Capitolo 69

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Giugno 2005

Sta arrivando Severus. Sta arrivando Severus.

Hermione si sentiva come se stesse diventando di piombo. C'era un dolore costante nel suo petto, una pietra sembrava esserlesi conficcata in gola; la sentiva ogni volta che deglutiva.

Un senso palpabile di orrore e disperazione si diffondeva intorno e attraverso di lei. Come se stesse annegando con la marea crescente; l'acqua aveva raggiunto il suo viso, scivolando lentamente sulla pelle, lambendo ogni minuto un po' più in alto. Era bloccata al suo posto e non poteva fare altro che stare seduta, sentendo l'acqua che la inondava.

Rivoleva la sua Occlumanzia.

Ora che ricordava di averla, ne sentiva la perdita. La morte e la mutilazione, tutti quelli che aveva visto morire, in primo piano nella sua mente. Non era sempre stato così. Una volta c'era spazio per l'agonia emotiva, ma ora non più.

Presto Draco sarebbe stato solo un'altra persona morta che non era riuscita a salvare.

Non pensava che tutta l'Occlumanzia del mondo avrebbe mai fatto svanire il dolore.

Se solo avesse potuto occludersi un po', pensava sarebbe stata in grado di dire tutto quello che sentiva di dover dire, di chiedergli quello che voleva sapere. Invece, ogni volta che cercava di affrontare l'argomento, la voce le si spezzava, le spalle cominciavano a tremare, e cominciava a piangere e poi a iperventilare.

Draco la lasciava stoicamente piangere, poi le avvolgeva le braccia intorno e la calmava quando iniziava a respirare troppo.

Si allontanava con rabbia.

Voleva urlargli contro. Smettila di accettare tutto questo. Smettila di essere rassegnato. Mi stai spezzando il cuore. Smettila di comportarti come se andasse bene. Non va bene. Non andrà mai bene. Smettila di essere rassegnato.

Era facile essere arrabbiato con lui - almeno lei ci stava ancora provando. Lui la assecondava e basta.

Alla fine era crollata e si era arrabbiata con lui fino ad avere un attacco di panico. I suoi piani erano stupidi ed egoisti. Non era giusto che lui morisse e che la lasciasse da sola a convivere con tutto. Se solo avesse lasciato che lo aiutasse a salvare Ginny, niente di tutto questo sarebbe successo. Avrebbero dovuto lavorare insieme. Se non fosse stato così dispotico e non avesse cercato di fare tutto da solo, tutto sarebbe stato diverso.

Lui se ne stette lì senza una parola mentre sfogava tutto. Finché non iniziò a iperventilare e crollò sul pavimento con le braccia raccolte intorno allo stomaco. Lui la prese e le fece dei cerchi sulla schiena mentre piangeva e cercava di scrollarselo di dosso.

"Non farmi questo, Draco. Non farlo. Non... non... non... non..."

In seguito, lui era stato convocato, e lei lasciata lì a ribollire e ad ossessionarsi, a rendersi conto che lui lo stava facendo intenzionalmente.

Poteva leggere i suoi pensieri. Conosceva i modi in cui la sua mente si inclinava. Prima dell'attacco di Montague, aveva fatto di tutto per tormentarla e far sì che lei lo odiasse. Le aveva dato un bersaglio, qualcosa su cui concentrarsi; un modo per incanalare il suo stress. Se era arrabbiata con lui, era meno autodistruttiva. La rabbia smorzava il suo senso di colpa.

Allora andarsene sarebbe più facile per lei.

Non voleva essere manipolata.

Ingoiò la sua rabbia, dopo. Non voleva sprecare il tempo che aveva.

Ma quando era sola, voleva urlare e rompere tutto ciò che le capitava a tiro. Le manette le impedivano fisicamente di fare altro che piangere. Bruciava di rabbia, devastazione, senso di colpa senza alcuna capacità di incanalarli. Era come se la stessero avvelenando dall'interno, come se le emozioni stessero corrodendo il sangue nelle sue vene.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora