Capitolo 27 - Flashback 2

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Marzo 2002

Spulciava i libri che aveva comprato in ogni minuto libero che riusciva a trovare. Li trasfigurava per farli assomigliare a testi di aritmetica, antiche rune e guarigione, così nessuno batteva ciglio quando la trovava a consultarli mentre preparava pozioni, nei momenti di calma in ospedale o durante i pasti.

Non era sicura che quelle informazioni le sarebbero servite, ma non sapeva come altro prepararsi. I libri erano l'unica risorsa che aveva. Così leggeva, si scervellava, si preoccupava, e si ritrovava a scattare sulla difensiva per qualunque cosa.

"Mi dispiace, Fred." disse, trasalendo quando quello si presentò per visitare George. Aveva cercato di alleggerire l'atmosfera raccomandandole di fare un po' da infermiera birichina mentre si prendeva cura del fratello ed Hermione, trovando troppo sensibile quell'argomento, gli aveva urlato contro e quasi dato uno schiaffo in faccia.

Distolse lo sguardo. "È solo che non dormo molto, ultimamente."

Era una scusa patetica.

Nessuno dormiva molto e non lo faceva da molto tempo.

Indipendentemente dal rifugio, c'era sempre qualcuno sveglio a tutte le ore: giocavano a carte, fumavano e facevano qualsiasi altra cosa per far passare le lunghe ore notturne.

Harry era quasi sempre tra gli insonni. Sembrava riuscire a vivere con una quantità di sonno impossibilmente insufficiente. Non era nemmeno più sicuro se gli incubi fossero dovuti a Voldemort o solo allo stress e al senso di colpa. Quando cominciava a sbattere contro i muri e a stare in piedi e a fissare il vuoto, Hermione lo trascinava in ospedale e lo costringeva a prendere una pozione per il Sonno Senza Sogni.

Anche lei aveva la sua buona dose di incubi, per lo più popolati da Harry e Ron che morivano mentre tentava e falliva nel salvarli.

Anche i volti dei morti la ossessionavano.

Tutte le persone che non era stata abbastanza veloce, intelligente, o abbastanza abile da salvare.

Colin Canon le appariva spesso.

Era stata la prima persona a morire sotto le sue cure. Era successo poco dopo che Voldemort aveva preso il Ministero, prima che l'Ordine fosse costretto ad abbandonare Hogwarts. Madama Pomfrey era uscita per comprare delle nuove pozioni quando Colin era stato ricoverato d'urgenza. Harry era lì, a tenerle compagnia durante quello che era stato un pomeriggio tranquillo.

Colin era stato colpito da una Maledizione Tagliuzzante. Non esisteva un contro-incantesimo.

Non riuscì a curarlo.

L'incantesimo lo costringeva a rimanere cosciente. Aveva provato lo Stupeficium. La pozione del Sonno Senza Sogni. Anche il Distillato della Morte Vivente. Non funzionava niente. La maledizione lo manteneva cosciente. Hermione aveva provato tutto quello che le veniva in mente per invertirla. Per rallentarla. Per bloccarla. Ma la pelle continuava ad aprirsi. Colin continuava a urlare. Se la riparava da qualche parte, si apriva di nuovo. Se non sostituiva la pelle, la maledizione si spostava più in profondità. Nei muscoli e nei tessuti.

Non si era fermata finchè non aveva raggiunto le ossa.

Colin Canon era morto circondato da un mucchio di strati sottilissimi della sua stessa carne e da una pozza di sangue, mentre lei singhiozzava e cercava di fare tutto il possibile per salvarlo.

Era uno scheletro perfettamente escoriato quando Madama Pomfrey era tornata.

Non si era mai ripresa.

Non fumava, non beveva, non attaccava briga, non faceva sesso occasionale. Lavorava solo di più e più a lungo. Non aveva tempo per piangersi addosso. C'era sempre un nuovo corpo che le veniva portato per essere curato. Non aveva tempo per ripensarci.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora