Capitolo 31 - Flashback 6

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Aprile 2002

Draco la guardò bruscamente, mentre qualcosa che non riusciva ad interpretare tremolava nella sua espressione.

"Va bene." disse con voce dura. "Quando ho detto che ti volevo disponibile, significava anche che ti era permesso dire di no. La prossima volta prova a dirlo invece di provocarmi di proposito."

Hermione lo fissò, scioccata.

Strinse la mano a pugno e se la premette sulla fronte come se avesse mal di testa.

"Vuoi continuare con l'Occlumanzia?" chiese.

Hermione si spostò leggermente ma non rispose. Si sentiva sbilanciata. La conversazione non aveva... non aveva...

Cosa voleva dire?

Era forse una finta, per coglierla di sorpresa?

Se le era permesso dire di no alle cose, lui certamente non si era preoccupato di comunicarglielo. Anzi, aveva pesantemente sottinteso il contrario. Anche se non aveva fatto molto che non fosse principalmente per provocarla.

Così...

Lo guardò con diffidenza.

Qualcosa che gli aveva detto quella sera aveva accidentalmente colpito un nervo scoperto. In profondità.

Cosa aveva detto?

Che il potere l'aveva fatto cadere in basso. Che faceva del male a qualcuno che non poteva o non voleva reagire. Che usava ciò a cui le persone tenevano per torturarle, ingabbiarle e costringerle a fare delle cose. Che era proprio come Voldemort...

Che era uguale a Voldemort.

Probabilmente era così. Probabilmente si considerava migliore del suo Maestro. Forse pensava che se avesse aiutato l'Ordine a rovesciarlo, avrebbe lasciato un vuoto di potere che avrebbe potuto riempire.

Il pensiero le fece torcere le budella.

Era davvero così? Stava mettendo entrambe le parti l'una contro l'altra, pensando di poter prendere il potere in seguito?

Forse si era opposto al regno del terrore di Voldemort; gli attacchi usati per incastrare l'Ordine, tutte le torture e gli esperimenti. Probabilmente immaginava che avrebbe governato in un mondo raffinato dove le donne erano apparentemente "consenzienti" e le esecuzioni erano cerimoniali.

Eppure, sembrava che fosse stato più che semplicemente offeso. La sua rabbia - la rabbia che portava con sé era sicuramente più grande del semplice ego o dell'ambizione.

La sua espressione diffidente sembrava infastidirlo. Sibilò leggermente, facendo balenare i denti.

"Non ho intenzione di farti del male." disse. "Quindi smettila di guardarmi come se ti aspettassi che ti maledicessi alle spalle."

Quelle parole la fecero trasalire. Se non fosse stata così disperata nell'assicurarsi che continuasse a spiare per loro, avrebbe sogghignato e chiesto perché lui non avesse fatto una simile concessione a Silente. Lui sembrò vedere la replica nella sua espressione e contrasse la mascella.

Si morse la lingua e si guardò goffamente intorno alla baracca. "Voglio continuare con l'Occlumanzia."

"Va bene."

Il suo tono era secco, sembrava aver inscatolato la sua rabbia. Il viso tornò a essere una maschera fredda e indolente. Ma gli occhi d'argento continuavano a studiarla. Poteva quasi sentire il suo sguardo sulla pelle.

Si mosse verso di lei.

Si sentiva allo stesso tempo la stessa, eppure diversa. Come se stesse facendo gli stessi movimenti, ma più consapevolmente che in passato. C'era un sottile elemento di eccessiva precisione.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora