Capitolo 42 - Flashback 17

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Agosto 2002

Hermione si sedette su una roccia sulla spiaggia mentre aspettava che Kingsley la richiamasse per somministrargli il Distillato della Morte Vivente. Mentre era seduta, continuava a ripensare alla notte precedente più e più volte, alla ricerca di qualsiasi cosa potesse essersi persa.

Aveva concluso, dopo aver ripassato la serata, che Draco fosse attratto da lei a qualche livello. Dopotutto, le aveva detto che era bella, l'aveva paragonata a una rosa in un cimitero e aveva affermato di essere stato preso alla sprovvista. Sbuffò debolmente e si chiese se avesse mai ammesso una cosa del genere se non fosse stato alla sua terza bottiglia di whisky.

Nella sua vita mancava l'intimità. Che lei soddisfacesse o meno i suoi standard generali di attrattiva fisica, era emotivamente vulnerabile nei suoi confronti.

Aveva anche stabilito che probabilmente era meglio non avessero fatto sesso.

Il suo attuale interesse era come una fiamma accesa; troppo combustibile e l'avrebbe soffocata. Ora che sembrava innegabile che avesse la sua attenzione, si sarebbe dovuto muovere con cautela. La chiave stava nel coltivarla attentamente fino a farla diventare qualcosa di incontrollabile per lui; qualcosa che non avrebbe potuto impedire a se stesso di desiderare più di ogni altra cosa.

Ci sarebbe voluto tempo.

Draco era paziente. Era disposto a mentire, manipolare, uccidere e arrampicarsi fin dove necessario per ottenere ciò che voleva. La vendetta - l'espiazione, o qualunque cosa fosse su cui si basasse la sua alleanza con l'Ordine - era qualcosa che era disposto ad aspettare per ottenere; avrebbe sofferto e si sarebbe sacrificato per tutto il tempo necessario.

Cercare di dirigere la sua ambizione e la sua natura insidiosamente ossessiva verso sé stessa era un rischio terrificante. Come aveva detto Severus, aveva tante probabilità di distruggere l'Ordine quanto di salvarlo.

Al pensiero, si sentì preda al panico. Le si irrigidì il petto e le sembrò che il vento dell'oceano le stesse rubando il respiro. Lasciò cadere la testa tra le ginocchia e si costrinse a inspirare lentamente.

Poteva farcela. Poteva farcela perché doveva farlo. Perché non c'era altro modo per vincere la guerra.

La sola idea di poterlo controllare le era sembrata delirante e teorica fino a quel momento.

L'idea che potesse comprare la guerra con la sua intimità emotiva era stata fondamentalmente assurda finché non si era immersa nella profonda corrente sotterranea dell'attenzione sfrenata di Malfoy.

Era così controllato, anche da ubriaco. Anche quando l'aveva baciata. Non era stato precipitoso, né troppo impaziente. La passione non era stata esplosiva. Era un fuoco fumante; il tipo di fuoco che cresceva in segreto, come sotterraneo nel profondo della terra, che si diffondeva e aspettava prima di risalire, distruggendo il mondo sopra. Sospettava che lui bruciasse per le cose più profondamente di quanto ne fosse consapevole.

Pianificò attentamente tutte le prossime mosse nella mente.

Sarebbe stato più attento la prossima volta che l'avrebbe vista. Probabilmente avrebbe cercato di allontanarla con la forza e di ricreare la distanza tra loro. Forse questo avrebbe giocato a vantaggio di Hermione.

Dopo tutto, non c'era tentazione più grande del frutto proibito. Più pensava a lei, a stare attento a lei, a come non avrebbe dovuto averla, più lei lo avrebbe consumato. Più l'avrebbe desiderata.

E il fatto che lei lo volesse...

Hermione deglutì e si mordicchiò nervosamente l'unghia del pollice.

Manacled | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora