. Le siepi la sovrastavano. Le riportò alla mente il labirinto di siepi del torneo Tremaghi. Dubitava che la siepe di Malfoy avrebbe cercato di mangiarla o che contenesse qualche creatura oscura. Vagò per il sentiero tortuoso e sinuoso e pensò alla pozione che le aveva fatto ingoiare a forza.

Ebbe il pensiero passeggero che lui se ne drogasse per essere un bastardo così freddo e malvagio, ma lo scartò dopo un attimo di riflessione. L'Anatema che Uccide era una magia basata sulle emozioni. Impossibile da lanciare con distacco.

Anche se lui sembrava terribilmente capace di piegare in qualche modo le regole di quella maledizione.

Mettendo da parte Malfoy e il mistero del suo pozzo di odio senza fondo, avrebbe potuto usare la pozione. Poteva fare molti più progressi nel cercare di fuggire sotto l'effetto della pozione di quanti ne avesse fatti nell'ultimo mese. Tanto che sembrava sospettosamente negligente da parte di Malfoy.

Si fermò a riflettere.

Non era disattento. Non importava quanto odiasse controllarla. Non sarebbe mai stato disattento. Ci doveva essere qualche tipo di protezione che lo rendeva abbastanza sicuro da darle qualcosa di così potente. Non avrebbe mai rischiato altrimenti, anche se trovava che monitorarla fosse una forma di tortura.

Come poteva essere certo che non avrebbe fatto nulla quando il suo battito cardiaco e le sue pulsazioni non erano in grado di dargli un'indicazione?

Si era quasi buttata da un balcone e lui aveva fatto appena in tempo a fermarla. Sapeva esattamente quando doveva Materializzarsi...

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora