Capitolo 37 - Flashback 12

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Agosto 2002

"Trovate il "manico" di ogni persona, il suo punto debole. L'arte di muovere la volontà delle persone implica più abilità che determinazione. Bisogna saper entrare dentro l'altra... Per prima cosa, si deve valutare il carattere di qualcuno, poi puoi toccare il suo punto debole. "

Hermione rimase sveglia metà della notte a rianalizzare Draco. Mise da parte il quaderno e ne iniziò uno nuovo.

Le sembrava di essere piena di nuove teorie su di lui. Non era sicura che fossero basate sulla realtà o semplicemente causate dalla deprivazione del sonno, ma sentiva di aver trovato qualcosa. Come se stesse facendo irruzione in una camera blindata babbana e avesse finalmente sentito il primo cilindro scattare al suo posto. Un caldo senso di euforia la fece sorridere tra se e sé mentre preparava le pozioni, quel giorno.

Sentiva il cuore più leggero.

Poteva funzionare. Poteva vincere. Poteva metterlo in ginocchio. Assicurarsi la sua lealtà.

Non si era resa conto di quanto la convinzione che fosse semplicemente un mostro con un codice morale l'avesse convinta che non avrebbe mai potuto avere successo. Era certa che, alla fine, si sarebbe trasformato e l'avrebbe uccisa insieme a tutti gli altri; la cosa si era radicata in lei. Nonostante la sua forte dipendenza dall'Occlumanzia, si lasciava influenzare da quella convinzione nel modo in cui pensava, giudicandolo solo in base a quello. Nonostante il gioco che avevano fatto. 

L'aveva baciata e le aveva insegnato l'Occlumanzia. Le aveva detto che poteva dire di no. E lei lo aveva curato e aveva seguito le sue istruzioni su come duellare e fare esercizio. Oltre l'apprendimento e le parziali sottigliezze, sembrava sempre che fossero due vipere che aspettavano che l'altro finalmente colpisse.

Ora ci ripensò.

Non era un mostro. Non del tutto. Stava cercando di sistemare qualcosa. C'era una sorta di ammenda che stava cercando di fare. Non per aver ucciso Silente o qualcun altro, ma per qualcosa.

Sapeva di essere caduto. Da qualche parte, lungo la strada, era successa qualcosa per cui era disposto a soffrire, persino a morire. Qualcosa che stava cercando di sistemare. Non era una spia per ambizione. Non stava solo mettendo l'Ordine e i Mangiamorte l'uno contro l'altro per uscirne vincitore. Stava solo cercando di aggiustare qualcosa.

Non la guerra. Non le uccisioni. Ma c'era qualcosa.

La sua valutazione iniziale era giusta. Draco Malfoy non era tutto ghiaccio. Sotto la morte, la rabbia e l'oscurità c'era molto di più in lui. E lei poteva usarlo.

Dubitava che le avrebbe detto cosa lo spingeva. Era chiaramente determinato a non rivelarlo. Giocava al depistaggio fino a farle girare la testa. Ma lei sapeva essere paziente. Ora che aveva capito che spiare era una specie di penitenza per... qualcosa. Se si fosse rifiutata di odiarlo davvero, se avesse continuato a essere gentile, confortante, interessante e intelligente con lui. Avrebbe potuto trovare un modo per entrare.

Per vincere.

Mentre la sera si avvicinava e lei si preparava ad andare a curargli la schiena, si fermò un momento per fermarsi e stabilizzarsi.

Doveva ricominciare da capo.

C'era qualcosa tra loro a cui aveva difficoltà a pensare troppo attentamente. Una tensione tra loro che probabilmente aveva distrutto con il suo sfogo.

Avrebbe dovuto ricominciare a coltivarla con attenzione.

Doveva essere sottile.

Sottile come il veleno.

Chiuse gli occhi e si mosse attraverso i suoi ricordi, eliminando i sentimenti più forti e mettendoli da parte.

Smorzando la sua euforia, il suo spumeggiante senso di fiducia interiore, soffocandoli fino a quando non fu lucida. Concentrata.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora