Capitolo 54 - Flashback 29

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Marzo 2003

Quando si svegliò, la mattina dopo, scoprì che era davvero in un hotel con Draco. Fu così sorprendente che pensò di avere ancora le allucinazioni.

Si guardò intorno nella stanza, cercando di capire cosa stesse succedendo. Non stava sognando; si trovava davvero in una suite d'albergo babbana con Draco. Una suite che apparentemente lui occupava mentre indossava una felpa di Oxford.

Se fosse stata ancora impegnata a comporre un identikit psicologico di lui, quella rivelazione le avrebbe richiesto un nuovo quaderno. Perché era lì? Lo faceva spesso? Perché mai avrebbe dovuto passare la notte nel mondo Babbano?

Girò la testa per guardarlo.

Era addormentato, avvolto possessivamente intorno a lei, come se volesse impedire che le venisse rubata. Il corpo era così caldo contro il suo che quasi la bruciava

Mentre lo studiava sconcertata, le tornarono in mente tutti gli eventi della notte prima.

Trasalì.

Non sarebbe dovuta andare.

Non sarebbe dovuta andare e non sarebbe dovuta rimanere.

Era stato un errore.

Lui era come un drago. Il modo geloso in cui prendeva le cose a cui teneva - non aveva moderazione. Era possessivo e mortale. La teneva tra le braccia come se fosse sua.

La tentazione di cedervi, di lasciargliela e di amarlo per questo, la terrorizzava.

Il suo bisogno di amare le persone e il disperato desiderio che loro ricambiassero il suo amore...lo aveva rinchiuso. Aveva ceduto il suo posto alla freddezza della logica, del realismo e delle decisioni strategiche per il bene della guerra. L'aveva ficcato in un buco dove non l'avrebbe più sentito. Dove non ne avrebbe sentito la mancanza.

Ma Draco l'aveva trascinato su dal pozzo dove l'aveva nascosto, l'aveva scoperto e si era messo a scassinare la serratura. Poteva quasi sentire le sue dita che giravano il quadrante, ascoltando la caduta di ogni cilindro. In attesa di un modo per entrare.

Il suo dolore e la sua solitudine, la sua attenzione e la sua incrollabile costanza, e quel modo in cui la guardava, il modo in cui la toccava; stava scivolando attraverso le sue difese e si avvolgeva intorno al suo cuore con la stessa sicurezza con cui lei si era avvolta intorno a lui.

Cercò di scivolare fuori dal letto prima che si svegliasse, ma lui aprì gli occhi di scatto nell'istante in cui si spostò. La sua presa su di lei si rafforzò e la tirò indietro verso di sé per un momento prima di lasciarla andare.

Lei si fermò e alzò lo sguardo.

Il senso di terrore che le aveva ispirato un anno prima era completamente svanito. Il pericolo era ancora lì, con un rilievo ancora più netto ora che lei aveva visto quanto spietatamente potesse uccidere. Ma nonostante la consapevolezza di quanto potesse essere spietato, era meno spaventata da lui.

Ora sapeva quanto si stesse trattenendo. Nonostante le altezze a cui si era elevato nell'esercito di Voldemort, si stava trattenendo. Spazzare via un intero squadrone di Mangiamorte gli aveva richiesto appena uno sforzo. Era arrivato e aveva ucciso quasi cento persone in pochi minuti.

Studiò il suo viso, e lui la fissò di rimando. Aveva un'espressione chiusa. Qualsiasi cosa potesse provare era accuratamente nascosta. Ma i suoi occhi...

Il modo in cui la guardava era sufficiente a fermarle il cuore.

"Non sarei dovuta venire." disse infine.

Lui non sembrò ferito o sorpreso dalle sue parole.

"Avevi bisogno di qualcuno. Io ero disponibile per caso. Non devi preoccuparti, non ti complicherà le cose." rispose lui, distogliendo lo sguardo, le dita che le passavano leggermente lungo il polso. "Non mi aspettavo che cambiasse qualcosa."

Hermione smise di respirare e deglutì nervosamente.

Non poteva dirgli che non era quello che intendeva. Lui non era solo qualcuno. Lui era, per lei, lui era...

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora