Capitolo 45 - Flashback 20

1.8K 71 9
                                    

Dicembre 2002

Draco aggrottò un sopracciglio mentre la guardava.

"MI hai rubato la media, il che era peggio. Ero stato istruito a casa, mi ero preparato tutta la vita per Hogwarts. Mio padre aveva pianificato la mia vita per me: primo della classe, prefetto, capitano della squadra Quidditch, Caposcuola, stage al Ministero della Magia, e infine membro del Wizengamot e poi Ministro della Magia. Lui ha perso la sua carriera al Ministero a causa della sua partecipazione alla prima guerra magica; io avrei dovuto fare tutto. Ma poi, primo anno di scuola e una ragazzina Sanguesporco inferiore riesce a battermi in ogni corso."

Lui allungò la mano e gliela posò sulla gola. Il respiro di Hermione si fermò leggermente e lui strinse la presa, quel tanto che bastava per avvicinare il viso di lei al suo.

Gli brillavano gli occhi e il suo tono era quasi leggero, come se la stesse sfidando a trasalire. "Devo ammettere che speravo davvero che tu morissi durante il secondo anno, quando fu aperta la Camera dei Segreti. In realtà, mi sono guadagnato il posto nella squadra di Quidditch prima che mio padre comprasse le scope per la squadra, ma grazie al tuo piccolo commento tutta la scuola pensò che me lo avesse comprato." Mentre parlava, le fece scivolare il pollice lungo la gola fino alla mascella e poi spinse contro l'osso per costringerle la testa all'indietro.

Stava cercando di costringerla a indietreggiare. Hermione però continuò a guardarlo negli occhi. Si stavano scurendo.

La stanza sembrava più calda.

Continuò a parlare.

"Era facile credere che i Babbani e la loro progenie fossero responsabili dei problemi del mondo. Certamente sembrava così nella mia vita. Tra il Mezzosangue Potter, la cui vita era un flusso infinito di stupidaggini e favoritismi, e tu, e poi i pezzenti Weasley che erano la prova di quello che succedeva ai traditori del proprio sangue non c'era motivo di non credere che il mondo magico non sarebbe stato un posto migliore senza te e la tua razza."

"Non mi ero resa conto che tu pensassi così tanto a me" disse Hermione.

Poteva sentire il calore irradiarsi lentamente attraverso il suo corpo, diffondendosi verso l'esterno dalla sua mano, ma anche tra le sue spalle, attraverso la pelle e da qualche parte nel suo basso ventre. Rabbrividì debolmente mentre continuava a guardarlo.

Lui storse la bocca. "Il mio odio per te impallidiva in confronto alla mia rivalità con Potter. Tu eri irritante. Nonostante i voti almeno eri brutta, socialmente impacciata e ovviamente insicura." arricciò in un lieve sorriso. "Battermi accademicamente non avrebbe avuto importanza se non fossi stata amica di Potter. Ti ha trascinato sotto i riflettori e aveva bisogno di te tanto da non poterlo negare. Se Potter non avesse avuto importanza, non l'avresti avuta neanche tu."

Sentì qualcosa nello stomaco crollare improvvisamente mentre ripensava a uno dei suoi sospetti iniziali; che esigere lei fosse una specie di vendetta o ritorsione contro Harry. Si era quasi dimenticata di quella paura.

Lui sorrise e si chinò in avanti in modo da incombere su di lei mentre continuava a tenerla per la gola e a fissarle il viso. I loro corpi quasi si toccavano, e lei sentì la rinnovata consapevolezza di quanto lui fosse più grande, di quanto avrebbe potuto farle male se avesse voluto. Stava cercando di penetrare in una cassaforte sigillata, e non sapeva se dall'altra parte ci fosse altro oltre alla rabbia.

Ma non importava, perché era quello che doveva fare.

Le mancò il respiro e tremò debolmente. Gli occhi di Draco si oscurarono.

La tirò ancora più vicino. Il cuore le batteva così forte che le faceva male.

È una recita, si disse. Quando era ubriaco, non le faceva male. Cercava di spaventarla.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora